Migranti, Save the Children: “Da gennaio 1.315 morti-dispersi nel Mediterraneo"

Cronaca

Nella Giornata internazionale per i diritti dei migranti l'organizzazione "sollecita l'Ue e i suoi Stati membri a rispettare gli obblighi legali europei e internazionali, agendo immediatamente per permettere alle persone di richiedere protezione internazionale in Europa e porre fine ai respingimenti alle frontiere"

Sono "oltre 1.315 i morti e i dispersi da gennaio ai primi di novembre di quest'anno nel Mediterraneo centrale nel tentativo di raggiungere l'Europa e 28.600 migranti intercettati in mare e riportati indietro dalla Guardia Costiera libica". Questa la fotografia scattata da Save the Children (su dati Oim) nella Giornata internazionale per i diritti dei migranti.

La fuga da guerre e povertà

Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children, punta i riflettori su quei "bambini morti travolti dalle acque mentre tentavano di attraversare un fiume tra la Croazia e la Slovenia o di fame e di freddo nella foresta al confine tra Bielorussia e Polonia", sui "ragazzi e le ragazze, respinti decine di volte, in modo spesso brutale e illegale, nonostante la minore età, vittime e testimoni di atrocità lungo la rotta balcanica o detenuti e sottoposti a violenza in Bulgaria. Uomini, donne e bambini, fuggiti da guerre, conflitti, povertà estrema, nel miraggio di un futuro di pace, che hanno attraversato Paesi e continenti per trovare solo confini blindati da muri e fili spinati, tenuti lontani da cannoni ad acqua, granate stordenti e gas lacrimogeni".

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Il ruolo dell'Europa

"Non possiamo girarci dall'altra parte davanti alle politiche disumane di un'Europa che ai suoi confini ignora le sofferenze di uomini, donne, bambine e bambini" afferma ancora la Milano. Sono solo "rei di cercare un futuro possibile e di pace per sè e per i propri cari". L'organizzazione, quindi, "sollecita l'Ue e i suoi Stati membri a rispettare gli obblighi legali europei e internazionali, agendo immediatamente per permettere alle persone di richiedere protezione internazionale in Europa, fornire loro supporto e assistenza, anche attraverso le organizzazioni della società civile, e porre fine ai respingimenti alle frontiere, consentendo l'accesso alle procedure per ottenere protezione internazionale e garantendo cure adeguate a tutti i bambini".

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