Raggiunto il mezzo milione di persone necessarie ad avviare l'iter di validazione del quesito referendario chiesto dal “Comitato Sì Aboliamo La Caccia” per vietare l’attività venatoria. Secondo il presidente dei promotori, Tony Curcio, si potrebbe andare a votare in primavera
Raggiunte le 500mila firme necessarie per avviare l’iter referendario che chiede l’abolizione dell’attività di caccia agli animali. A comunicarlo è stato il “Comitato Sì Aboliamo La Caccia”, promotore dell’iniziativa. Dal 1° luglio l’organizzazione di attivisti ha iniziato a raccogliere firme per riportare il tema all’attenzione dei cittadini e riproporlo al voto, dopo il tentativo andato a vuoto nel 1990. L’obiettivo dei promotori è ora raccogliere altre 100mila firme di scorta. La speranza del presidente del Comitato, Tony Curcio, è che il referendum venga fissato in primavera.
L’iniziativa del Comitato “Sì Aboliamo La Caccia”
Con la raccolta delle 500mila firme si è raggiunto un primo traguardo verso la validazione del quesito referendario. Ora la Corte di Cassazione dovrà verificare la validità delle adesioni e poi la Consulta si occuperà del controllo di legittimità costituzionale. A Il Fatto Quotidiano Curcio ha spiegato che “il prossimo obiettivo è quello di raccogliere altre 100mila firme di scorta per supplire a quelle che verranno annullate”. Per farlo, sarà possibile aderire all’iniziativa entro le ore 12.00 del 28 ottobre sul sito web del Comitato “Sì Aboliamo La Caccia”. Le firme verranno depositate in Cassazione sabato 30 ottobre e, se tutto procederà correttamente, i promotori dell’iniziativa auspicano che si arrivi al voto in primavera “in concomitanza con quelli degli altri referendum oggetto di discussione perché un eventuale election day potrebbe portarci indirettamente più consensi”.
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I motivi alla base della richiesta di abolire la caccia
Dietro alla richiesta di referendum sull’abolizione della caccia, il Comitato ha spiegato che non c’è solo una questione etica riguardante il rispetto della vita degli animali ma anche altri pericoli causati dall’attività venatoria. Secondo Curcio, ogni anno restano ferite o vengono uccise accidentalmente anche persone o animali domestici. C’è poi un problema d’inquinamento causato dal piombo delle cartucce che, sempre secondo quanto afferma il presidente del Comitato, si deposita sul terreno e può arrivare a penetrare le falde acquifere.