Ospite di Maria Latella, la presidente della Scuola Nazionale dell'Amministrazione dice: "Quella della difesa è veramente un diritto per chi deve essere difeso e un dovere per chi difende. Ma non può arrivare all’obbligo di difendere"
“L’avvocato sente da una parte il dovere di assistere: quello della difesa è veramente un diritto per chi deve essere difeso e un dovere per chi difende. Ma non può arrivare all’obbligo di difendere. Mi sentirei davvero a disagio nel difendere una persona che mi confessi di avere ucciso in maniera brutale una donna, dunque cercherei di fare un bilanciamento tra i miei doveri di avvocato e la mia libertà di scegliere i clienti che penso di poter assistere meglio. Oltretutto credo che non difenderei bene un uomo che mi confessi di aver ucciso la propria donna”. E' quanto ha detto a Sky TG24 Paola Severino, presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione e avvocato, ospite di Maria Latella a "L’intervista - Versione D".
"Raccomandazioni? Evito che mi arrivino"
Severino parla poi delle raccomandazioni e, alla domanda di Maria Latella che le chiede sul perché nel nostro Paese si preferisca premiare la fedeltà di gruppo piuttosto che il merito e la qualità delle competenze, risponde: “Perché è un’apparente scorciatoia. Tutte le scorciatoie portano poi sì ad una abbreviazione del percorso, ma non alla meta giusta”.
“Io dico sempre - prosegue - che essere più furbi non vuol dire arrivare prima alla meta. E’ un fatto culturale. Credo che se continueremo ad insegnare che legalità e merito devono andare insieme, raggiungeremo dei risultati straordinari. Credere nel merito. Bisogna evitare che le relazioni contino, evitare di creare le condizioni perché le raccomandazioni arrivino a compimento”.
“Come mi comporto quando arriva una raccomandazione? Faccio in modo che non mi arrivi - spiega - Per fare un esempio mi viene in mente una serie di scelte importanti che ho dovuto fare come presidente di una commissione di eccellenza per le università. Gli interessi erano tantissimi, ogni università presentava tanti progetti e naturalmente tutti erano interessati a vincere. Riuscii a sgominare qualunque tentativo di raccomandazione, terminando quel concorso, quella selezione, prima del termine, mentre normalmente si chiede una proroga. Quando cominciarono le telefonate nelle quali mi chiedevano ‘come va il concorso? Avete finito?’, e capivo che tutto preludeva ad una raccomandazione, i giochi erano già fatti, la graduatoria era chiusa, e le raccomandazioni non arrivarono in tempo”.
"Una P.A. più competente ed efficiente può rendere dei servizi straordinari al Paese"
Severino risponde poi alla domanda di Maria Latella su come pensa di poter agire per il cambiamento dal punto di vista della pubblica amministrazione. “Ho preso questo incarico (di presidente della Scuola Nazionale dell'Amministrazione ndr) con grande senso di responsabilità, ma anche perché sono stata invitata a farlo da persone, come il presidente Draghi e il ministro Brunetta, che mi hanno detto ‘devi fare quello che c’è da fare, non ci devono essere ostacoli, non ci deve essere burocrazia che ti intralcia, nessuno che ostacola il cammino di miglioramento della pubblica amministrazione’. E questa è la premessa, fondamentale. Dall’altra parte credo che poter contare su una pubblica amministrazione più competente, più efficiente possa rendere dei servizi straordinari al Paese. I cittadini, se avranno dei servizi efficienti, avranno anche a che fare con un Paese più equo: la distribuzione dei servizi rappresenta un modello straordinario per erogare servizi in maniera distribuita, senza che esistano delle mancanze e delle carenze”.
SNA diventerà un hub delle migliori esperienze accademiche nazionali e internazionali
E a proposito della sua esperienza da presidente della Scuola Nazionale di Amministrazione dice: “Innanzitutto metterò al servizio della scuola le mie esperienze, che ho avuto e che sono state plurime nell’università. La SNA deve diventare un hub nella quale verranno raccolte le esperienze e i contributi delle migliori università italiane e straniere”.
“Nella formazione, poi, cercheremo - ha proseguito la Severino - di stare attenti a tutto ciò che di innovativo ci chiede l’Europa, e che abbiamo concordato con quest’ultima. Ad esempio la distribuzione del Pnrr, sarà fondamentale che riesca bene e sarà fondamentale che la pubblica amministrazione si curi di un utilizzo corretto del Pnrr. D’altra parte ci sarà poi da curare la trasformazione digitale, la trasformazione energetica del Paese, la trasformazione anche verso forme di utilizzo di sistemi ecologici”. Vista la presenza di docenti di università internazionali “ci saranno - ha concluso - anche lezioni in inglese, naturalmente per chi avrà la possibilità di seguirle. Ma anche per chi avrà la voglia di implementare la propria conoscenza di lingue straniere. Credo che il confronto con l’estero sia fondamentale: noi vorremmo creare, per esempio, delle summer school, nelle quali i nostri funzionari e dirigenti possano scambiarsi esperienze con funzionari e dirigenti di altri Paesi”.