Arrestati tre uomini e una ragazza: avrebbero segregato il giovane in un appartamento. Si indaga sui motivi del sequestro: la pista del riscatto, al momento, non sembra convincere gli investigatori
È un rompicapo con molti pezzi ancora mancanti il misterioso sequestro di un 25enne inglese avvenuto a Monte San Giusto, un piccolo centro in provincia di Macerata. Responsabili del rapimento sarebbero quattro coetanei, tre uomini e una ragazza, due italiani e due stranieri, tutti incensurati e ora arrestati. Il giovane, appartenente ad una famiglia britannica facoltosa, è stato liberato mercoledì pomeriggio con un blitz dei carabinieri del Ros, del comando provinciale di Macerata e della stazione locale. La notizia però è stata diffusa nella giornata di giovedì.
Segregato in un appartamento
Il ragazzo è stato trovato dai militari in un appartamento in una palazzina, subito fuori le mura del centro storico di Macerata: un immobile tranquillo abitato prevalentemente da famiglie. I carabinieri lo hanno trovato segregato in una stanza buia con i mobili davanti alle finestre per oscurarne la vista dall'esterno. In quell'improvvisata prigione il 25enne inglese stava scalzo e ammanettato e probabilmente durante il sequestro controllato a vista dai suoi carcerieri. Un altro giallo in questo rapimento dai tanti contorni oscuri è quello del riscatto: i rapitori, secondo quanto riferito dagli investigatori, avrebbero chiesto un riscatto di appena 7.000 euro, una cifra esigua considerando la disponibilità economica della famiglia "facoltosa".
Conosceva alcuni dei suoi sequestratori
Il 25enne era in Italia da mesi, ufficialmente in vacanza, e conosceva almeno qualcuno degli arrestati, che abitano e si muovono nella provincia di Macerata. I due stranieri, un maschio e una femmina, non sono inglesi e sono regolarmente da tempo sul territorio nazionale. Uno ha regolarmente affittato l'appartamento di Monte San Giusto poi trasformato in prigione per il sequestro. Nessuno di loro ha precedenti e non sembrano delinquenti incalliti. Tanto meno esperti di sequestri di persona.
La telefonata ai genitori
Da quanto ricostruito è stata proprio un'ingenuità dei sequestratori a portare al blitz e alla liberazione. I sequestratori avrebbero infatti messo a disposizione della vittima un telefono per chiedere alla famiglia, rimasta nel Regno Unito, i 7.000 euro. Il giovane ha così potuto chiedere aiuto, facendo capire che era trattenuto contro la sua volontà, riuscendo anche a far capire dove si trovasse.
Il blitz lampo
La famiglia si è rivolta alla National Crime Agency (Nca) britannica, che ha lanciato una richiesta di collaborazione internazionale, di cui si sono fatti carico i carabinieri del Ros. Un'operazione lampo, durata circa 36 ore e culminata nell'irruzione dei militari, intorno alle 14:45 di mercoledì.