Prosegue l’inchiesta della procura di Paola sulla tragedia avvenuta durante la vendemmia in Calabria costata la vita a 4 persone, tutte della stessa famiglia
Il giorno dopo la tragedia costata la vita a quattro persone, decedute durante la vendemmia a causa delle esalazioni provenienti dal mosto contenuto in una vasca, proseguono le indagini della procura di Paola (Cosenza) per fare luce sulle cause di quanto accaduto.
Le indagini
Secondo il procuratore Pierpaolo Bruni il locale in cui le quattro vittime stavano preparando il vino "non era sufficientemente arieggiato". A trovare i corpi i vigili del fuoco dei distaccamenti di Paola e Rende, che hanno anche soccorso una quinta persona, componente della stessa famiglia:una donna rimasta intossicata, che non è in gravi condizioni. A condurre le indagini i carabinieri della Compagnia di Paola.
Uccisi dalle esalazioni
Tutto è successo in un magazzino privato adibito a cantina e ricavato sotto il livello stradale sulle colline a poca distanza dal santuario di San Francesco di Paola, una zona di campagna al confine tra Paola e Fuscaldo. I gas tossici, sprigionati dal processo di fermentazione alcolica, non hanno lasciato scampo alla quattro vittime mentre una quinta persona, come detto, pur essendo rimasta intossicata, è riuscita a salvarsi.
La dinamica dell'incidente
I quattro, in particolare, avrebbero dovuto travasare il mosto ricavato dalla pigiatura delle uve dalla vasca di decantazione in alcune botti. La morte "a catena" sarebbe sopravvenuta per asfissia proprio a causa della mancanza di ossigeno all'interno del locale. Alla base, secondo i carabinieri, ci sarebbe stato il "gesto imprudente" di una delle vittime che si è calato all’interno della vasca di fermentazione del mosto, ma respirando il monossido di carbonio esalato dalla fermentazione, non è più riuscito ad uscire. Gli altri uomini hanno tentato di salvarlo scendendo all’interno della vasca ed inalando loro stessi le esalazioni che li hanno portati alla morte per la mancanza di ossigeno.
Le vittime
I corpi ritrovati dai vigili del fuoco appartenevano tutti alla stessa famiglia. Si tratta di Valerio Scofano, 50 anni, il fratello Giacomo, di 70 anni, infermiere, il cognato settantenne Santino Carnevale e il figlio di quest'ultimo Massimo, di 40 anni. La donna, rimasta intossicata che non è in pericolo di vita ha invece 36 anni.