Istat: nel 2020 la speranza di vita in Italia è calata di 1,2 anni. A Bergamo di 4,3
Secondo la rilevazione sulle Misure del Benessere equo e sostenibile dei territori, nel 2020, con la pandemia, l’aspettativa di di vita alla nascita si è ridotta di 1,2 anni, attestandosi a 82 anni (79,7 anni per gli uomini e 84,4 per le donne). Nelle zone maggiormente colpite dal Covid come Bergamo, Cremona e Lodi si registrano cali molti più consistenti
Nel 2020 la speranza di vita alla nascita si è ridotta di 1,2 anni a causa della pandemia attestandosi a 82 anni (79,7 anni per gli uomini e 84,4 per le donne), secondo i dati Istat nella rilevazione sulle Misure del Benessere equo e sostenibile dei territori
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A livello provinciale, però, i territori maggiormente colpiti dal Covid come Bergamo, Cremona e Lodi hanno registrato un calo per gli uomini di 4,3 e 4,5 anni
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Per le donne residenti a Bergamo la speranza di vita si è ridotta di 3,2 anni
Istat, cresce la povertà assoluta nel 2020
Questi cambiamenti - scrive l'Istat - "portano modifiche importanti nel ranking della speranza di vita per provincia, con Lodi, Bergamo, Cremona, Brescia, Piacenza e Parma che. rispetto al 2019, perdono più di 50 posizioni"
La Rilevazione Istat sulle Misure del Benessere equo e sostenibile dei territori, ha toccato anche altri temi: ad esempio l’accessibilità alle scuole per i disabili. È emerso che solo 32,6 edifici scolastici su 100, da quelli dell'infanzia fino alle secondarie di secondo grado, sono completamente privi di barriere fisiche e quindi pienamente accessibili ai disabili motori
"Meno di una scuola su tre, possiede ascensori, bagni, porte e scale a norma, e dispone, nel caso sia necessario, di rampe esterne e/o servoscala”, dice il report. Le differenze territoriali sono ampie, nonostante l'accessibilità degli edifici scolastici sia regolata da disposizioni legislative che tutelano il diritto all'istruzione e all'inclusione sociale. Nel Nord la quota di scuole accessibili sfiora il 38% contro il 27,4% del Mezzogiorno. Tra le province, il valore più alto si riscontra ad Aosta (63,2%), il minimo ad Agrigento (18%)
Per quanto riguarda i Neet, la quota dei giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in percorsi di formazione, tornano a salire nel 2020, dopo anni di diminuzione. Nell'anno della pandemia questa quota è cresciuta a livello nazionale di 1,1 punti raggiungendo il 23,3%. Nel Sud è Neet quasi un giovane su tre mentre a Crotone non studia, non lavora e non è in formazione quasi uno su due tra i 15 e i 29 anni
L'emergenza sanitaria seguita alla pandemia da Covid-19 ha avuto ripercussioni rilevanti sul mercato del lavoro, in particolare sulle componenti più vulnerabili (giovani, donne e stranieri) che già partivano da condizioni occupazionali più difficili. Secondo l’Istat, il tasso di occupazione della popolazione in età compresa tra 20 e 64 anni in media Italia è sceso al 62,6% dal 63,5% del 2019, al Sud il tasso di occupazione in questa fascia di età è del 48%, rispetto al 71,5% del Nord e al 67,4% del Centro
Tutte le province del Mezzogiorno si collocano nella coda della graduatoria nazionale con le più penalizzate che sono Crotone (35,6%) Vibo Valentia (40,0%), Caltanissetta (41,2%), Napoli (41,4%) e Foggia (42,6%). Nel 2020 le prime quattro province con i valori più elevati del tasso di occupazione sono nel Nord-est. La migliore in assoluto risulta Bolzano (77,2%), seguita da Bologna (76,6%), Forlì-Cesena (75,3%) e Trieste (75,1%)