Arte e food nella ripresa, le ricette di Bottura e Schmidt

Cronaca

Liliana Faccioli Pintozzi

Il colloquio con lo chef stellato e il direttore degli Uffizi a Live In Firenze

Il cibo è sinonimo di convivialità. L’arte è sinonimo di passione. Durante gli ultimi 18 mesi abbiamo impastato e panificato, da soli o in compagnia “virtuale”; abbiamo scoperto musei on line ed esaurito i cataloghi di film in tv; abbiamo letto, e ascoltato musica. 

Gastronomia e arte, in tutte le loro forme, sono state le armi più forti contro la solitudine del lockdown. E sono fondamentali anche adesso: per la ripresa, per il turismo, per noi stessi.

Lo sanno bene Eike Schmidt, dal 2015 direttore delle Gallerie degli Uffizi, e Massimo Bottura, chef stellato e patron dell’Osteria Francescana. E’ di quest’ultimo la definizione dei ristoranti come “botteghe rinascimentali”. E per un Nuovo Rinascimento non ha dubbi: la chiave è la squadra, il capitale umano è quello che bisogna tutelare. Perché fa la differenza. Condivide Schmidt, che aggiunge anche un altro elemento: il tempo. Il tempo per immaginare nuovi progetti, il tempo – anche – per stare in famiglia. 

L’impostazione è comune: arte e food, dicono, sono complementari; devono e possono giocare insieme puntando al coinvolgimento di tutto il territorio. Una collaborazione che non è ancora strutturale, ma che dovrebbe e potrebbe esserlo. Intanto, i turisti anche stranieri sono tornati, confermano entrambi. E si può pensare al dopo.

Intanto la sfida del presente, dice Bottura, si vince in un solo modo: rivisitando il passato, inventando il futuro, usando la memoria come filtro. Senza farsi sopraffare dalla nostalgia, che è sterile; ma guardando sempre in avanti.

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