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N.E.R.D. Non è roba per donne: parliamo di Spazio

Cronaca

di Monica Peruzzi

Nei giorni in cui ricorre l'anniversario della conquista dello Spazio da parte di una donna, la russa Valentina Terskova, il nostro approfondimento settimanale sugli stereotipi di genere ci porta a parla proprio di Spazio. Lo faremo con Chiara Chiesa, una delle mentor del progetto Space4women della Nato. Scopriremo che le carriere spaziali vanno ben oltre quella dell'astronauta e che non ci sono limiti alla nostra immaginazione.

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In questi giorni abbiamo celebrato la prima donna che ha raggiunto l'orbita terrestre: la russa Valentina Tereskova, che nel 1963, a 26 anni, dimostrò al mondo che le donne non avevano limiti.

La sua permanenza nello spazio, però, fu scandita da una serie di problemi fisici che la costrinsero a rientrare in anticipo. Da allora passarono 19 anni prima della missione di un’altra russa.

Ma da allora lo spazio è diventando un luogo sempre più accogliente per le donne

 

Cosa ci dicono i numeri

Fino a oggi sono stati 566 gli astronauti.  Di questi solo 65 sono donne.

Ovvero circa l'11,5 %

Fonte: Nasa-Esa

Per la missione Artemis, che  ci riporterà sulla Luna, alla volta di Marte, la Nasa ha annunciato la parità di genere :

9 donne e 9 uomini.

 

Ma lo spazio non significa solo fare l‘astronauta, come ci spiega  Chiara Chiesa, una delle 35 mentor del progetto space4women promosso dalle nazioni unite, nonché mente del Nasa Space Apps challenge di Brescia.

 

"Gran parte delle tecnologie che usiamo sulla Terra è stata progettata per lo spazio. Internet, ad esempio, è stato inventato per andare sulla Luna, così come il trapano senza fili. 

La memory foam, la schiuma che usiamo per materassi e cuscini, in origine è servita per gli scarponi usati per il suolo lunare. Oggi lo Spazio significa molte cose, ci possono essere carriere da ingegnere, ma anche da avvocato, per dirimere le questioni che si apriranno lontano dalla superficie terrestre, o da diplomatico dello spazio".

 

Quali competenze?

Ma quindi di quale tipo si competenze c’è bisogno per pensare al proprio futuro spaziale? Solo stem, ovvero le materie tecnico-scientifiche, oppure anche chi ha intrapreso un altro percorso di studi può immaginare una carriera in questo settore?

"Nello spazio c’è bisogno di ogni tipo d professionalità. Si va dal minatore spaziale, che dovrà scandagliare il sottosuolo dei pianeti, estrarne i materialiche serviranno per la vita umana, al bologo, all'economista. Certo arrivare da un percorso stem aiuta, perché avvicina a un mondo che volenti o nolenti è fatto di algoritmi e programmi molto coplessi per congegnare e consentire la vita fuori dal nostro Pianeta. Il mio progetto prevede la realizzazione di una App globale che raccolga le Università di tutto il Mondo per garantire percorsi ottimali alle future generazioni. Ma non ci sono solo quelle. Io, ad esempio, sono un avvocato, ma questo non mi ha impedito di avvicinarmi a questo settore. Nessuno dovrebbe sentirsi escluso perché la diversità è la ciave del successo di ogni progetto, di ogni missione". 

 

Lo spazio è infinito, come la nostra immaginazione

 

Allora sognare lo Spazio è possibile per tutti. E allora cosa dare da domani?

"Da domani dobbiamo pensare a come lo spazio può essere utile alla nostra vita, al futuro della nostra specie, ma anche alla nostra azienda, che può trovare sbocchi ci non avete neppure pensato, lontano dalla superficie terrestre.

Lo spazio non ha confini,come non deve averne la vostra immaginazione".