Fidanzati uccisi a Lecce, la perizia psichiatrica: omicida in grado di intendere

Cronaca
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Antonio De Marco, l'omicida reo confesso dell’arbitro Daniele De Santis e della sua fidanzata Eleonora Manta, è perfettamente in grado di intendere e volere nonché capace di stare in giudizio: lo ha stabilito la perizia che sarà esaminata nell'udienza del processo programmata per il 18 maggio. Lo studente 21enne di Scienze infermieristiche ha detto di aver ucciso la coppia, la sera del 21 settembre 2020, perché "erano felici"

La sera del 21 settembre 2020, a Lecce, ha ucciso l’arbitro Daniele De Santis e la sua fidanzata Eleonora Manta. Oggi la perizia psichiatrica disposta dalla Corte d'assise di Lecce ha stabilito che Antonio De Marco, l'omicida reo confesso, è perfettamente in grado di intendere e volere nonché capace di stare in giudizio.

L’omicidio della coppia

Lo studente 21enne in Scienze infermieristiche, originario di Casarano (Lecce), il 21 settembre ha ucciso i fidanzati – lui arbitro 33enne e lei impiegata all’Inps 30enne - nella loro casa di via Montello con 79 coltellate. Ha raccontato di aver premeditato l’omicidio e di averlo fatto perché "erano felici". Da quanto si apprende, il giovane sarebbe affetto da un disturbo della personalità di tipo narcisistico, ma non tale da inficiare la capacità di intendere e volere, tantomeno la partecipazione al giudizio.

La perizia

I due periti nominati dalla Corte d'assise, il direttore del dipartimento di salute mentale della Asl Roma 3 Andrea Balbi e il neuropsichiatria di Casarano Massimo Marra, hanno evidenziato una “disregolazione degli stati emotivi e comportamentali, una rabbia narcisistica". I risultati della perizia saranno esaminati nel corso dell'udienza del processo programmata per il prossimo 18 maggio, nell'aula bunker della Corte d'assise.

Antonio De Marco, ritenuto responsabile dell'omicidio del giovane arbitro Daniele De Santis e della fidanzata Eleonora Manta, Lecce, 29 settembre 2020. De Marco voleva immobilizzare , torturare e uccidere la coppia, per poi ripulire tutto con detergenti e lasciare una scritta sul muro con un messaggio per la città.  Aveva programmato tutto per la sera del 21
settembre scorso quando i due sono stati trucidati con decine di
coltellate. ANSA/CLAUDIO LONGO

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