Covid, invito alla prudenza da professor De Nicolao: “Non allentare troppo presa su virus”

Cronaca

Ordinario di Analisi dei dati dell’Università di Pavia, è tra gli autori di uno studio pubblicato su Nature Medicine che analizza i rischi con aperture totali e vaccini rallentati. A Sky TG24 dice: “Le nostre scelte possono fare la differenza. Se nelle prossime settimane si verificasse una crescita dei contagi, con una crescita degli sforzi sulle strutture sanitarie e sui decessi, potrebbe essere necessario tornare alle zone rosse. Non possiamo escluderlo. Se dovesse succedere, sarebbe una grossa sconfitta”. VIDEO

Da qui all’inizio del prossimo anno le vittime a causa del Covid-19 possono essere “ancora diverse migliaia”. Ma “il messaggio del nostro studio è che le nostre scelte possono fare la differenza”. A parlare a Sky TG24 è Giuseppe De Nicolao, professore ordinario di Analisi dei dati dell’Università di Pavia e tra gli autori di uno studio pubblicato su Nature Medicine che analizza i rischi di aperture totali e vaccini rallentati (COVID: AGGIORNAMENTI LIVE - SPECIALE - QUANDO MI VACCINO?).

L’invito alla prudenza del professor Giuseppe De Nicolao

Il professore invita alla prudenza e sottolinea: “La scommessa che si è deciso di fare è di allentare un po’ la presa sul virus, nella speranza che anche questa presa allentata - con l’aiuto delle vaccinazioni - consenta di proseguire il trend di decrescita. Il nostro studio mette un po’ una pulce nell’orecchio sul fatto che non si può allentare troppo. Se questa scommessa viene persa bisognerà chiudere di nuovo”. Riguardo agli scenari futuri, De Nicolao spiega: “È un po’ come correre su un nastro che corre anche lui nella direzione contraria. Mano a mano che noi proteggiamo le persone, diminuiamo i morti e i danni per il sistema sanitario, ma allo stesso tempo se aumentano i contagi si può rimanere fermi sul posto. Quindi se noi proteggiamo metà delle persone che potrebbero morire ma contemporaneamente raddoppiamo il numero di positivi giornalieri, restiamo esattamente sullo stesso punto di partenza. Se addirittura i positivi giornalieri più che raddoppiassero, a questo punto stiamo andando all’indietro”. Secondo il professore, “è ancora possibile innescare una dinamica di crescita esponenziale. L’auspicio è che tra vaccini, prudenza e il fatto che le attività che verranno consentite sono un po’ più a basso rischio, questo non succeda. Ma se succedesse che nelle prossime settimane si verificasse una crescita dei contagi, tale da comportare anche una crescita degli sforzi sulle strutture sanitarie e sui decessi, a quel punto potrebbe rendersi necessario tornare di nuovo alle zone rosse. Non possiamo escluderlo. Se dovesse succedere, questa sarebbe una grossa sconfitta”.

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Sulla campagna vaccinale: “Ora non abbiamo grandi margini per migliorare”

Rispondendo alla domanda su che cosa potremmo migliorare nella campagna vaccinale italiana, il docente ha spiegato (VIDEO): “Forse non abbiamo grandissimi margini per migliorare perché il collo di bottiglia sulle vaccinazioni è dato dalle forniture. Potremmo tenere i magazzini un po’ meno pieni, svuotare i frigoriferi, ma questo può comportare dei rischi nel caso in cui non arrivino in tempo nuove forniture e ci siano da fare delle seconde dosi. In ogni caso sì, abbiamo un ritardo rispetto ad alcune nazioni, ma non abbiamo dei margini per salire molto più rapidamente. Se questi sono i ritmi con cui arrivano le forniture, possiamo fare qualcosa di meglio, possiamo essere un pochino più rapidi, ma le 500mila dosi al giorno non sono possibili se non arrivano. Non può esserci un cambio di passo che cambi la situazione in maniera radicale. Dobbiamo essere organizzati per quando ci saranno le dosi per poterne dare 500mila al giorno. In quel caso sarebbe veramente fallimentare non essere in grado di rispondere prontamente. Ma in questo momento non è lì che abbiamo dei grandissimi margini di miglioramento”. Poi il professor De Nicolao ha ribadito: “La politica più efficace è quella di mettere in sicurezza le persone più anziane, perché una delle caratteristiche del Covid-19 è esattamente quella di avere una letalità che dipende in maniera sproporzionata dall’età. I decessi e i casi gravi sono concentrati in maniera impressionante sui pazienti più anziani, quindi una volta che quelli fossero messi in sicurezza la pressione sugli ospedali diminuisce nettamente”. 

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