Covid, a messa torna il segno della pace ma con inchino del capo

Cronaca

La Cei ha spiegato in una nota che dal 14 febbraio, non potendo prevedere la fine dell'emergenza, sarà di nuovo possibile interagire con gli altri fedeli, sostituendo la stretta di mano con sguardi e inchini della testa

Un piccolo passo verso il ritorno alla normalità: dopo mesi di stop, scambiarsi "un segno di pace" a messa sarà di nuovo possibile, anche se con nuove modalità (LE NEWS DI OGGI SUL COVID). Ad annunciarlo è stata la Cei, in una nota del Consiglio permanente che si è riunito ieri in videoconferenza: "I Vescovi si sono confrontati sul Rito della pace nella Messa e hanno deciso di 'ripristinare', a partire da Domenica 14 febbraio, un gesto con il quale ci si scambia il dono della pace, guardandosi negli occhi o facendo un inchino del capo". 

Sguardi e inchini al posto della stretta di mano

Non più strette di mano in chiesa, quindi, ma ugualmente un contatto tra fedeli, attraverso sguardi o inchini della testa. La pandemia - ha ricordato il Consiglio Permanente - "ha imposto alcune limitazioni alla prassi celebrativa. Non apparendo opportuno nel contesto liturgico sostituire la stretta di mano o l'abbraccio con il toccarsi con i gomiti, in questo tempo può essere sufficiente e più significativo guardarsi negli occhi e augurarsi il dono della pace, accompagnandolo con un semplice inchino del capo".

La nuova prassi dal 14 febbraio

Nella nota viene spiegata nel dettaglio la nuova prassi: all'invito "Scambiatevi il dono della pace" i fedeli dovranno "volgere gli occhi per intercettare quelli del vicino e accennare un inchino. Là dove necessario si potrà ribadire che non è possibile darsi la mano e che il guardarsi e prendere 'contatto visivo' con il proprio vicino, augurando: 'La pace sia con te', puo' essere un modo sobrio ed efficace per recuperare un gesto rituale". 

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