L'approfondimento quotidiano "I numeri della pandemia", che dallo scorso marzo viene dedicato all’analisi dei dati sull’andamento del contagio, è andato in onda per un giorno da Courmayeur nel LIVE IN con tre ospiti d'eccezione: Franco Locatelli, Andrea Crisanti e Alessandro Vespignani.
Insieme a Tonia Cartolano e Alessandro Marenzi, un parterre di eccezione formato da Franco Locatelli, Andrea Crisanti e Alessandro Vespignani ha commentato i dati della pandemia del 5 dicembre e i fronti più caldi di questa fase decisiva per il contrasto al Covid19 (LO SPECIALE SUL COVID), durante Sky TG24 LIVE IN. Un’occasione per analizzare il presente (con l’attualità della curva epidemica), il passato (con un bilancio della strategia anti-Covid del nostro Paese) e soprattutto Il futuro, con la sfida dell’inverno alle porte e le tante incognite del piano vaccinale. All’interno del programma sono stati presentati i risultati del sondaggio Sky TG24 – Youtrend su Italiani e Covid: quanti hanno intenzione di vaccinarsi? Quanto è ancora diffuso il supporto a medici e infermieri che ha caratterizzato la prima ondata? (ECCO LE GRAFICHE YOUTREND).
Locatelli: prossime settimane saranno cruciali, chi ha avuto Covid non sarà escluso da vaccino
"Almeno fino all’Epifania rimarrà la stratificazione delle Regioni in tre differenti profili di rischio, che corrispondo ai famosi tre colori giallo, arancione e rosso, e ci saranno tutta quella serie di strategie di mitigazione per far sì che si riesca ad ottenere una situazione gestibile". Così a Sky TG24 Live In Courmayeur, l’evento di Sky TG24 per portare il dibattito sul territorio, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli. "I numeri indicano un miglioramento e si sta alleviando la pressione sulle strutture ospedaliere, intese come occupazione dei posti letto nelle terapie intensive piuttosto che i posti in area medica. Questo però evidentemente deve servire come messaggio motivazionale per dare l’indicazione di continuare in questa linea di rigore e le prossime settimane saranno assolutamente cruciali per evitare poi di ritrovarci, dopo le festività natalizie, in una situazione critica".
Sulla questione vaccino, Locatelli precisa: "Dovrebbe essere vaccinato più o meno il 70% della popolazione italiana, ossia un po’ più di 40 milioni di nostri connazionali. Si tratta di una sfida importante e senza precedenti per una campagna vaccinale di tali dimensioni, che nel paese e nel mondo in generale non c’è mai stata E credo che la strada debba essere quella della persuasione e del convincimento, del far comprendere perché è così importante vaccinarsi, perché serve a se stessi, serve agli altri e serve a onorare la memoria di chi purtroppo non c’è più. Sarà poi ovviamente importante - continua ancora Locatelli - continuare a studiare tanti aspetti relativi al vaccino, su tutti quanto dura l’immunità conferita dal medesimo piuttosto che la risposta in determinate categorie di soggetti, anziani in primis. E va detto a chiarissime lettere che i vaccini che diventeranno disponibili nel Paese lo saranno solo dopo un processo di attenta valutazione da parte delle agenzie regolatorie, in particolare per l’Europa da parte dell’EMA (European Medical Agency)".
Sul raffronto tra la situazione attuale rispetto a quella che ha preceduto la seconda ondata, durante i mesi estivi delle vacanze, Locatelli spiega: "Credo e spero che quanto successo sostanzialmente dopo i mesi estivi ci abbia chiaramente insegnato che allentare o rallentare i comportamenti responsabili ci ha poi portato a una ripresa importante e a una accelerazione della curva dei contagi. Credo quindi che non si ripeterà più questo errore, anche perché vorrebbe dire che avremmo imparato discretamente poco. È evidente - ha aggiunto Locatelli - che ognuno di noi sarà artefice del proprio destino, ma questa è una situazione da cui si esce tutti assieme e poi è chiaro che andranno mantenute determinate misure in base a quelli che saranno i numeri, per cercare di contenere il più possibile la diffusione dei contagi. Dobbiamo perciò cercare di convivere nel migliore dei modi finché non avremo una copertura di comunità in grado di farci riprendere il più possibile uno stile di vita normale, come quello che c’era in epoca pre-Covid».
Sulla questione del vaccino anche per chi ha già avuto il Covid, Locatelli è chiaro: "Io credo che non ci siano elementi per escludere da un programma vaccinale le persone che hanno già contratto la malattia e sono guarite. Non sappiamo ancora quanto dura la vaccinazione conferita dall’infezione, quindi per quanto non siano la popolazione prioritaria, non vedo ragione per escluderli da un programma di vaccinazione".
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Crisanti: per vedere calo dei morti servono almeno tre settimane, vaccino avrà impatto in 6-7 mesi
"Se continua così, tra poco supereremo l’Inghilterra e l’Italia avrà il triste primato di avere più morti di tutti, sia in termini assoluti sia probabilmente in termini relativi alla popolazione». Il direttore del laboratorio di microbiologia dell’Università di Padova, Andrea Crisanti, dipinge un quadro fosco sul numero di vittime per l'ondata Covid in Italia durante l'intervento Sky TG24 Live In Courmayeur. "Non dobbiamo dimenticare che il numero dei morti è una funzione del numero delle persone infette - spiega Crisanti - Io penso che quando eravamo a 4 o 5 mila casi al giorno, forse dovevamo fare qualcosa prima e qualcosa di più. Adesso di fatto stiamo scontando il fatto che siamo arrivati a giorni in cui c’erano 40 mila casi al giorno e il numero dei morti continuerà ad essere alto perlomeno per qualche settimana ancora, ci vorranno almeno tre settimane per vedere un calo".
Sul vaccino, Crisanti spiega: "i vorrà del tempo e prima di sapere se il 70% della popolazione italiana avrà effettivamente aderito – e penso che lo sapremo verso giugno, se tutto andrà bene – fino ad allora avremo il problema di come controllare l’epidemia. Questa è la vera sfida, non credo che la vaccinazione avrà un impatto prima di 6 o 7 mesi, se tutto va bene. L’aspetto più positivo - ha aggiunto - è stato vedere una mobilitazione di risorse, cioè di quattrini, di menti e di creatività, che ha trovato soluzioni sicuramente innovative. Non era mai accaduto che un vaccino venisse portato a questo stadio in meno di un anno, quindi penso che da questo punto di vista sia un grandissimo successo della ricerca e della capacità umana di rispondere a questa sfida incredibile".
Crisanti vede poi un rischio nella mancanza di un piano per contenere i contagi una volta riportati a valori controllabili: "Il vero problema – come dimostra anche la seconda ondata – è che noi non abbiamo ancora un sistema per fare sì che se i casi si abbassano rimangano tali e questa credo sia una sconfitta con la quale dobbiamo fare i conti. Dobbiamo rendere il Natale un’occasione per controllare la diffusione del virus - sottolinea - invece di creare un’opportunità per la sua diffusione. Se ci muoviamo di meno diamo meno opportunità al virus di trasmettersi, così come se incontriamo meno persone. È stato dimostrato ormai che uno dei fattori che più contribuisce alla diffusione è la convivialità, perché chiaramente le difese si abbassano, non si usa la mascherina e si sta vicini e in ambienti chiusi. Io penso che queste misure vadano nella direzione giusta, se poi avranno l’effetto di mantenere i contagi a questi livelli, credo che saremmo tutti contenti. La sfida vera sarà dopo il Natale, perché non penso che con questi numeri potremo riprendere una vita normale".
Vespignani: vaccino è una sfida logistica senza precedenti
"Non dobbiamo dimenticarci che ci troviamo a dover vaccinare, non parlo solo dell’Italia ma parlo del mondo, miliardi di individui nel tempo più veloce possibile. Questa è una sfida logistica senza precedenti». Lo ha detto Alessandro Vespignani, epidemiologo computazionale alla Northeastern University di Bostona, a Sky TG24 Live In Courmayeur, commentando la sfida del vaccino per fermare l'epidemia di Covid19. "Il problema non è avere il 60% delle persone che vogliono vaccinarsi - sottolinea Vespignani - perché ci vorrà del tempo per somministrarlo. Ma per i mesi futuri dobbiamo continuare a considerare che dovremo combattere l’epidemia con le armi di cui disponiamo ora, ossia con l’attenzione, con le misure del governo e così via".
Secondo Vespignani, "vanno risolti anche alcuni nodi infrastrutturali che hanno contribuito alla seconda ondata, come il nodo dei trasporti, quello delle scuole, gli screening di massa. Avendo ancora molti mesi davanti non si può fare affidamento solo sul buon senso della popolazione e sul vaccino in arrivo. Bisogna comunque cercare di rinforzare le infrastrutture di sorveglianza e controllo dell’epidemia nei mesi prossimi - conclude Vespignani - proprio per cercare di tornare il più possibile verso una normalità».
Chi è Franco Locatelli
Il Prof. Franco Locatelli riveste il ruolo di Professore Ordinario presso l'Università "La Sapienza" di Roma. Dal 2010, è Direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia e Terapia Genica e Cellulare dell'IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. È riconosciuto a livello nazionale ed internazionale come uno dei maggiori esperti nel campo dell’ematologia, dell’oncologia, e dell’immunoterapia. Il Prof. Locatelli coordina il progetto nazionale di sviluppo clinico delle cellule CAR T in Italia, sta sviluppando programmi di terapia genica e genome editing nel campo delle emoglobinopatie ed è a capo del più vasto programma di trapianto allogenico nazionale. Dal 2019, ricopre il ruolo di Presidente del Consiglio Superiore di Sanità. È membro del CTS per l’emergenza legata alla pandemia COVID-19.
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Chi è Andrea Crisanti
Andrea Crisanti è Direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell'Università di Padova e del Laboratorio di Virologia e Microbiologia. Recentemente è rientrato in Italia dall’Imperial College di Londra, dove è professore di parassitologia molecolare. Crisanti è uno dei pionieri della biologia molecolare del vettore umano della malaria Anopheles gambiae. Ha condotto una serie di studi epidemiologici che hanno chiarito le modalità di trasmissione di Covid19 e fornito il razionale per l’implementazione di misure di controllo efficaci per circoscrivere ed eliminare focolai di trasmissione che sono stati adottati per la gestione dell’emergenza in Veneto e successivamente per controllare l’epidemia in Italia.
Chi è Alessandro Vespignani
Alessandro Vespignani è professore di fisica, informatica e scienze della salute alla Northeastern University di Boston, dove dirige il Network Science Institute. Esperto di reti e sistemi complessi, ha pubblicato centinaia di lavori su riviste scientifiche nel campo della fisica statistica, epidemiologia computazionale e la diffusione delle epidemie. È autore delle monografie scientifiche Evolution and Structure of the Internet, Dynamical Processes on Complex Networks e Charting the next Pandemic. In Italiano ha pubblicato L'Algoritmo e l'oracolo (Il Saggiatore)