Il centro servizi alla persona del comune trevigiano ha realizzato una struttura che tramite l’utilizzo di materiale plastico trasparente morbido, permetterà agli ospiti e ai loro famigliari di abbracciarsi, pur restando separati e protetti da possibili contagi
Dopo mesi di distacco fisico, gli ospiti della casa di riposo Domenico Sartor di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, potranno toccare nuovamente i propri cari che fanno loro visita, il tutto in completa sicurezza (CORONAVIRUS, GLI AGGIORNAMENTI – SPECIALE).
Separatori di vetro e postazioni per abbracciarsi
Si chiama “Emozioni senza confini” la nuova struttura ideata e realizzata all’interno del centro servizi alla persona del comune trevigiano. Uno spazio realizzato nel Salone delle Rose, rimodulato e allestito con separatori in vetro e postazioni dove ospiti e famigliari possono parlarsi e toccarsi grazie a dispositivi di sicurezza. 12 postazioni dotate di guanti inseriti nella parete per consentire il contatto fisico e di un dispositivo audio (cuffie e microfono) per la conversazione.
Il Cubo Sensoriale Interattivo
Al centro della sala c’è un Cubo Sensoriale Interattivo (led-wall) che, sfruttando la tecnologia immersiva, proietta immagini rilassanti di arte, natura e ambienti familiari (i parenti possono infatti girare dei video e inviarli al centro), stimolando positivamente i cinque sensi dell’ospite. Sistemi di sanificazione ad ozono e fotocatalitici consentono una costante igienizzazione degli ambienti.
Il bisogno del contatto fisico
La direttrice della struttura, Elisabetta Barbato, ha dichiarato: “Il mancato contatto fisico e visivo ha causato il declino cognitivo e un regresso comportamentale in molti nostri ospiti. La necessità di poter garantire nuovamente un contatto fisico era fondamentarle, dato che niente è più confortevole di un abbraccio: è un gesto empatico, aumenta l’autostima, dà energia e permette al nostro organismo il rilascio di endorfine e di ossitocina. Noi abbiamo sempre ricercato il benessere fisico, mentale ed emotivo dei nostri ospiti e questa struttura rientra in un macroprogetto più ampio, che vede un nuovo approccio multidisciplinare sviluppato insieme all’Università di Padova”.