Una pratica auspicata dal ministro della Salute, Roberto Speranza e possibile grazie ai test antigenici, cioè i cosiddetti tamponi rapidi che danno il risultato in pochi minuti e potrebbero aiutare nello screening di massa. Per ora però è possibile farli solo nella provincia autonoma di Trento. In Piemonte ci hanno provato ma mancano gli infermieri. Guarda il nostro video
Per ora il tampone in farmacia è realtà solo in Trentino. Parliamo dei test antigenici che funzionano più o meno come un test di gravidanza e danno il risultato in pochi minuti. Si potrà prenotare dietro prescrizione medica e sarà cura del farmacista segnalare i positivi all’Asl che li richiamerà per il tampone molecolare. I prelievi verranno effettuati da personale infermieristico, all’interno delle farmacie, se dispongono di locali separati e ingressi differenziati, oppure in strutture esterne. “Abbiamo individuato una soluzione che credo sia quella più percorribile sul territorio nazionale: effettuare i tamponi in aree esterne alla farmacia, una tenda, un camper, strutture facilmente isolabili e sanificabili in caso di tampone positivo, in modo da rendere il servizio al cittadino in tutta sicurezza per gli utenti della farmacia e per chi ci lavora”, spiega Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma.
Stop in Piemonte: mancano gli infermieri
Ma quello che è stato possibile in Trentino non lo è in altre realtà. In Piemonte ad esempio, la possibilità di fare tamponi in farmacia è stata annunciata già a ottobre ma alla prova dei fatti non è stato possibile far partire il servizio. Le farmacie avrebbero -nei piani - dovuto inviare un infermiere a casa dei pazienti ma gli infermieri non ci sono. “Gli infermieri li dovrebbero mettere a disposizione le strutture pubbliche, ma il problema è che non ci sono perché sono stati richiamati in servizio dalle regioni a causa dell’emergenza Covid”, continua Tobia.
A complicare le cose - denuncia Tobia - è anche la frammentarietà del sistema sanitario cha fa sì che ogni regione abbia regole diverse: “Il titolo V della Costituzione che continua a rendere il Sistema sanitario un sistema diverso in 20 regioni più due provincie autonome, in un momento difficile come quello dell’emergenza, rende impossibile che un cittadino di Lampedusa abbia gli stetti diritti di uno di Bolzano. Il che va contro alla Costituzione che ci dice che il diritto alla salute è un diritto per tutti i cittadini della Repubblica Italiana.