"Vite - L'arte del possibile": l'intervista a Nerio Alessandri

Cronaca

Il direttore di Sky TG24 Giuseppe De Bellis ha intervistato il fondatore e presidente di Technogym, che ha raccontato le origini e il percorso di crescita della sua azienda nel corso del nuovo appuntamento, dedicato agli italiani che hanno saputo raggiungere il successo internazionale

Giuseppe De Bellis: Nerio Alessandri, grazie, grazie di averci ospitato qui, poi parleremo anche di questo posto. Però vorrei incominciare subito da un'auto definizione: chi è Nerio Alessandri oggi?

 

Nerio Alessandri: Lo stesso che era nel garage 35 anni fa, sicuramente oggi giorno lo vivo come il primo, con la stessa passione, con la stessa determinazione, con la stessa fame. Quindi solo un po' più anziano di età ma con lo stesso spirito.

Giuseppe De Bellis: C'è qualcosa che è cambiato? Lei dice “Non sono cambiato” ma se va a scavare nel suo passato, in questi anni, c'è qualcosa che vede cambiato oppure niente, è sempre lo stesso?

Nerio Alessandri: Sicuramente sono cambiato un po' sulla modalità di riflette, quindi meno emotivo, sicuramente più consapevole, che non sempre è un vantaggio.

Giuseppe De Bellis: E invece, tutto quello che non è cambiato le piace? Le piace che non sia cambiato?

Nerio Alessandri: Sì, perché la cosa che mi piace è avere ancora il desiderio di rischiare, il desiderio di inventare, di innovare, di cambiare. Più consapevolezza c'è, più competenza ed esperienza c'è, più si è in qualche modo frenati e inibiti da questa esperienza. Invece, quando uno inizia nel garage, è molto più predisposto al rischio per non conosce tutto quello che è il vissuto.

 

Giuseppe De Bellis: Ha parlato del garage, però prima di arrivare al garage, vorrei passare proprio da questo luogo. Quindi: il garage è l'inizio e questo è l'oggi. Che cos'è questo luogo per lei? Siamo nel suo posto, quindi siamo vicino a casa sua, il posto dove lei ha creato tutto il suo mondo e questo poi è un pezzo straordinario, non sembra neanche di essere nel nostro Paese. Che cos'è per lei questo posto?

 

Nerio Alessandri: È il riassunto, la sintesi, di 35 anni di visione, di un  sogno. Quindi è la realizzazione, in qualche modo, di una missione che è appunto il wellness. Quello per  cui mi ritengo estremamente fortunato è che questo luogo rappresenta, non per il sottoscritto, ma per il mio team, la mia squadra, tutti i nostri azionisti e il territorio, è l'espressione, l'icona, l'espressione, come Wellnes Campus, di una filosofia perseguita da sempre.

 

Giuseppe De Bellis: Perché è rimasto sempre a Cesena? Lei ha un'azienda che è globale, è locale perché è radicata fortemente in questo territorio, appunto in questo Campus ne è la prova, però è un'azienda estremamente globale. Perché ha scelto di rimanere sempre a Cesena?

 

Nerio Alessandri: Perché ho immaginato una metafora, tanti anni fa, che è quella di far crescere una pianta, un albero, seminando, curandola, innaffiandola, potandola e la mia esperienza mi ha portato a pensare che può essere grande e forte questa pianta, quindi vuole vuol dire internazionale, avere dei rami in tutto il mondo, avere un tronco molto forte che è l'organizzazione ma tanto quanto le radici sono profonde e sono ben solide sul territorio. È uno strabismo, cioè essere globali ma essere anche locali, essere internazionali, pensare in grande ma curare il territorio, i propri collaboratori, tutti gli stakeholders. Quindi il territorio, la cultura, le origini, ritengo che siano molto importanti.

 

Giuseppe De Bellis: Come si fa a essere locali e globali insieme? Cioè, siamo nella provincia italiana, che è un valore, sappiamo tutti che è un valore. Però, poi per costruire un business così globale come il suo, un brand così globale, non rischia di essere un limite nascere in provincia?

 

Nerio Alessandri: Può essere, può essere, ritengo che i valori di questa terra rappresenti una grande fortuna per Technogym. Però credo, anzi mi diverte questa idea di pensare in modo un po' paradossle. Io adoro il paradosso, essere globale ma, ripeto, locale. Così come pensare in grande ma curare il dettaglio; così come pensare ai prossimi 30 anni ma essere focalizzato nei prossimi 10 minuti. Questo modo che mi caratterizza, credo, me lo riconoscono, di avere sempre questo “strabismo” che è fondamentalmente la rappresentazione del paradosso, anche in questo caso i valori, l'onestà del territorio che ti dà, come tua reputazione verso i tuoi amici, parenti, collaboratori, istituzioni, sono utilissime come valore per essere credibile nel mondo. E quindi io ritengo che sia una delle caratteristiche italiane, non solo la nostra, che è quella di essere una trattoria, un ristorante con lo stesso stile di una trattoria, quindi con la semplicità e la concretezza, e soprattutto la cura, la cura dei clienti, ma allo stesso modo scalarla come una catena di ristoranti nel mondo con questo tipo di spirito e di impostazione.

 

Giuseppe De Bellis: Adesso la porto al garage, dove ha cominciato. Perché la metafora, ma anche l'immagine del garage, ricorda la Silicon Valley. Qui siamo nella Wellness Valley. A lei piace un po' l'idea di essere l'antesignano, se vuole, di un modello che è stato così straordinario in un posto tanto lontano da noi, ma che in realtà poi è stato , allo stesso tempo, straordinario molto vicino a noi. L'immagine di quel garage che cosa rappresenta per lei?

 

Nerio Alessandri: Ogni tanto lo vado a visitare.

 

Giuseppe De Bellis: Esiste ancora?

 

Nerio Alessandri: Esiste ancora. È assolutamente autentico e ancora uguale, perché è la casa dei miei genitori che purtroppo oggi non sono più con noi, e ho voluto lasciarlo in questo modo. Non perdo occasione per farlo visitare ai collaboratori, ai dirigenti. Periodicamente porto i miei dirigenti, i miei collaboratori, anche i giovani soprattuto, a visitarlo e devo dire che ogni volta è un'emozione incredibile perché c'è chi ti dice: “Ma allora è vero? C'è davvero!”, perché magari fino a un minuto prima pensavano fosse una storia raccontata. Invece, quando poi le persone toccano con mano, vale più di un master, vale più di 100 corsi di formazione. Perché quell'esperienza, quell'emozione di vedere dov'è nata l'azienda, con quali risorse, praticamente zero, rispetto a dove siamo oggi, dà la dimostrazione, la prova che si può fare e quindi è un atto di grande fiducia che le persone acquisiscono nelle proprie capacità e nella propria possibilità di dimostrare di essere dei talenti.

 

Giuseppe De Bellis: Com'era il Nerio Alessandri di quel periodo? Era affamato? Visto che la chiamano lo Steve Jobs italiano, so che non le piace tanto, ma, appunto, essere affamati conta?

 

Nerio Alessandri: È tutto. Per me la caratteristica più importante in una persona è la curiosità. Quando faccio colloqui, cerco di conoscere persone, misurarle per coinvolgerle, guardo come prima caratteristica sempre il livello di curiosità, quanto una persona è curiosa. Credo che tutti quelli che un tempo mi conoscevano, ma tuttora mi possono riconoscere che la caratteristica principale è la curiosità. La curiosità è l'inizio di ogni cosa, perché la curiosità ti permette l'approfondimento, la conoscenza, imparare. Per me imparare è la cosa più importante. Se uno approfondisce, tipicamente si appassiona, perché l'approfondimento, nello sport, così come negli hobby, così come nel lavoro, ti appassiona. Se ti appassioni a una cosa, tipicamente ti riesce meglio. C'è quel qualcosa in più, come c'è nell'arte, nel capolavoro, nel risultato. Quando uno poi ottiene il risultati, acquisisce autostima, quindi diventa un po' più sicuro perché il risultato in qualche modo aiuta ad assumere maggiori rischi. E tipicamente questo è come nello sport dove non ci si accontenta mai, quindi fatto un risultato voglio fare un altro. Fatto un risultato ne voglio fare un altro e questo significa miglioramento continuo, dopodiché chi ha uno spirito di sacrificio, perché bisogna soffrire come soffrono ovviamente i campioni, a quel punto puoi raggiungere un qualcosa di straordinario, cioè realizzare l'impensabile e mi ritengo estremamente fortunato di aver potuto realizzare l'impensabile e tuttora, tutti i giorni, lavoriamo, mi impegno per potere realizzare l'impensabile del futuro.

 

 

Giuseppe De Bellis: Ecco ma l'impensabile realizzato, le viene in mente guardando più questo luogo o quel luogo? Cioè questo Campus o quel garage?

 

Nerio Alessandri: Né l'uno, né l'altro. Perché non riesco a vivere il presente e tantomeno il passato. Non riesco: è una cosa più forte di me. Quello che invece mi aiuta tutti i giorni è sognare e pensare avanti, immaginare qualcosa di molto migliore dal punto di vista della qualità dei prodotti, dell'innovazione, dei mercati, del rapporto con i collaboratori, delle competenze, quindi la mia ossessione è quella di rendere eterna l'azienda. Ho due figli e ne ho un terzo che è Technogym. La cosa che desidero di più, come lei, come tutti, dai nostri figli è l'eternità. Vorrei dare a Technogym longevità ed è quello che penso ogni minuto, ogni secondo della mia vita.

 

Giuseppe De Bellis: Ha parlato dei suoi genitori prima, le chiedo: com'era la sua famiglia?

 

Nerio Alessandri: Sono molto fortunato anche in questo, nel senso che i miei genitori mi hanno insegnato tantissimo e la cosa che mi porto più nel cuore sono i valori e gli esempi dei miei genitori. I miei genitori non mi hanno insegnato con le parole, con gli slogan, con i proclami. MI hanno insegnato con l'esempio e per me è stata una lezione incredibile, ho dei ricordi, ho la pelle d'oca in questo momento. Ho dei ricordi dei miei genitori che mi hanno aiutato nei momenti più difficili e in questo momento lo sono ancora di più di prima questi ricordi, come speranza, come fiducia, come responsabilità. Cioè come senso di responsabilità per continuare a investire, per continuare ad assicurare i posti di lavoro, l'occupazione, per continuare a crescere e a progredire. Questo lo auguro a tutti i giovani, lo auguro a tutti di poter avere la possibilità di toccare con mano l'importanza dell'educazione dei nostri genitori. Oggi sta a noi, dico io come genitore, a essere all'altezza della situazione.

 

Giuseppe De Bellis: E invece la sua famiglia attuale, quindi sua moglie e i suoi figli, che ruolo hanno nella sua vita oggi?

 

Nerio Alessandri: Tutto, tutto. Non c'è differenza nel wellness, questa è la filosofia: non c'è differenza tra la famiglia, il lavoro, gli amici, il tempo libero, essere impegnati. Perché quando la famiglia è parte del progetto, è parte importante nella realizzazione del sogno e quindi si sento coinvolti è una opportunità straordinaria. Io osservo molto i miei figli che sono giovani, per capire il mercato del futuro. Mia moglie, che ringrazio, lei aveva 16-17 anni quando io ho fondato la Technogym, ne avevo 21 circa, e quindi era una ragazzina e ha passato le notti ad aspettarmi nel camera da letto nel mio piccolo garage mentre io disegnavo perché io lavoravo nel frattempo, lo facevo nel dopo lavoro, mi sono licenziato dopo. Mia moglie, la mia ragazza ai tempi, la mia fidanzata, si addormentava e io continuavo a disegnare prendendo le misure a mia moglie mentre lei dormiva, perché non sapevo a chi prendere le misure per disegnare attrezzi da ginnastica. Questa è Stefania, cioè una persona che mi è sempre stata al fianco, che ha avuto una grande pazienza e soprattutto ha saputo capire questa evoluzione. Noi veniamo da famiglie molto umili, sia lei che il sottoscritto. Oggi ci troviamo in delle situazioni molto complesse, internzaionali e quindi questa evoluzione e questa crescita credo che sia grazie ad averavuto una famiglia che mi è sempre stata al fianco.

 

Giuseppe De Bellis: Lei insegna con l'esempio, come facevano i suoi genitori?

 

Nerio Alessandri: Ci provo, ma veramente, poi non so se ci riesco sempre.

 

Giuseppe De Bellis: Questo glielo diranno i suoi figli in futuro.

 

Nerio Alessandri: Però io sono il primo ad arrivare qui al mattino e sono l'ultimo ad andare via la sera. Sono quello che quando esco da una stanza, spegno la luce, sono quello che cerca di risparmiare e di non sprecare nulla. Poi si deve vivere bene, si deve vivere a livello internazionale, avere opportunità e quindi crescere anche attraverso l'investimento che è culturale, sociale. Ma alla fine noi rimaniamo sempre quei ragazzi di campagna, sempre quelle persone che ogni tanto vanno dalla nonna a ricordarcelo e porto i miei figli dalla nonna, perché stando a casa dalla nonna...

 

Giuseppe De Bellis: Abbiano i piedi per terra.

 

Nerio Alessandri: Si torna alle origini.

 

Giuseppe De Bellis: Ha parlato prima, ha detto una parola: ossessione, le chiedo: la mania della perfezione è la sua ossessione?

 

Nerio Alessandri: Sì, io adoro i dettagli perché sono convinto che i capolavori siano fatti di dettagli e i particolari fanno la differenza. Fare le cose normali sono capaci tutti, fare invece una qualsiasi cosa, che sia una lettera o un prodotto, un giardino, degli uffici, dei servizi per i clienti, una campagna marketing, qualsiasi cosa se è curata nei dettagli e quando si parla di dettagli si intende, non tanto la perfezione fine a sé stessa, ma l'equilibrio, l'armonia, la qualità, l'arte. Sono un designer, quindi vengo da un approccio artistico quindi per il sottoscritto, e per il il mio team, ogni prodotto è un oggetto d'arte, quindi viene curato, seguito, coccolato, portato alla, diciamo, perfezione del possibile, ovviamente, proprio perché riteniamo che ogni prodotto sia come un oggetto d'arte per un artista. Se questa cultura viene portata da come alla reception ti ricevono e sei ricevuto e sei ricevuto come in un hotel 5 stelle, o quando uno entra nel nostro giardino lo trova tutto in ordine. Se vai in fabbrica, è tutta pulita, con l'aria condizionata, con le persone vestite bene. Un ristorante fatto di diversi menù, curato. Queste cose creano cultura, sono molto orientato a creare un ambiente di qualità perché l'ambiente, nel rispetto dell'ambiente sia come sostenibilità e come qualità estetica, forma le persone. Quindi vivere in un ambiente pulito, sobrio, di qualità, sostenibile, comunque ti forma completamente. Se vivi in un ambiente degradata, imbruttito, sporco, anche le persone poi crescono senza la cura di sé stessi, senza la cura e il rispetto degli altri.

 

Giuseppe De Bellis: Questa perfezione, o comunque, questa ricerca anche della cura del dettaglio, è secondo lei una forma di coerenza che poi si ritrova anche nel prodotto? Cioè, secondo lei, ha funzionato anche per questo Technogym, nel senso che ha dato a un rapporto di coerenza con quello che fa all'interno di una struttura come questa e quello che fa con i clienti che sono fuori da qui.

 

Nerio Alessandri: La coerenza è il secondo valore, il primo è la curiosità, non dare nulla per scontato. Imparare da ogni esperienza, la seconda è la coerenza. Essere onesti nella vita aiuta, e penso che si possa dire che conviene. Il fatto di curare l'estetica diventa etica e ho testato personalmente che se un prodotto è bello, bello non vuole dire opulento, costoso,  ma inteso come armonioso, tipicamente funziona meglio. Tipicamente chi l'ha assemblato, chi l'ha fatto ci ha messo il cuore, tipicamente alla fine è il migliore della concorrenza. L'estetica, il Rinascimento insegna e abbiamo l'Italia che è la culla dell'estetica/etica e si può ampiamente provare quello che sto dicendo. Personalmente come imprenditore, se tornassi indietro rifarei tutto nello stesso modo e peraltro sono anche un designer e sono anche facilitato.

 

Giuseppe De Bellis: Ha mai pensato cosa sarebbe stato Nerio Alessandri se non avesse fondato Technogym?

 

Nerio Alessandri: Penso sicuramente un imprenditore. Ho provato di tutto, prima di Technogym andavo a vendere i detersivi alla sera, dopo il lavoro, e mi sono messo a fare dell'abbigliamento da solo perché non avendo possibilità me lo costruivo, me lo facevo da solo. Avevo chiesto di fare il designer come fashion designer per Armani, poi non ci fu la possibilità. Insomma, ho provato diverse cose e questo penso che sia una caratteristica che hai dentro. La voglia di costruire qualcosa, la voglia di lasciare un segno, la voglia inventare, di aiutare le persone, in questo caso a vivere meglio con Technogym, ma magari potevo fare dei depuratori e aiutare le persone a essere più sane attraverso un ambiente un ambiente più sano. Quindi sì, avrei fatto l'imprenditore.

 

Giuseppe De Bellis: Quanto c'è di suo, del suo tocco, della sua creatività, delle sue idee nei prodotti che fa? Il Nerio Alessandri designer, era solo il  Nerio Alessandri del passato o anche quello attuale?

 

Nerio Alessandri: Oggi abbiamo un centro ricerche con 200 persone e abbiamo anche un centro di design come designer molto importanti. Credo che la risposta è che ormai i prodotti si fanno da soli, e cioè l'azienda e non Nerio Alessandri però credo che, se posso accreditarmi un piccolo merito, è la cultura. Alla fine il prodotto si chiama prodotto perché è l'espressione di una cultura e questa cultura del bello, della qualità, del dettaglio, della funzionalità, di creare un ecosistema come Technogym ha creato, noi ci sentiamo una piccola Apple comunque, aldilà del confronto di poc'anzi, perché crediamo nell'ecosistema. Non crediamo nel prodotto. Nel 1996 fondammo un'azienda a Seattle per produrre software, oggi i prodotti sono tutti elettronici, abbiamo i contenuti dentro i nostri prodotti, i servizi collegati ai nostri prodotti. Quindi quando si parla di prodotto in Technogym si intende un ecosistema e oggi il digital è trasversale è il collante dell'ecosistema che tiene tutto. Sì, la filosofia di un'azienda che nel nostro caso si chiama Wellness è alla base di ogni cosa che facciamo tutti i giorni. Dal Wellness Campus alla Wellness Valley, alla Wellness Company ma con i Wellness People.

 

Giuseppe De Bellis: Lei ha definito la sua azienda “il suo terzo figlio”, quindi ne parla con entusiasmo, lo stesso entusiasmo che i genitori hanno quando parlano dei loro figli. Se dovesse scegliere tra le tante cose che le piacciono della sua azienda, qual è la cosa che le piace di più?

 

Nerio Alessandri: Pensare che stiamo aiutando il mondo. Il fatto che l'esercizio fisico sia un potentissimo farmaco, con effetti collaterali solo positivi, come diciamo noi, e che oggi, ancora più del passato, l'esercizio fisico sia così importante per chi soffre di diabete, di ipertensione, chi ha determinate malattie, mentali, per non parlare di sovrappeso e prestazioni sportive. Ecco, il fatto di essere utili per la salute e la prevenzione delle persone o per la performance degli atleti, dico due casi di questi giorni. La settimana scorsa ho avuto la fortuna e il piace di stare una mezza giornata con Cristiano Ronaldo. Io non lo avevo mai conosciuto, lui allena con Technogym da sempre, ed è per lui Technogym una cosa che fa parte della sua vita. Il fatto di essere stato vicino a lui e di aver vissuto l'esperienza e sentendomi raccontare come si allena e perché si allena e dire “Ma tutto questo da Cesena, tutto questo da un garage” quando c'è un campione, il più pagato al mondo. La stessa sensazione l'ho avuta prima del lockdown visitando, a Maiorca, l'Accademia di Nadal, dieci anni insieme. E così mi viene in mente Schumacher, mi vengono in mente i campioni, 7 Olimpiadi. Ecco, questo è un privilegio incredibile è una fortuna incredibile. Aiutare le persone che stanno male, che hanno momenti di depressione, dove la ginnastica, l'esercizio fisico ti tira fuori anche da malattie gravi, fino arrivare al campione. Quindi questa possibilità di rimettere in modo il mondo, perché questa è la grande sfida Techno-gym, il nome spiega perfettamente. L'uomo è nato per fare 25-27km al giorni, oggi ne facciamo mediamente meno di 2, tra l'1e il 2. Che Technogym possa aiutare a compensare quello che manca all'appello, è un onore incredibile, è una responsabilità incredibile: questa è la cosa più interessante di Technogym.

 

Giuseppe De Bellis: Lei testa, i suoi prodotti? Cioè lei cammina, lei si allena?

 

Nerio Alessandri: 3-4 volte la settimana, mattino presto, al contrario dei miei figli: loro si allenano la sera, non riusciamo ad allenarci insieme, neanche durante il lockdown, loro alla sera mi dicono “Papà ma la mattina no”. Io, invece, sono il contrario. Mi piace alzarmi presto, fare ginnastica, mangiare, mettermi pronto per andare in ufficio, 3-4 volte la settimana e quando non lo faccio non sto bene. Ho tanti amici che mi dicono la stessa cosa. Il fatto di muoversi e di fare ginnastica regolarmente, no ogni tanto, porta dei benefici enormi, soprattutto sulla creatività, soprattutto sulla energia che poi ti porti dietro tutto il giorno. E trovo una grande differenza quando viaggio che delle volte trascuro, non ho l'energia giusta e non sono positivo. Quando mi alleno e faccio ginnastica in modo regolare, mi sento più positivo.

 

Giuseppe De Bellis: È vero che il Wellness, secondo lei, è una forma di welfare?

 

Nerio Alessandri: La Wellness Economy, come noi la chiamiamo, credo che sia il dopo Green Economy. Star bene conviene. Conviene allo Stato, conviene alla spesa sanitaria, conviene alle imprese, per aumentare la produttività, la creatività, ma conviene soprattutto alla gente per stare meglio. Pensare a un Wellness benefit, intendo dire che oltre all'auto, il telefonino, i ticket restaurant, o alti aspetti che vengono dati dalle aziende, possa esserci anche un attrezzo da ginnastica a casa, dato con una forma di welfare, o di potere avere all'interno delle aziende, ed è già così, un Technogym Corporate come abbiamo fatto da Google a Facebook fino a centinaia di aziende anche italiane e nel mondo, le più importanti. Penso che sia normale nei prossimi anni avere, oltre alla mensa e ristoranti e l'asilo, avere anche la palestra in azienda.

 

Giuseppe De Bellis: Le ho sentito dire, in un'altra intervista, che per lei il wellness è anche una forma di sostenibilità ambientale.

 

Nerio Alessandri: Assolutamente, io ho fatto qualche studio, mi sono confrontato con esperti, e ci sono delle correlazioni misurabili e la Wellness Valley è un esempio. Singapore potrebbe essere una palestra da studiare, perché se la cultura del wellness che non è fare ginnastica, è anche fare ginnastica. Ma se la cultura del wellness vuole dire mangiare in modo naturale, sano, senza diete stressanti. Se sei a contatto con la natura e hai consapevolezza ed educazioni dei benefici, quindi sei informato e formato sui sani stili di vita, quindi ho un equilibrio fra mente, corpo e spirito, quindi fra la parte più fisica e quella più mentale, quasi sempre l'ambiente attorno è diverso. Questo l'ho visto a Singapore perché hanno questa cultura, così come nei paesi nordici, faccio un esempio, o alcune parti dell'Italia: la Romagna è una testimonianza, studiata anche al World Economic Forum di Davos. Sostanzialmente la Romagna, grazie a questa cultura della qualità della vita, noi ci troviamo la popolazione più attiva del 10% rispetto il resto della media nazionale, abbiamo oggi i medici di famiglia che prescrivono l'esercizio fisico a supporto di diverse patologie, abbiamo le scuole con dei programmi per i bambini di educazione alla salute. Abbiamo creato dei parchi dove all'interno vengono portati personal trainer per far far ginnastica agli anziani durante la stagione buona. Insomma, tutte queste situazioni rendono la città più bella, rendono la città più sostenibile, perché ci metti più attenzione nel non sprecare acqua, c'è più attenzione nelle piste ciclabili, cioè fare più piste ciclabili perché l'amministrazione sente questo bisogno, le scuole, e quindi ci sono tante componenti del territorio: dagli operatori, startup, gli alberghi sulla Riviera Romagnola, le società che si occupano di servizi, l'università. Per esempio a Cesena abbiamo tre facoltà che sono dedicate al wellness, quindi tutti questi elementi rappresentano una grande ricchezza per il territorio che è una legacy per le nuove generazioni. Non è un vantaggio del giorno dopo, non è né di destra, né di sinistra questo tipo di scelta, ma è una scelta a supporto del territorio e dei cittadini. Quindi ritengo che la sostenibilità passi attraverso l'uomo al centro, la persona al centro. Se così è, anche l'ambiente segue a ruota, se mettiamo al centro solo l'ambiente le persone spesso non capiscono il vantaggio per sé stessi e non hanno quel rispetto, quell'interesse del rispetto, perché è quasi come dire, non dico una posizione, ma viene vissuta come una imposizione. Ma se invece io trovo un vantaggio per me stesso, automaticamente sono più aderente a questo tipo di educazione.

 

Giuseppe De Bellis: Prima ha parlato di onestà, ha parlato del fatto che l'onestà paga sempre. Le voglio chiedere anche quanto l'umiltà è importante nel business? Cioè pensare sempre di fare qualcosa in più e di avere un atteggiamento anche di confronto e porsi il dubbio se si stanno facendo delle cose giuste.

 

Nerio Alessandri: L'ascolto è la cosa più importante nel business. Io dico sempre ai nostri ragazzi: “Se siete davanti a un cliente, ascoltate perché il 50% delle cose che dovete dire, ve le dice il cliente e quindi sicuramente fate bella figura”. Ascoltare tutto, ascoltare i bisogni, le lamentele, ascoltare anche i complimenti, ascoltare. Le persone sentono, ma ascoltano poco. È molto facile sentire, ma ascoltare è molto più difficile perché poi intervengono altri fattori, però l'umiltà vuole dire non dare nulla per scontato, significa desiderio di imparare, significa anche ricevere i feedback, ricevere i ritorni, che è una lamentela che spesso le persone non hanno piacere di sentirsi criticare e se ti fanno una critica, ringrazia. Questo è un modo di ascoltare, perché se ti hanno fatto una critica e se ti danno un consiglio è un regalo, è un dono.

 

Giuseppe De Bellis: Parlando dei suoi dipendenti, sempre leggendo le cose che ha detto, che ha scritto, le chiedo: è vero che lei ama circondarsi di persone che lei ritiene più brave di lei?

 

Nerio Alessandri: Sì, assolutamente

 

Giuseppe De Bellis: È una caratteristica strana per un leader

 

Nerio Alessandri: No, no, è perché se no non imparo. Se parto sempre dallo stesso punto: curiosità e desiderio di imparare, se io ho persone mediocri attorno io non imparo. Non è conveniente avere dei mediocri, è conveniente avere dei talenti perché ti sfidano. Ho bisogno di essere sfidato, a parte ceh mi annoio, non ho più neanche la pazienza di sentire delle idiozie ma aldilà di questo è bellissimo imparare e imparare dai giovani ancora di più. Perché, perché vivono in un mondo diverso, vivono delle prospettive diverse da quelle che abbiamo vissuto noi, anche alla loro età. Quindi ascoltare i clienti, i fornitori, ascoltare i colleghi, ascoltare i collaboratori ma ascoltare i figli e soprattutto i giovani perché c'è da imparare tantissimo proprio in questo momento.

 

Giuseppe De Bellis: C'è invece qualcosa che non le piace del mondo del lavoro. Da capo azienda, una cosa che proprio non sopporta degli ambienti lavorativi, magari non del suo perché l'ha creato lei e magari è riuscito a impostarlo come vuole lei, ma parlando con gli altri imprenditori, nel mondo dell'impresa c'è qualcosa che la infastidisce?

 

Nerio Alessandri: Sì, principalmente quando le persone lavorano nel breve. Se siamo insieme anche per 10 giorni o per 100 o per 1000, ma fai tutto ciò che può essere utile un domani per chi verrà. Se noi abbiamo avuto la fortuna di essere qui oggi grazie al lavoro di quelli che 30 anni fa, il mio vicino di casa, il mio compagno di scuola, la mia cugina, ci hanno permesso, e poi centinaia e migliaia di persone, di essere qua oggi, con questa immagine, questa credibilità, questi prodotti e benessere generale, dico ma le persone tra 20-30 anni avranno lo stesso diritto che abbiamo avuto noi oggi. Noi oggi stiamo costruendo la legacy, quindi vuol dire l'eredità per quelli che verranno un domani. Ecco questa è la cosa più importante e quando vede persone che tirano al breve, che fanno anche scelte più di convenienza di ciò che veramente era necessario per un cliente, per un prodotto, per un servizio, ecco questo mi infastidisce perché è l'etica questa, la trasparenza. Ecco, poi detesto chi racconta bugie, come chi si arrampica su per i vetri. È molto meglio affrontare le cose, essere aperti al confronto e quando si è aperti al confronto si risolve sempre tutto.

 

Giuseppe De Bellis: Secondo lei, un leader di un'aziende, un campo azienda, dev'essere più compassionevole o più duro?

 

Nerio Alessandri: Sono dell'idea né dell'uno né dell'altro, bisogna essere autorevoli, perché l'autorità  non funziona. Bisogna essere autorevoli, che significa sfidare. Perché ci si ricorda dei capi, dei responsabili che ti hanno sfidato che ti hanno alzato costantemente l'asticella e allora era sconveniente, non era confortevole però un giorno ti ricorderai di questi capi, cioè di quelli che ti hanno fatto crescere, ti hanno sfidato. Di quelli accomodanti, invece, di quelli che chiamo “Camomilla”; che cercano il consenso, di loro non ti ricorderai, quindi questo credo che sia anche una responsabilità di noi dirigenti e la cosa molto importante è dare l'esempio. Quindi l'autorevolezza, non accontentarsi mai, sfidare. Io dico sempre il problema non è tenere l'asticella alta e nonraggiungerla, semmai il problema è tenerla bassa e raggiungerla.

 

Giuseppe De Bellis: Quanto ha contato nella sua vita viaggiare? Quanto il viaggio, l'aver visto il mondo abbia influito in tutto quello che ha costruito?

 

Nerio Alessandri: Tantissimo, perché fa sempre parte dell'esplorazione, della curiosità e, anzi, se Technogym esiste, esiste per questa ragione, per l'esplorazione, scoprire, imparare e oggi sento la mancanza per colpa delle ragioni logistiche che tutti conosciamo. Voglio tornare a viaggiare il prima possibile, non basta Zoom, Team o la videocall o Facetime. Va bene, ma non è certamente creatività, serve il rapporto umano, serve vivere un'esperienza, servono le sensazioni. Devi vedere la reazione di chi ti sta davanti, il suo body language, come risponde o come si presenta,  e questo è importantissimo. Andare sui luoghi, son sempre dell'idea: vai e guarda con i tuoi occhi.

 

Giuseppe De Bellis: Durante il lockdown siamo stati tutti forzatamente nelle nostre case o, per chi ha avuto la fortuna di avere spazi all'aperto, secondo lei l'idea del benessere in quella fase è migliorata o peggiorata?

 

Nerio Alessandri: Devo dire che tutti quanti noi abbiamo preso consapevolezza dell'importanza della salute. Da un lato per alzare le difese immunitarie, quindi per essere in forma, essere preparati a determinate malattie, in tutti i sensi, aiuta. Dall'altro in termini anche di recupero, perché stare chiusi 2 mesi, 3 mesi, in alcuni luoghi molto piccoli, ovviamente lo stress è aumentato a dismisura, il diabete medio italiano è aumentato, l'obesità è peggiorata. Tutti abbiamo preso qualche kg in quel periodo lì e le conseguenze sono drammatiche, perché stare sempre al chiuso e fermi, tutti hanno detto “Appena posso vado a farmi una corsetta”, “Mi faccio una palestra in casa”, “Non vedo l'ora di tornare in palestra”, “Non vedo l'ora di fare sport”, anche persone che non pensavano di fare sport nella loro vita stanno diventando degli sportivi, quindi tutti in modo più o meno rudimentale, con attrezzature più o meno sofisticate hanno pensato di muoversi. Il fatto di essere stati forzati a farlo sarà una memoria che rimarrà come educazione alla prevenzione, alla salute, quindi questo fa ben sperare anche per il nostro settore.

 

Giuseppe De Bellis: Secondo lei come si esce dalla situazione attuale? Siamo nel pieno di una crisi economica che è conseguenza di una crisi sanitaria. Secondo lei come possiamo uscirne?

 

Nerio Alessandri: Prima di tutto con la assunzione di un'importantissima responsabilità, quindi partire dalla classe dirigente, partire dalla classe politica, ora più che mai la differenza la fa la classe politica perché ci sono delle forme, delle azioni da intraprendere impopolari o fare delle cure, delle terapie che solitamente non avvengono. Serve buon senso, serve leadership e, aggiungo io, un sistema paese coinvolto che possa fare squadra. Sono più per una ricostruzione dell'Italia così come è avvenuta dopo la guerra da parte dei nostri nonni, da parte dei nostri genitori, invece di pensare a una rinascita con sussidi. Penso che la crescita e tornare a essere l'Italia che ci meritiamo, passa attraverso il lavoro e quindi passi attraverso l'innovazione, gli imprenditori. Cioè gli imprenditori hanno un ruolo, e mi assumo la responsabilità, hanno un ruolo altrettanto importante, perché se non ci sono posti di lavoro non c'è l'occupazione, non c'è neanche il benessere. In questo momento la cosa importante sono gli investimenti. Dobbiamo dare fiducia agli imprenditori per investire e serve il sistema paese, così come lo Stato deve trovare delle formule per avvantaggiare chi investe, quindi delle forme di finanziamento per chi investe, o delle politiche fiscali, serve una trasparenza nel dire le cose come stanno. Se c'è questo orgoglio, se si crea l'orgoglio per la bandiera italiana, si crea, così come è successo dopo la guerra, si crea quello spirito che ha unito l'Italia tutti insieme, per ricostruirla dopo le macerie. Credo che l'Italia ce la può fare benissimo, perché abbiamo le carte in regola, abbiamo i migliori talenti del mondo, abbiamo i brand più belli e invidiati, abbiamo gli imprenditori più intraprendenti, abbiamo il mondo scientifico invidiato da tutti, parlo di tanti settori, non solo quello medico. Quindi sicuramente l'Italia può tornare a essere quella che tutti desideriamo ma serve buon senso e soprattutto spirito di sacrificio e senso di responabilità.

 

Giuseppe De Bellis: Mi dice che cos'è “l'imbestio”?

 

Nerio Alessandri: È la sintesi di questo libro che sostanzialmente il titolo doveva essere “l'imbestio”, poi quando era stato intitolato così facendo vedere a qualche amico, sei sicuro di chiamarlo “l'imbestio”? Perché se uno non è cesenate, non è romagnolo, rischia di fraintendere. L'imbestio è la passione, l'imbestio è il fuoco sacro, cioè è quell'energia che fa la differenza, che sostanzialmente è un qualcosa che ti aiuta in tutto. Ti aiuta ad affrontare le difficoltà, ti aiuta nello sport, nel lavoro, ti aiuta con la famiglia. Quindi l'imbestio riassume la fame, l'imbestio è la fame, cioè è avere fame, avere fame in tutti sensi: di scoprire, di imparare, di creare, di realizzare. Quando abbiamo fatto la nostra ultima convention avevamo tutti la maglietta “I'm imbestio” ed è stato molto bello. Mi hanno fatto anche un regalo con una firma da parte di tutti i collaboratori, che ringrazio perché Technogym esiste grazie a loro, grazie alla mia famiglia, mio fratello, tutte le persone che hanno e stanno facendo tutto il possibile per affrontare questa emergenza unica, almeno nella nostra vita. L'imbestio in questo momento sta aiutando molto.

 

Giuseppe De Bellis: Mi racconta com'è il rapporto con l'innovazione? Quanto è importante per lei?

 

Nerio Alessandri: Noi abbiamo un motto in Technogym che dice che se una cosa, un prodotto, un'iniziativa, ha successo e funziona, significa che è obsoleta. Questo non piace a tutti, perché ti tira fuori dalla confort zone, però è il DNA dell'innovazione. L'innovazione sostanzialmente è cambiamento costante e continuo, quindi l'innovazione è tutti i giorni, a 360°, da come ti poni a come fai i prodotti a come ti relazioni con i clienti. Quindi l'innovazione devo dire che è il vero motore della crescita di Technogym.

 

Giuseppe De Bellis: Lei ha mai avuto paura di perdere tutto questo?

 

Nerio Alessandri: Tutti i giorni. Io la mattina mi alzo, sempre con la stessa preoccupazione di tornare povero come lo sono stato e di perdere tutto. E quando dico perdere tutto, non dal punto di vista materiale, perdere tutto dal punto di vista reputazionale che è la credibilità, il rispetto da parte dei clienti, dei fornitori, del territori ma soprattutto dei collaboratori, degli amici, della famiglia. LA faccia. Questo faccio di tutto per evitarlo e per mantenere attraverso i risultati, attraverso la coerenza, attraverso l'esempio, quello che ritengo essere una grande fortuna.

 

Giuseppe De Bellis: Questa è una molla che la fa alzare ogni mattina e le fa pensare anche oggi nonostante tutto devo dare il massimo?

 

Nerio Alessandri: Sì, infatti mia moglie mi dice “Ma basta, ancora di più?” e anche gli amici. Però io ho visto i grandi campioni, alla fine fanno così: Nadal è l'ultimo a uscire dal campo, che si allena in palestra da solo, come mi ricordo Schumacher. Io sono stato molto vicino a Schumacher dal suo inizio per quasi 10 anni perché eravamo proprio i preparatori atletici e lui comunque alla fine metteva a posto tutto, quando erano già tutti usciti dall'ufficio o dall'officina. È veramente un atteggiamento, un modo di essere. Che però, attenzione, e la domanda è “Ma si nasce o si diventa”. Allora, io avrei voluto fare l'imprenditore, ma non sono nato imprenditore. Non sapevo neanche che cos'era, né i miei genitori, né i miei parenti, né i miei amici erano imprenditori. Ma si diventa, così come talenti si nasce o si diventa, è chiaro che un minimo di base la devi avere, ma poi ci si allena, bisogna allenarsi a fare tutto. La creatività va allenata. Fare dei prodotti di qualità, bisogna allenarsi. L'allenamento che vale per un fotografo, così come per un meccanico, significa farlo per centinai di volte, migliaia di volte la stessa cosa e quando si è arrivati alla millesima, probabilmente ne devi fare altre mille per riuscire a migliorare. Questo vale per il fotografo che fa 1000 foto e l'ultima magari è quella è giusta, così come vale per i grandi campioni dello sport. Noi imprenditori siamo chiamati a questo però hai due possibilità: o è frustrante o è divertente. Nel mio caso è molto divertente.

 

Nel Museo/Esposizione

Giuseppe De Bellis: Qua siamo dove è cominciato tutto, questo è l'attrezzo da cui è partita Technogym.

 

Nerio Alessandri: Sì

 

Giuseppe De Bellis: Che cos'è? Perché sembra una cosa completamente diversa rispetto a quello che vediamo oggi.

 

Nerio Alessandri: Quando ero giovane e avevo 21 anni, frequentavo una piccola palestra di Cesena, la Champion che aveva solo manubri, bilancieri, panche e vedevo i bodybuilder, io ero magrissimo, che facevano una fatica incredibile, in situazioni pericolose, portare sulle spalle bilancieri pini di dischi. Allora io, super curioso, chiedo all'istruttore, proprietario “ Non potrei farti qualcosa, un disegno che ti può aiutare a fare questo esercizio in modo più sicuro?”, “Magari se fai una slitta, guidata”. Allora mi dava delle indicazioni e io prendevo perché comunque volevo fare qualcosa e l'idea di vedere persone che usavano i bilancieri e manubri aiutati da una macchina poteva essere un'idea per fare un prodotto e di lì nacque l'axquat che sostanzialmente è un attrezzo che ti permette di fare le accosciate guidato. Quindi metti le spalle qui sotto, ti appoggi qui, con i piedi fai una slitta guidata. Sostanzialmente era lo stesso esercizio fatto con i dischi sul bilanciere, messo su una macchina comoda, sicura, piacevole, che ti dava la possibilità di selezionare i pesi ma soprattutto con una cam bianca super innovativa, incredibilmente nuova già ai tempi che aiuta a fare lo sforzo. Cioè sostanzialmente, quando io sono piegato che l'articolazione soffre ed è in una posizione svantaggiosa la cam mi aiuta, quando mi distendo che ho più forza, la cam mi dà più carico. Quindi ottimizza, quindi, in un piccolo garage, 37 anni fa, un attrezzo super innovativo che ha dato poi l'avvio a un'intera linea di prodotti. La prima macchina tutto smontabili messa nel baule, perché doveva essere caricata nel baule di una vecchia golf a prodotti che poi ho portato con il camioncino. Questa è nata con Stefania, prendendo le misure a lei, poi abbiamo fatto altri prodotti, a esempio”Unica” che è stato un successo e a distanza di tanti anni ancora è sul mercato ed è la stessa macchina che facemmo all'inizio, oggi viene prodotta nello stesso modo perché è rimasta uguale ed è un'icona. La palestra un 1mq e mezzo.

 

Giuseppe De Bellis: Questa è una Technogym, appunto, meccanica.

 

Nerio Alessandri: Meccanica per la ginnastica in casa, questa era per la ginnastica in palestra.

 

Giuseppe De Bellis: Poi c'è stata un'evoluzione perché oggi l'azienda di fatto non è più un'azienda meccanica

 

Nerio Alessandri: Siamo un'azienda di sistemi, fatti con contenuti, elettronica e non solo meccanica e anche molto, molto digitale. Poi abbiamo inventato il tapis roulant, quindi il tappeto per la corsa, qui siamo nell''88-'89. Poi già nel 2000, fine anni '90, il primo werable device, non c'era ancora il WIFI e volevamo collegare le macchine con il programma anziché la scheda di carta, una memoria che poteva raccogliere i dati. Poi nei primi anni 2000 l'elettronica prende ancora più piede, tutte linee più sofisticate, automatizzate. Poi nei primi anni 2000 la prima televisione montata sull'attrezzo da ginnastica.

 

Giuseppe De Bellis: Quindi l'arrivo dei contenuti

 

Nerio Alessandri: L'arrivo dei contenuti, quindi prima la televisione, poi internet, oggi, attraverso lo streaming consegnamo a casa, in palestra, sul display o sull'Ipad anche delle classi, un'istruttore online che ti permette di fare programmi e di seguire un coach a distanza che ti motiva e ti aiuta. Fino ad arrivare a una sofisticazione proprio Internet Of Things, quindi legato al WiFi, i sensori che sono collegati direttamente all'assistenza tecnica, mentre viene utilizzato noi acquisiamo i dati, vediamo l'assistenza, se c'è bisogno di manutenzione, se ci sono dei problemi e possiamo anche sistemare da remoto, fare determinati interventi. Siamo partiti dalla meccanica, poi abbiamo aggiunto l'elettronica, poi tutta la parte del software, e del digitale, e ora i contenuti come Apple. Quindi un'ecosistema che lo customizziamo per gli ospedali con dei prodotti specifici per la riabilitazione, la parte medica; per lo sport: performance, quindi società di vario tipo, dal calcio al basket e abbiamo migliaia di centri sportivi. Poi il grande mercato, quello fitness che è più intrattenimento, più lifestyle e ora la casa con la ginnastica in casa che sta diventando sempre più popolare.

 

Giuseppe De Bellis: Di quante migliaia di clienti stiamo parlando?

 

Nerio Alessandri: Tanti. L'Italia intera, sostanzialmente nel mondo, prima del lockdown, circa 50milioni di persone utilizzavano Technogym, e speriamo che ritornino tutte, in 100 paesi. Quindi 80mila palestre nel mondo, sia corporate che sport performance o centri di riabilitazione, 80 mila strutture hanno Technogym. Circa 400 mila case fra le più belle del mondo, appartamenti tra i più belli del mondo perché noi siamo partiti dal settore Premium, quindi in 100 paesi oggi Technogym è un brand globale, riconoscibile grazie anche a 7 Olimpiadi, a tanti testimonial e abbiamo rapporti con l'Università, con esperti, facciamo molta ricerca, quindi cerchiamo di sperimentiamo i prodotti. Il fatto delle Olimpiadi è come nella Formula 1 per le auto, nel senso che noi seguiamo i grandi sportivi, le grandi competizioni sportive, prepariamo e aiutiamo a preparare la preparazione atletica perché poi la ricerca e l'esperienza fatta dal mondo professionistico ci aiuta per le persone tutti i giorni. Oggi abbiamo delle soddisfazioni incredibili perché abbiamo visto per esempio che, grazie alla ricerca fatta al Memorial Sloan Kettering, che è un importantissimo ospedale oncologico, abbiamo visto che grazie all'esercizio fisico quanto sia importante per il paziente prima, durante e dopo il trattamento chemioterapico l'esercizio fisico. Aiuta la persona ad affrontare meglio il trattamento così invasivo, aiuta dopo a reagire dopo molto meglio, a recuperare molto più velocemente e l'efficacia del protocollo che viene utilizzato in base alle statistiche risulta essere molto più interessante se viene abbinato a un esercizio fisico. Attenzione, l'esercizio fisico ha bisogno di una posologia, quindi non è muoversi, ma è fare l'esercizio con una determinata intensità, con una determinata durata, frequenza cardiaca, angolo di movimento. Ci sono tante caratteristiche che il digitale, l'elettronica, la computerizzazione, i dati, aiutano. Aiutano nel prescrivere, nel verificare se il risultato è stato quello prescritto e se il miglioramento è nella direzione giusta. Il digitale nel nostro caso è veramente molto, molto importante e oggi grazie a un telefonino ti avvicini a un attrezzo, fai il login, ti viene fuori la tua fotografia con i programmi, il tuo film, il tuo contenuto in qualsiasi parte del mondo, se vai in Giappone ti viene in italiano la console, il network, il cloud, e tutte le nuove tecnologie che sono tipiche del sistema social media, ecommerce, ecc, l'AI per noi è molto importante come capacità predittiva qual è ciò che piace di più alle persone, in che modo personalizzare un programma, quali sono i messaggi che ti vengono dati da un trainer mentre tu fai ginnastica, il contenuto che ti viene selezionato in base alle tue caratteristiche e passioni, se sei un sportivo, sedentario, hai un problema di salute, clinico: quindi veramente è una rivoluzione. Noi siamo di fronte a una rivoluzione aziendale, che poi è la quarta rivoluzione industriale che ci sta accompagnando e dall'Italia non è facile perché è più facile essere nella Silicon Valley, ovviamente, però abbiamo visto che abbiamo dei ragazzi molto in gamba, i nostri giovani in Italia sono molto in gamba e abbiamo un centro ricerche e un ufficio di sviluppo software, hardware e meccanico molto importante, abbiamo visto che comunque dall'Italia si possono fare non solo le Ferrari ma anche le Technogym.

 

Giuseppe De Bellis: Abbiamo visto nella parte precedente l'evoluzione dell'azienda, allora le voglio chiedere però se ci sono stati delle difficoltà. Perché adesso siamo in un contesto in cui Technogym è nella sua massima potenza. C'è stato un momento di difficoltà, magari all'inizio del percorso che l'ha fatta dubitare o le ha dato invece una molla per continuare ad andare avanti.

 

Nerio Alessandri: Due aspetti: uno familiare e uno tecnico. Mia madre che quando decisi di licenziarmi dal posto sicuro, a Cesena io era progettista di un'azienda importante locale all'eta di 21 anni, facevo già il sabato e la domenica sera le sperimentazioni dei primi attrezzi, poi dopo un anno e mezzo all'età di 22 decisi di licenziarmi. Quando diedi la notizia a mia madre devo dire che per un mese un muso lungo così, piangeva di continuo: ma come lasci il posto sicuro per fare delle cose che era difficile anche spiegare agli altri. Ma io credevo che il futuro sarebbe stato interessante. Dall'altro come aspetto tecnico, perché non essendo un medico, non essendo un esperto, tra l'altro all'età di 22 magrissimo di fianco agli sportivi, i bodybuilder, sicuramente non ero credibile, trovare persone che mi dessero fiducia. Quindi quando facevo i colloqui, mi dicevano: “Quand'è che arriva tuo padre?”, “Guarda che sono io”. Andavo in banca e mi dicevano “Ma tuo padre?”, tutte le volte c'era sta storia qua. Non ero credibile. All'inizio mi chiudevano tutti le porte in faccia, tra poi dai miei amici che il mio primo collaboratore è stato il mio vicino di casa, il secondo è quello che veniva a scuola con me, la terza la mia cugina, quindi i primissimi collaboratori che hanno creduto nel progetto sono stati quelli della mia via, quelli della mia strada in questo piccolo paese di Cesena da 1000 abitanti, via Mentana, dove appunto c'era il garage. Le difficoltà sono sempre e sono sempre opportunità.

 

Giuseppe De Bellis: Adesso vediamo qua tutto lo sviluppo che c'è stato nella parte più legata alla performance, quanto è stato importante avere un rapporto soprattutto con il mondo olimpico, 7 Olimpiadi, possiamo dire tranquillamente anche 8 perché ci sarebbe già stata in corso l'ottava Olimpiade e invece la vedremo l'hanno prossimo, quanto le gare per il brand Technogym per il mondo olimpico è stato importante per la crescita dell'azienda?

 

Nerio Alessandri: Vitale. Queste sono le prime Olimpiadi di Sydney nel 2000 e circa 7000 atleti utilizzarono Technogym e noi eravamo lì ad ascoltare tutti i commenti, tutti i suggerimenti, preparatori atletici che discutevano fra di loro. Poi l'esperienza con Schumacher per tanto anni. Technogym fornitore ufficiale del Milan nel 1987, poi la Juventus, poi l'Inter, qui vediamo tantissimi campioni da Ronaldo a Nadal, in tutti gli sport, dal rugby al pugilato, alla Formula 1, quindi la ricerca è sempre stata la chiave del successo che significa performance, atleti ma anche riabilitazione e parte medica. Questa è una Room dove analizziamo il movimento degli atleti, delle persone che devono riabilitarsi. Questa è una pedana che mentre una persona cammina, ci sono 12 telecamere che analizzano il movimento e capiscono in tempo reale la differenza fra un arto e l'altro, la postura, l'accelerazione, il movimento. Qui analizziamo i prodotti prima dal punto di vista biomeccanico, come ergonomia, poi li analizziamo dopo aver fatto i prototipi per capire se funzionano, se danno i risultati, questo serve per lo sviluppo del prodotto ma anche fare dei test di valutazione. Dovizioso, famoso motociclista amato da tutti gli italiani, si prepara in Technogym con Cuzzolin che è il suo preparatore atletico e in Technogym abbiamo fatto tantissimi test. Poi le persone si allenano a casa, si allenano presso il proprio team. Qui avremo, non posso fare nomi, ma appena si riapre atleti importanti che verranno a vivere qui a Cesena per qualche giorno e vivere un'esperienza diretta qui al Technogym Village proprio per essere testati e valutai. Perché oltre alla preparazione atletica per la prestazione, c'è anche per l'atleta attività di prevenzione. Perché se ci sono degli scompensi muscolari o non ci sono dei sitemi di reattività dal punto di vista muscolare, cardio muscolare, la persona rischia un infortunio. Per un atleta è un costo, per una squadra perdere un atleta per 2-3 mesi è un costo altissimo, quindi la preparazione atletica come diceva Schumacher “Sì ho un auto buona in Benetton ma ho 2 secondi dentro, grazie a Technogym ho 2 secondi”. Quindi a parità di auto, di prestazione, di investimenti, la mia preparazione psico fisica è un vantaggio enorme che lui non diceva a nessuno, era un segreto. Lui credeva in questo stile di vita così tanto che gli facemmo un Technogym Truck, un camion grande, di quelli che si aprono che lo ha seguito per 10 anni, in tutte le gare, anche quando era in Ferrari, ed è la sua seconda casa. Quando erano nei paddock, c'erano questi motorhome, enormi, giganteschi, con dentro tutte le attrezzature per i box, ce n'era sempre uno di fianco di Technogym, giallo e nero, che era la sua casa. Lì si preparava, faceva i massaggi, viveva anche il suo tempo libero. Quindi Schumacher è stato un grande esempio ma oggi abbiamo dei giovani, da Sinner che è appena venuto qui in Technogym, un talento italiano del tennis, e tanti altri, insomma non faccio noi, che noi con tanto onore con tanta passione stiamo seguendo. Lo sport, gli anziani, gli ammalati e chi sta bene. Noi siamo Technogym nelle varie stagioni della vita, quando uno è giovane, quando uno è adulto, quando uno è anziano. Ma vogliamo essere Technogym nei vari luoghi della vita: al lavoro, a casa, nel tempo libero, in palestra, in viaggio. Quindi Technogym sempre, proprio come stile di vita. La nostra filosofia è quella di insegnare, educare, aiutare le persone a vivere meglio. Chi nello sport, chi perché è malato, chi perché vuole essere più informa e più performante.

 

Cronaca: i più letti