Caso procure, Poniz a Sky TG24: "Da sanzionati condotte perfino minatorie". VIDEO

Cronaca

Il presidente dell'Anm su altre possibili indagini interne alla magistratura: "Non mi meraviglierei". E sull'arrivo di Cantone a Perugia: "Finalmente, un ufficio così rilevante non può rimanere un anno vacante". Poi aggiunge: "Leggeremo le chat quando le avremo da una fonte lecita e legittima, tutto il resto non ci interessa"

Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Luca Poniz parla ai microfoni di Sky Tg24 sulla questione del caso procure, dopo l'espulsione del magistrato Luca Palamara (IL BOTTA E RISPOSTA TRA PALAMARA E PONIZ). "Le accuse riversate dai protagonisti agli associati, nelle quali avverto una parte di condotta perfino minatoria, sarà valutata dagli interessati nell’obiettiva portata della stessa", dice Poniz.

"Rileggeremo tutti gli atti pubblicati dai giornali"

"L'associazione - continua Poniz - l’anno scorso ha chiesto, e ora di nuovo, dopo che le indagini sono formalmente chiuse, tutti gli atti che i giornali hanno in parte pubblicato. Li leggeremo, capiremo quali sono le condotte e torneremo ad affrontare quelle disciplinari nei confronti di qualsiasi collega che in esse dovesse comparire come autore di condotte eticamente irregolari nei confronti del nostro statuto".

"Non mi meraviglierei di altre indagini interne"

Poniz sottolinea che, in caso di nuove indagini interne all'Anm o al Csm, non sarebbe sorpreso: "Se le conversazioni riportate sono fedeli e complete, ci sono spazi per le valutazioni di rilevanza disciplinare".

"Finalmente un procuratore a Perugia, importanza fondamentale"

Sull'arrivo di Raffaele Cantone a Perugia, Poniz aggiunge: "L’unico segnale che commento positivamente è che finalmente un procuratore della Repubblica torna in un ufficio rimasto un anno vacante, che non può essere". Per il numero uno dell'Anm, infatti, Perugia "ha un compito delicato, cioè la competenza processuale a indagare sui magistrati romani, quindi si può solo immaginare quanto ciò sia rilevante".

Luca Palamara

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"Politica pensi alle valutazioni dei politici, non solo ai magistrati"

"È molto strano che l’opinione pubblica e soprattutto la politica abbiamo questa attenzione verso le condotte dei magistrati e le loro responsabilità e nessuno si ponga il problema della contemporanea e irrinunciabile valutazione delle condotte dei politici", riflette ancora Poniz. "Mi risulta che i due deputati presenti quella sera a quell’incontro continuino serenamente ad essere componenti dei rispettivi partiti, non mi risulta che nessuno, dal lato della politica, abbia chiesto loro conto, con la stessa durezza con cui la magistratura ha chiesto conto ai propri associati”. 

"Decisione conforme alle regole, siamo serenissimi"

Il presidente dell'Anm torna nuovamente sul caso Palamara (LE TAPPE DELLA VICENDA), spiegando che “noi non possiamo avere paura dell’impugnazione davanti ai giudici, noi siamo magistrati e le regole le rispettiamo. Abbiamo adottato una decisione conforme alle regole statutarie, siamo serenissimi - continua - Non sarà però su una pretesa chiamata di correità, fatta anche in maniera impropria nei contenuti e nei modi, che fonderemo il nostro giudizio, quello di cui ci occuperemo di qui in avanti non sono le reazioni degli incolpati sanzionati, sono le valutazioni sui fatti che l’indagine di Perugia nel suo insieme rivela".

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"Le chat? Le leggeremo quando le avremo da fonte lecita e legittima"

Infine Poniz ha chiarito la sua posizione sulle chat al centro delle indagini sul caso Palamara. "Noi leggeremo le chat quando le avremo da una fonte lecita e legittima, tutto il resto non ci interessa - sono le parole del presidente - Io non ho titolo per intervenire sulle responsabilità della politica, sia la politica a farlo, io ho solo fatto un confronto della diversa capacità di reazione della magistratura e della politica che in quella vicenda erano coinvolte. Non c’è soltanto la magistratura che si è avvicinata alla politica, il rapporto in quel caso è bilaterale ed è identicamente discutibile, tanto nei presupposti quanto nelle finalità”.

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