"E' stato ordinato lo sgombero da Via Napoleone III", twitta la viceministra dell'Economia Castelli. La sindaca: "Qualcosa si muove". Ma l'organizzazione fa sapere: "Abbiamo partecipato solo un incontro sulla richiesta di sgombero". L'edificio è occupato dal 2003. La Corte dei Conti ha calcolato un danno erariale di 4,6 milioni per omessa disponibilità del bene
“Ho appena saputo che è stato ordinato lo sgombero da Via Napoleone III a Casapound. Ci lavoriamo da tanto, finalmente si ristabilisce la legalità”. A dirlo è la vice ministra dell'Economia e delle Finanze Laura Castelli in un tweet in cui menziona anche Virginia Raggi. “Finalmente qualcosa si muove, ripristiniamo la legalità”, le fa eco su Twitter la sindaca.
Casapound smentisce
Ma che la strada dello sgombero non sarà semplicissima lo si evince dalle parole del responsabile romano del movimento di estrema destra, Davide Di Stefano, che invece replica di aver partecipato "solo un incontro sulla richiesta di sgombero che si è svolto in questura con una rappresentanza di Casapound". Insomma potrebbe rappresentare una giornata decisiva per quella che nella capitale è ritenuta una delle occupazioni storiche.
La “storica” sede
Proprio nei giorni scorsi la sindaca aveva preso carta e penna e inviato due lettere al ministro della Difesa Lorenzo Guerini e a quello dell'Economia Roberto Gualtieri chiedendo lo sgombero di due occupazioni abusive di Casapound Italia. Si trattava appunto della "storica" sede di via Napoleone III, nel cuore del quartiere Esquilino, e di una nuova occupazione di un complesso edilizio di Ostia, in via delle Baleniere, gestita da un'associazione spalleggiata da Casapound Italia. Al Ministero dell'Economia, proprietario dell'edificio all'Esquilino, la sindaca aveva chiesto lumi circa l'iter di sgombero dell'immobile "occupato illegalmente da 15 anni". A Guerini la prima cittadina ha chiesto "di ripristinare la legalita' negli immobili di Ostia" di proprietà dell'Aeronautica Militare.
Danno da 4,6 milioni
Contro la sede di Casapound, occupata dal 2003, è in piedi una procedura di sgombero avviata lo scorso 19 luglio dal Demanio, accompagnata da una denuncia alla procura di Roma. La Corte dei Conti ha calcolato un danno erariale di 4,6 milioni per omessa disponibilità del bene e mancata riscossione dei canoni da parte del Demanio stesso e del Miur.