Viminale: attenzione alla ricomparsa di criminalità diffusa dopo il lock-down

Cronaca

In una circolare inviata da Matteo Piantedosi, capo di Gabinetto del ministro dell'Interno, a tutti i prefetti, si sottolinea che è prevista una crescita dei crimini rispetto al periodo in cui erano in vigore le restrizioni per prevenire il contagio da Covid-19. E si sottolinea la "necessità di garantire adeguati livelli di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica"

Finito il lockdown, le forze dell’ordine devono prepararsi al ritorno della criminalità diffusa. Nelle ultime settimane gli agenti sono stati impegnati principalmente con il controllo di moduli, spostamenti ed assembramenti, ma ora devono essere pronti anche a fronteggiare la prevedibile ripresa dei crimini. L'indicazione è contenuta in una circolare inviata il 19 maggio da Matteo Piantedosi, capo di Gabinetto del ministro dell'Interno, a tutti i prefetti (GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE). A marzo si è registrato un crollo del 66% dei delitti rispetto allo stesso mese del 2019, ma ora si prevede una risalita verso i livelli pre-lockdown. 

"Garantire la sicurezza pubblica"

Il "mutato contesto", si legge nel documento, con il graduale ritorno all'ordinario svolgimento delle attività commerciali e sociali, comporterà una ricalibratura dei controlli e una rimodulazione del concorso dei militari impiegati nell'operazione Strade sicure. C'è l'esigenza di "dedicare una crescente attenzione alla possibile ricomparsa di forme di delittuosità comune e di criminalità diffusa, con la conseguente necessità di garantire adeguati livelli di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica".

Torneranno anche i consueti livelli di traffico

Oltre che a un aumento della criminalità, sono attesi anche i consueti livelli di traffico. La circolare invita quindi a valutare "l'opportunità di un'intensificazione dei servizi in materia di sicurezza della circolazione in ambito urbano ed extraurbano". Mentre sul rispetto delle regole, anche se allentate, sugli spostamenti, si dovrà continuare il monitoraggio. Non ci sono più limitazioni all'interno di una regione, mentre fino al 2 giugno restano vietati i viaggi tra regioni diverse, tranne che per comprovare esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute. Dal 3 giugno gli spostamenti interregionali potranno essere limitati solo con provvedimenti statali, in relazione a "specifiche aree del territorio nazionale".

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Le misure ancora in atto per evitare il contagio

Occorrerà comunque ancora vigilare sugli accessi a parchi, ville e giardini pubblici, dove l’accesso "è condizionato al rigoroso rispetto del divieto di assembramento, nonchè della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro". Per l'attività sportiva è necessario “mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri”. Via libera inoltre alla manifestazioni pubbliche, ma "soltanto in forma statica, a condizione che, nel corso di esse, siano osservate le distanze interpersonali prescritte e le altre misure di contenimento, nel rispetto delle prescrizioni del questore". Per le attività economiche, il decreto affida "all'autonomia regionale" l'individuazione delle misure per ridurre i rischi di contagio, ma i prefetti dovranno assicurare il coordinamento della vigilanza delle misure all'interno delle aziende.

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