Navigli e coronavirus, la responsabilità è della politica
Cronaca ©FotogrammaLa responsabilità personale e il rispetto verso se stessi e verso la comunità sono indispensabili. Ma dove erano le forze dell’ordine? E la politica? L’opinione del vicedirettore di Sky Tg24 Omar Schillaci
Premessa doverosa. La responsabilità personale, gli atteggiamenti, il senso civico e il rispetto verso se stessi e verso la comunità sono sempre indispensabili, in questa Fase 2 come nel quotidiano extra Coronavirus: quando si pagano le tasse, quando bisogna rispettare una fila o quando facciamo la raccolta differenziata.
Detto ciò…la retorica del tiro al passante, della caccia al runner e del dare addosso al milanese a caccia di Happy Hour è stucchevole e poco costruttiva. Riprendiamo le immagini dei Navigli di pochi giorni fa (LE FOTO - LA REAZIONE DI SALA). Due semplici domande: dove era la politica? Dove erano le forze dell’ordine? Stiamo parlando di uno dei luoghi della “movida milanese", in uno degli orari - fino a qualche mese fa - di punta per giovani e meno giovani. Possibile che nemmeno una volante sia passata in zona? Possibile che non ci siano state segnalazioni in questo clima di denuncia del prossimo?
E la politica? Arriva sempre dopo. Prima si nasconde dietro cavilli partoriti dall’Azzeccagarbugli di turno e poi rilancia video e appelli alla responsabilità. Si preferisce la strada della libera interpretazione, parole per cui è necessario scomodare avvocati, costituzionalisti e accademici della crusca. Si getta talmente nello sconforto la popolazione, che dopo ogni DPCM serve un decreto interpretativo del decreto ministeriale con tanto di Faq che possano aiutare a capire ciò che è volutamente complesso da capire.
Perché è questo il punto. La politica deve fare scelte politiche. Deve dire cose semplici e chiare. Non complesse e aperte al confronto televisivo. Non si può annunciare: “Le passeggiate sono possibili” e “i parchi sono aperti”, e poi sorprendersi che le persone vadano a passeggiare al parco. La politica deve prendersi la responsabilità. Non solo le persone. Non si possono appendere le speranze di successo della Fase 2 ai comportamenti del singolo. In questo modo non è la politica responsabile ma gli individui.
Attenzione. Lo voglio ribadire per tutti coloro che forse non hanno letto la premessa ma sono partiti dalla quinta riga (visto che la premessa non interessa mai a nessuno): la responsabilità personale è sempre fondamentale. I milanesi che si sono concentrati in Darsena (al netto delle riletture prospettiche che nemmeno il Bramante) hanno avuto poco senso civico, non è questo l’atteggiamento che serve se vogliamo uscire dal dramma che stiamo vivendo. Ma ci tengo a sottolineare che gli italiani negli ultimi due mesi hanno dato una grande prova di consapevolezza, rispetto e senso civico.
La politica allora faccia la sua parte e si prenda le sue responsabilità.