Il procuratore di Catanzaro raccomanda verifiche serrate sui beneficiari dei fondi per il rilancio dell’economia: “Bisogna fare in fretta, ma c’è il pericolo che vadano alla criminalità organizzata. Sfrutteremo la conoscenza del territorio delle forze dell’ordine”
Nel distribuire gli aiuti economici per il rilancio dell’economia attualmente sofferente a causa del coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE) “bisogna fare in fretta, ma c’è il pericolo che i soldi vadano in mano alle mafie”. A dirlo, intervistato da Sky Tg24, è il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. Secondo il magistrato vanno attivati controlli straordinari per accertarsi che questi fondi non finiscano in mano alla criminalità organizzata. Questo potrebbe essere “un momento spartiacque, una grande occasione per far emergere il lavoro nero e finirla con questo sfruttamento che dura da secoli” (LE TAPPE DELL'EPIDEMIA - LE FOTO SIMBOLO - LE GRAFICHE CON I DATI).
Elenchi da compilare per individuare i veri beneficiari
Relativamente ai lavoratori in nero, Gratteri ha detto di aver dialogato con l’Anci, l’associazione che riunisce oltre 7mila Comuni italiani. “Per lo meno l’Anci calabrese è d’accordo: consegneranno gli elenchi ai prefetti, che li distribuiranno alle forze dell’ordine che li visioneranno per evitare che evasori totali, gente ricca che sulla carta risulta nullatenente, incassi questi soldi”, ha spiegato il pm. La stessa procedura sarà in essere per le aziende che richiedano i sostegni economici. “Le nostre forze dell’ordine hanno un controllo capillare del territorio - ha aggiunto Gratteri - possiamo utilizzare questa grande conoscenza per interagire con chi deve distribuire questi soldi”. Per effettuare queste verifiche, “in paesi di 5mila abitanti di cui ad esempio è piena la Calabria o la Sicilia”, ha proseguito, “a una stazione dei carabinieri bastano 48 o 24 ore, in paesi più grandi ci sono le compagnie, la guardia di finanza, la questura”.
“Mafie fenomeno mondiale, ma l'Europa finge di non capire”
In riferimento all’editoriale pubblicato dal quotidiano tedesco Die Welt, secondo cui le cosche italiane godranno dei fondi per l’emergenza coronavirus in arrivo da Bruxelles, Gratteri ha spiegato che “le mafie sono un fenomeno mondiale, non più solo europeo, anche se l’Europa fa finta di non capire”. “In Germania arrivano milioni di euro provenienti dal traffico di cocaina e sono i grandi ristoratori che riciclano per conto della ‘ndrangheta in Germania. So io quante volte li abbiamo pregati di cambiare le norme, di contrastare le mafie in Germania, di cambiare il loro codice e non siamo stati ascoltati”, ha aggiunto il magistrato. “Non si deve permettere di dire quelle cose sull’Italia”, ha ribadito relativamente all’articolo del Die Welt.