Coronavirus, morto l'ex magistrato Francesco Saverio Pavone: smantellò mala del Brenta

Cronaca

Aveva 76 anni e da due settimane era ricoverato nell'ospedale di Mestre per gravi problemi polmonari. Era risultato positivo al covid-19

È morto all’ospedale di Mestre l'ex magistrato Francesco Saverio Pavone. Aveva 76 anni ed era ricoverato da due settimane per gravi problemi polmonari. Era risultato positivo al Coronavirus. “Non sono riuscita neanche ad abbracciarlo”, lo sfogo della figlia su facebook. “Dopo settimane di lotta il mio papà non ce l’ha fatta: il coronavirus me lo ha portato via senza pietà” (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - SPECIALE - MAPPA E GRAFICI DEL CONTAGIO). 

Una vita in lotta contro la mafia

Pugliese di Taranto, classe 1944, Pavone era andato in pensione nel 2016 da procuratore capo di Belluno. Il suo nome è legato ad alcune delle più importanti indagini sulla criminalità organizzata, in particolare quella che aveva portato a smantellare la Mafia del Brenta di Felice Maniero (CHI E' FELICE MANIERO). Lavorando per lungo tempo nella Dda, Pavone aveva collaborato anche con Giovanni Falcone che avrebbe dovuto incontrare a Roma proprio il giorno della strage di Capaci (LE IMMAGINI DELL'ATTENTATO). Sotto scorta dal 1989 al 2006 a causa delle minacce ricevute sia dai sodali dalla Mala del Brenta che dalla mafia siciliana, Pavone rimase alla Direzione distrettuale antimafia fino al luglio del 2008, occupandosi anche di mafia russa.

Il cordoglio del Veneto

"Un servitore autentico dello stato con un profondo senso delle Istituzioni e della democrazia, uomo coraggioso, sempre in prima fila contro le mafie, difensore strenuo della legalità". Così lo ricorda Bruno Pigozzo, vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto. “Pavone ha vinto tante battaglie, contro nemici formidabili, ma la sua morte, dopo 15 giorni in terapia intensiva per problemi polmonari, e positivo al Covid-19, è un monito a noi tutti: i nemici peggiori sono i più subdoli, come le mafie che, come un virus invisibile e sottovalutato possono aggredire a morte, senza che nessuno se ne accorga, una società impreparata".

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