Coronavirus, i riders di Bologna chiedono più tutele: "Non abbiamo mascherine o guanti"

Cronaca

In questi giorni le aziende che offrono servizi di consegna a domicilio hanno tantissimo lavoro. Ma chi si occupa di effettuare il delivery non ha ricevuto le precauzioni necessarie per cercare di evitare il contagio

Le aziende di delivery consegnano tutto a casa: spesa, pranzi, cene. Specialmente in questi giorni in cui l'Italia è chiusa in casa per l'emergenza coronavirus (IL LIVEBLOG - VARATO IL DECRETO CURA-ITALIA - COMANDANTE DIAMOND PRINCESS A SKY TG24 "UNITI CE LA FAREMO") in tutte le città servizi di questo genere vengono sfruttati tantissimo. A Bologna, però, i membri della Union Riders chiedono di avere maggiori tutele: "Dobbiamo scegliere se lavorare, rischiando di essere contagiati, oppure non lavorare" dicono, specificando di non aver ricevuto mascherine o guanti da utilizzare durante i turni.

"Diritto ad ammortizzatori sociali come i lavoratori autonomi"

"Chiediamo di avere diritto alla quarantena e agli ammortizzatori sociali, come dei lavoratori autonomi", proseguono i riders di Bologna. Le richieste vanno alle aziende che "hanno mandato solo mail per spiegare come effettuare una consegna contactless (senza contatto diretto), ma oltre a questo nulla più".

L'invito è ad asternersi dal servizio

L'invito a tutti i colleghi è quello di "astenersi dal servizio" fino a tutta la durata dell'ordinanza restrittiva emanata dal governo. Secondo Union Riders Bologna "le indicazioni di sicurezza fornite dal Governo non sono possibili da rispettare per le app del food delivery. Non lo sono a maggior ragione da oggi quando abbiamo scoperto incredibilmente di trovarci davanti a un'irresponsabile liberalizzazione delle attività di consegna a domicilio.

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