Il calciatore Bernardeschi su Instagram: “Razzismo più letale del Coronavirus”

Cronaca

Il numero 33 della Juventus ha pubblicato un post sui social con l’immagine di una donna e un bimbo orientali con la mascherina e una serie di ritagli di giornale con notizie di casi di discriminazione: “Un virus sta dominando le nostre paure”

“Un virus sta dominando le nostre paure”. Inizia così lo sfogo su Instagram del calciatore della Juventus Federico Bernardeschi sugli effetti che i timori legati al Coronavirus stanno provocando sulle relazioni sociali, soprattutto nei confronti di persone orientali, e contro azioni di discriminazione e razzismo (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE). Per il calciatore la paura “ci terrorizza, limita la nostra libertà, ci fa disprezzare l’altro”.

“Razzismo e discriminazione più letali del Coronavirus”

Il post è composto da due immagini. Nella prima ci sono una donna e un bambino dai lineamenti orientali con una mascherina sul volto e la scritta: “Odio, razzismo e discriminazione sono più letali del Coronavirus”. Nella seconda si vedono una serie di ritagli di giornale che riportano casi di aggressioni o limitazioni nei confonti di cinesi o italiani.

“Abbiamo chiuso porti, ora siamo noi gli emarginati”

Bernardeschi, nella didascalia a corredo delle foto, fa un paragone tra la politica dei porti chiusi e la situazione attuale dell’Italia. “Abbiamo chiuso i porti a chiunque, rintanandoci nella nostra fedele cerchia, criticando gli altri la mattina al bar o in coda al supermercato durante la folle corsa per accaparrarci l'ultimo inutile pezzo di pane, che deve essere il nostro e di nessun altro, manco fosse la fine del mondo - ha scritto - Abbiamo deciso di offendere, cacciare, allontanare. Abbiamo fatto morire donne e bambini, perché prima veniva la nostra sicurezza, la nostra ricchezza e poi le loro vite. E adesso siamo noi gli emarginati, siamo noi a essere discriminati e cacciati, rinchiusi tra i confini di un Paese che soffre”.

“Quando finirà, ricordiamoci di questi giorni”

La riflessione del numero 33 della Juventus termina con l’incitamento a ricordare quello che sta accadendo. “Quando tutto questo finirà, ricordiamoci di questi giorni - si legge nel post - di questa sofferenza, di questa isteria che ci ha trasformato in animali mossi solo dall'istinto di sopravvivenza, senza ragione, senza rispetto per nessuno. Ricordiamocelo poi, di come ci trasformano disperazione e paura di morire. Ricordiamocelo quando ad aver paura sarà qualcun altro, che chiede aiuto”.

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