La titolare del Viminale ha spiegato: "Insieme a Bonafede lavoriamo a una norma per superare l'attuale legge che non prevede l'arresto immediato per lo spaccio". Si lavora per arginare il fenomeno per cui un pusher arrestato torna a smerciare subito il giorno dopo
Arresto immediato con custodia cautelare in carcere per gli spacciatori recidivi in libertà, anche se il reato è "di lieve entità". È la stretta a cui sta pensando il governo sulle sostanze stupefacenti. L'annuncio lo ha dato oggi la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, che sta lavorando ad una norma insieme al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. La norma che i due ministri intendono superare è quella dei commi 5 e 5 bis dell'articolo 73 del testo unico sulle droghe del 1990 che prevede per i reati di spaccio "di lieve entità" la possibilità di accedere alla sospensione condizionale della pena (reclusione da sei mesi a quattro anni e della multa da euro 1.032 a euro 10.329) e al lavoro di pubblica utilità invece di scontare la pena detentiva.
Alzare la pena minima per i recidivi
Insieme a Bonafede, ha spiegato Lamorgese, "abbiamo trovato una soluzione che convince sia noi che la Giustizia". L'opzione su cui si sta lavorando è quella di alzare la pena minima per i recidivi in modo che non possano sfuggire all'arresto. "È stato rilevato il fatto - ha sottolineato la ministra - che arrestare, senza custodia in carcere, e il giorno dopo vedere nello stesso angolo di strada lo spacciatore preso il giorno prima, incide anche sulla demotivazione del personale di polizia che tanto si impegna su questo versante e vede la propria attività essere posta nel nulla quando il giorno dopo li ritroviamo nello stesso posto".
Associazione funzionari polizia: "Auspichiamo l’attuazione in tempi brevi"
Soddisfazione per la novità in cantiere è stata espressa dall'Associazione nazionale funzionari polizia. "Le attività di spaccio al minuto - dice il portavoce Girolamo Lacquaniti - sono ormai caratterizzate da venditori di morte che, approfittando dell'attuale normativa, sono in possesso di quantitativi ridotti proprio per evitare il carcere”. “Da sempre - prosegue Lacquaniti - insistiamo sulla necessità di avere un sistema che garantisca l'effettività della sanzione e ne questa necessità si è oggi trasformata in una urgenza assoluta. Ci auguriamo quindi - conclude Lacquaniti - che quanto dichiarato oggi dal ministro Lamorgese possa trovare piena attuazione in tempi brevi".