Bimbo caduto dalle scale a scuola a Milano, insegnante: "Una sedia vicino alla ringhiera"

Cronaca

Decisiva la testimonianza di un'insegnante su una sedia vicina alla ringhiera dalla quale è precipitato il bambino. Intanto non sono mutate le condizioni del piccolo, che resta gravissimo ed è ricoverato in neurorianimazione all'ospedale Niguarda in prognosi riservata

Come può un bambino di neanche sei anni, alto circa un metro e 15, scavalcare una ringhiera di protezione alta un metro e 4 centimetri e cadere nel vuoto? A dare una spiegazione è un’insegnante della scuola Pirelli di Milano dove, venerdì mattina, un alunno di prima elementare è precipitato per 13 metri lungo la tromba delle scale. 

La testimonianza di un’insegnante

“Sono uscita dalla classe quando ho sentito le urla e il trambusto. Mi sono avvicinata al ballatoio e alle scale, il punto da cui sentivo i movimenti. E lì, proprio attaccata alla ringhiera di protezione, ho visto una sedia. Una sedia con le rotelle, di quelle da ufficio, la sedia che di solito si trova nella postazione della bidella al piano”, ha raccontato ai carabinieri una delle insegnanti, come riporta il Corriere della Sera. Eccolo dunque l’elemento chiave: una sedia. Un punto interrogativo per oltre 24 ore. Perché all’arrivo dei carabinieri, dopo la caduta del bambino, quella sedia non era più dove l’insegnante ha detto che fosse, “vicino alla ringhiera”. Secondo gli investigatori qualcuno “di certo in buona fede” l’ha spostata. Ieri è stata ritrovata nel gabbiotto dei bidelli e messa sotto sequestro. Il bambino, in coma al Niguarda di Milano in condizioni disperate, dopo essere andato in bagno avrebbe preso quella sedia per arrampicarsi. Perso l’equilibrio sarebbe quindi caduto nel vuoto. Non più di trenta secondi fuori dal controllo di insegnanti e bidelli. Trenta secondi risultati fatali.

La ricostruzione dell'incidente

Il Corriere ha ricostruito gli attimi che hanno portato alla caduta. Dalla richiesta del bambino di andare al bagno, prima negata e poi concessa dall’insegnante di inglese presente in classe, alla presa in custodia della bidella in corridoio. Una prassi consolidata da anni. Nelle prime ore del mattino gli alunni che escono per andare in bagno sono pochi, quindi tenere un solo bidello al piano (il secondo, dove ci sono le prime elementari e i potenziali pericoli sono maggiori), è per la preside una soluzione più che adeguata. Ma venerdì sono tre i bimbi che contemporaneamente chiedono di uscire dalle aule al secondo piano per andare in bagno. La bidella li prende in carico tutti tre. Al primo che finisce dice: “Torna in classe subito”. Ma il piccolo trova la sedia. Ci sale. Vuole guardare oltre la ringhiera. Cade. Non più di 30 secondi senza il controllo di un adulto. Ed è in questo intervallo che si inserisce la responsabilità penale. Tra il bagno e il punto della ringhiera da cui è precipitato il bambino non c’è visibilità. La bidella non può controllare contemporaneamente i due bambini ancora in bagno e il ritorno del terzo in classe. La donna, insieme agli insegnanti presenti in classe, dovranno adesso affrontare un processo per omessa vigilanza.
 

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