Processo fatture false, tutte le tappe della vicenda che coinvolge i genitori di Renzi

Cronaca
Foto d'archivio Fotogramma

Tiziano Renzi e Laura Bovoli erano accusati di aver emesso due fatture, per circa 160mila euro, per operazioni inesistenti all'imprenditore Dagostino. I coniugi erano finiti ai domiciliari, poi revocati. Per loro è arrivata una sentenza di condanna in primo grado

Il 7 ottobre è stata emessa a Firenze la sentenza di primo grado del processo che vedeva imputati Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo Renzi. I due sono stati condannati a un anno e nove mesi di reclusione nel processo per due fatture false. Le accuse a loro carico erano di emissione di fatture per operazioni inesistenti tra il 2013 e il 2018. Ecco tutte le tappe della vicenda processuale:

L’inchiesta sulle fatture sospette

Al centro dell’inchiesta ci sono due fatture da 140mila e 20mila euro emesse dalla Eventi 6 - la società specializzata nella distribuzione di materiale pubblicitario, prima intestata a Tiziano Renzi e poi passata alla moglie - per prestazioni che sarebbero state fornite alla società dell'imprenditore Luigi Dagostino. Il sospetto dei magistrati fiorentini è che le fatture non corrispondessero alle prestazioni effettivamente erogate, in particolare quella da 140mila euro riguardante lo studio di fattibilità per un centro commerciale che Dagostino voleva aprire in Toscana. In un'intercettazione, l'imprenditore stesso avrebbe affermato di aver gonfiato l'importo rispetto al valore che era "al massimo 50-60-70mila euro".

Gli arresti domiciliari

Il 18 febbraio 2019 Tiziano Renzi e Laura Bovoli sono finiti agli arresti domiciliari, disposti dal gip Laura Fantechi su richiesta della procura di Firenze con la motivazione del rischio della reiterazione del reato, con l’accusa, oltre all’emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, di bancarotta fraudolenta. Gli uomini della guardia di Finanza si sono presentati nella loro abitazione a Rignano sull'Arno (Firenze) per notificare l'ordinanza emessa dal gip. Al fianco della coppia era presente l'avvocato Federico Bagattini, che da sempre l'ha assistita, che ha commentato: "Mai vista una cosa del genere: arresti domiciliari a due persone prossime ai 70 anni per fatti asseritamente commessi al più tardi nel 2012". Poco meno di un mese più tardi, l’8 marzo, il tribunale del Riesame ha accolto il ricorso dei difensori di Renzi e Bovoli revocando i domiciliari ma disponendo nei confronti dei coniugi la misura cautelare dell'interdizione dall'esercizio dell'attività imprenditoriale per 8 mesi.

Le accuse di bancarotta fraudolenta

I genitori di Matteo Renzi al momento sono indagati anche per il reato di bancarotta fraudolenta per il fallimento di due delle tre cooperative (“Delivery Service” e “Europe Service”) di cui, secondo la procura, erano amministratori di fatto attraverso dei prestanome. "Marmodiv", la terza cooperativa, è stata invece dichiarata fallita il 28 marzo 2019.  Secondo i pm Luca Turco e Christine Von Borries, che coordinano l’inchiesta, i Renzi avrebbero provocato il fallimento delle tre società dopo averle svuotate. Le indagini sulle cooperative sono partite da quelle sulle due fatture sospette. Nell'estate 2018 gli uomini della Guardia di Finanza hanno perquisito due delle tre cooperative acquisendo molto materiale. Proprio dal materiale sequestrato nel corso di quelle perquisizioni, i magistrati avrebbero riscontrato il reato di bancarotta fraudolenta che ha portato all'arresto di Tiziano Renzi e Laura Bovoli del 18 febbraio 2019.

La difesa

Il 15 luglio 2019 si è tenuta una breve udienza durante la quale è stata fissata per il 7 ottobre la data della sentenza di primo grado. In quell’occasione i coniugi Renzi hanno depositato le loro memorie in forma scritta. Secondo quanto riportato dall’avvocato difensore Federico Bagattini, “hanno sostenuto che le due fatture sono assolutamente vere, relative a prestazioni effettivamente eseguite, e che tutte le tasse e le imposte relative a questa fatturazione sono state regolarmente versate”. Tiziano Renzi ha affermato che “ho sempre lavorato, non ho avuto bisogno di avere il figlio premier per lavorare" e anche "quando mio figlio è diventato presidente della Provincia di Firenze nel 2004 la prima conseguenza è stata abbandonare tutti i rapporti con società partecipate di enti pubblici”. Durante l’udienza, l’altro imputato Dagostino ha reso una dichiarazione spontanea: “Quando ho visto l’importo delle fatture sono rimasto perplesso – ha detto – ma i coniugi Renzi erano i genitori del presidente del Consiglio, ho subìto la sudditanza psicologica e ho ritenuto di non contestare le fatture”.

La condanna

Il 7 ottobre, il pm di Firenze Christine von Borries ha chiesto una condanna a un anno e nove mesi di reclusione per Tiziano Renzi e Laura Bovoli. Lo stesso pm ha chiesto la condanna a due anni e tre mesi per il terzo imputato, l'imprenditore Luigi Dagostino. In giornata è arrivata anche la sentenza: i genitori di Matteo Renzi sono stati condannati a un anno e nove mesi di reclusione dal giudice di Firenze Fabio Gugliotta. L’imprenditore Luigi Dagostino è stato condannato a due anni di reclusione.

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