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Omicidio Piacenza, l’autopsia conferma la morte per strangolamento di Elisa Pomarelli

Cronaca

Dai primi risultati dell’esame non risulterebbero segni riconducibili ad altri atti di violenza. Sebastiani, il 45enne reo confesso del delitto, nel corso di un interrogatorio ha parlato di una busta misteriosa in possesso di Elisa, ma mancano i riscontri

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È stata eseguita oggi a Pavia l'autopsia sul corpo di Elisa Pomarelli, la 28enne uccisa dall’amico reo confesso Massimo Sebastiani. I primi risultati dell'esame confermerebbero la morte della donna per strangolamento. Dall'esame del medico legale non sarebbero state trovate tracce o segni riconducibili ad altri atti di violenza. La Procura di Piacenza ha inoltre nominato un perito entomologo per stabilire, in base alle tracce di terreno, se il cadavere della giovane sia stato spostato da un posto all'altro nel periodo intercorso fra il delitto e il ritrovamento dopo 13 giorni.

L’interrogatorio di Sebastiani in cui parla di una busta misteriosa

Sebastiani, operaio di 45 anni, è stato sottoposto a fermo sabato ed è attualmente in carcere dopo la convalida di martedì. Nel corso dell’interrogatorio davanti ai pm ha parlato di una busta misteriosa ricevuta da Elisa in custodia da uno sconosciuto per qualche giorno prima dell’omicidio, in cambio di un lauto compenso in denaro. Cosa ci fosse dentro il plico, sulla cui esistenza stessa mancano i riscontri, è un mistero. "Se va in porto quella cosa non c'è nemmeno più la necessità di vederci così spesso", avrebbe confessato la 28enne all'amico dopo il pranzo della domenica, l'ultimo momento in cui i due erano stati visti insieme, prima di sparire. Per "quella cosa" intendeva proprio l'affare della busta, il cui ricavato avrebbe potuto risolvere i loro problemi economici. È stato lo stesso Sebastiani, interrogato, a parlare di questo nuovo aspetto, pur tuttavia non avendo in mano molto di più se non la presunta ammissione della ragazza che ha poi ucciso.

I tentativi di depistaggio

I tentativi di depistare le indagini sono invece agli atti. Due messaggi dal telefono di Sebastiani a quello di Elisa, domenica pomeriggio, per far credere che invece se ne era andata arrabbiata dopo una lite sullo strano affare che lei si era procacciata. "Scusa se mi sono arrabbiato ma mettiti nei miei panni dai fatti sentire" il primo messaggio. Poi, poco dopo, un vocale: "Taty va beh rispondi quando riesci". In realtà gli inquirenti ritengono che si fosse già sbarazzato del telefonino di Elisa gettandolo dentro un pozzo. Un altro elemento in mano alla Procura piacentina è una lettera che Sebastiani ha scritto di suo pugno, in un italiano stentato, all'amico ed ex suocero Silvio Perazzi, il 68enne arrestato per favoreggiamento e che ieri pomeriggio è stato scarcerato con obbligo di dimora dopo l'interrogatorio con il gip. Una lettera in cui, accennando alla misteriosa busta, voleva far credere che Elisa se ne era andata arrabbiata dopo una lite. Intanto l'avvocato Mauro Pontini, difensore dell'operaio 45enne, ha annunciato la richiesta di una perizia psichiatrica già in fase di indagine preliminare.