Migranti, hub chiuso a Bologna: proteste davanti ai cancelli

Cronaca

Nella mattinata dell'11 giugno, diversi esponenti sindacali e dei centri sociali si sono radunati davanti al cancello della struttura di cui la prefettura ha annunciato la chiusura per lavori di manutenzione. Sono 183 gli ospiti che dovrebbero essere trasferiti

Dalle prime ore del mattino dell'11 giugno è stato organizzato un presidio all’ingresso dei cancelli dell'hub che ospita migranti in via Mattei a Bologna. Una protesta che deriva dalla decisione da parte della prefettura di chiudere la struttura per lavori di manutenzione. Per questa ragione, 183 ospiti dovrebbero essere trasferiti. Il sit-in, pacifico, non ha creato disordini (LO SPECIALE MIGRANTI).

Esposti striscioni e cartelli contro la chiusura

A protestare sono circa 70 esponenti di diverse sigle sindacali quali Usb, Fp-CGIL, Adl Cobas, con loro anche appartenenti ai centri sociali Tpo e Labas. Tutti si sono radunati all’ingresso dell’hub, sorvegliato da agenti del Reparto Mobile. Durante il presidio sono stati esposti striscioni e cartelli, anche per chiedere la salvaguardia dei posti di lavoro degli operatori che lavorano nell'hub, nel 2017 visitato da Papa Francesco.

Già iniziato il trasferimento dei migranti

In base alle prime informazioni, già ieri, 10 giugno, sarebbero iniziati i primi trasferimenti di famiglie, che dovrebbero rimanere in centri di accoglienza in regione. Altri ospiti, la maggior parte, saranno ospitati in Sicilia, a Caltanisetta. "Noi siamo qui pacificamente - ha detto il segretario regionale della Cgil Emilia Romagna Luigi Giove - frapporremo i nostri corpi a un atto che è arrogante, inutile e dannoso. La decisione - ha proseguito - è anche effetto di quel decreto sicurezza che peggiora le condizioni sia di lavoro che di accoglienza. Inaspettatamente si è deciso di anticipare la chiusura, che sarebbe arrivata tra qualche settimana, credo sia una speculazione post elettorale. Serve a mettere insieme la vittoria della Lega in alcuni territori a uno sgombero di migranti".

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