Il padre della piccola gravemente ferita nella sparatoria dello scorso 3 maggio: "Quell’uomo ha ferito anche lo Stato e ci auguriamo sia condannato dalla giustizia al massimo della pena"
“Noi Napoli non la lasciamo. Sono i camorristi che devono andarsene da questa città bellissima”. A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è il padre di Noemi, la bambina di 4 anni rimasta gravemente ferita per errore nell’agguato di piazza Nazionale, avvenuto lo scorso 3 maggio. Mentre la bambina resta ricoverata in Rianimazione, all’ospedale Santobono, Armando e Antonio Del Re, i fratelli di 28 e 18 anni ritenuti dalla Procura di Napoli coloro che hanno organizzato e attuato il tentato omicidio del 32enne Salvatore Nurcaro, rimangono in carcere.
"Quell’uomo ha ferito non solo Noemi, ma anche lo Stato"
"Quell’uomo - aggiunge il padre della piccola, riferendosi a chi ha sparato - dovrebbe rendersi conto che non ha ferito soltanto Noemi: ha ferito lo Stato. Quando si fa violenza ai bambini è come se si colpisse l’intero Paese. Noi ci auguriamo che chi quel giorno ha sparato sia condannato dalla giustizia al massimo della pena. Poi, se ha una coscienza, si interroghi sul male gratuito che ha fatto".
Le condizioni di Noemi
Noemi, negli ultimi giorni, ha confermato i segni di ripresa. La prognosi resta riservata, ma la bimba continua a respirare autonomamente sia pure con il supporto di cicli di ventilazione con l'ossigeno. Condizioni cliniche e parametri vitali restano stabili, e l'ospedale Santobono dovrebbe emettere oggi un nuovo bollettino. "Io non lo so - dice ancora il padre di Noemi nell’intervista - quanto tempo ci vorrà per riuscire a fare di nuovo una passeggiata in strada senza aver paura e senza pensare a quel giorno terribile. Per ora il nostro unico pensiero e le nostre preghiere sono solo per Noemi, perché guarisca e torni a casa. Noi pensiamo soltanto che sta in quel letto d’ospedale e sarà difficile quando dovremo spiegarle perché. Tutto il resto verrà dopo, ma è certo che lei rappresenterà i valori della vita civile e della legalità, come è sempre stato nella nostra famiglia. Però restiamo convinti che devono essere le istituzioni a garantire a tutti noi la legalità e la tutela".