Sirti licenzia 833 persone. I sindacati proclamano lo sciopero

Cronaca

Dietro la scelta ci sarebbe la contrazione del mercato che ha generato pesanti perdite finanziarie. I sindacati respingono al mittente "un piano di ristrutturazione e riorganizzazione che scarica sui lavoratori le conseguenze di scelte aziendali miopi e sbagliate" 

Sirti annuncia "un'imminente procedura di licenziamento collettivo a livello nazionale: un piano che, nelle intenzioni dell'azienda, ammonta a ben 833 esuberi su 4200 addetti (quasi 1/4 della forza lavoro) con tagli massicci in quasi tutti i reparti". Lo annuncia in una nota il Coordinamento nazionale sindacale delle Rsu di Fim, Fiom, Uilm. L’azienda riconduce questa decisione alla contrazione del mercato che ha generato pesanti perdite finanziarie nell'ultimo biennio. Ma la reazione sindacale non si fa attendere nel "respingere al mittente un piano di ristrutturazione e riorganizzazione che scarica drammaticamente sui lavoratori di Sirti le conseguenze di un mercato delle tlc senza governo, con scelte aziendali miopi e sbagliate". Così, in tutti i siti sono già state proclamate 4 ore di sciopero con assemblee sindacali che si terranno lunedì 18, martedì 19 o mercoledì 20 febbraio, con articolazione territoriale.

Sirti: "Per restare leader del mercato dobbiamo trasformarci"

In una nota l’azienda spiega che "ha subito significativi cambiamenti strutturali nel corso degli ultimi anni e sta attraversando una profonda fase di trasformazione. In generale, a partire dal 2007, si è assistito a una pesante contrazione del giro d'affari che ha interessato prima di tutto gli operatori, senza prospettive di recupero nei prossimi anni, con conseguenze negative su tutto il settore in termini di erosione dei prezzi, inasprimento della concorrenza e perdita di marginalità fino a livelli non sostenibili". È vero, riconosce l'azienda che nel 2017 c’è stata una ripresa degli investimenti, che però "è dovuta principalmente alla realizzazione delle nuove reti in fibra e non è sufficiente ad arginare questo fenomeno". Alla luce di queste dinamiche, Sirti "deve trovare una soluzione sostenibile e duratura, ridisegnando la struttura operativa del business Telco per mantenere il proprio posizionamento competitivo e continuare in futuro a recitare il ruolo di leader del settore, attraverso servizi di qualità sempre più elevata e a maggior valore aggiunto". Il management intende quindi accelerare "l'improrogabile diversificazione del business, spostando strategicamente il focus dell'offerta maggiormente verso soluzioni a più alto valore aggiunto, con una forte componente digitale, e dare seguito agli investimenti in strumenti di ultima generazione, in innovazione tecnologica e nella creazione di nuove competenze".

I sindacati chiedono l’apertura di un confronto col governo

Ma i sindacati non ci stanno. Chiedono a Sirti e ad Assolombarda "la sospensione dell'avvio della procedura di licenziamento collettivo" e "l'apertura di un confronto con il Governo, al fine di effettuare un'analisi approfondita per ricercare le opportune soluzioni che potranno anche prevedere l'utilizzo di ammortizzatori sociali non espulsivi, favorendo il ricambio occupazionale tramite riconversione professionale e accompagnamento alla pensione. Inoltre, chiediamo all'azienda di congelare il piano di incentivi unilaterale e di aprire un confronto sull'organizzazione del lavoro nell'ottica di un'intesa sindacale". Avanzano "la richiesta di una convocazione urgente da parte del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, in modo che Sirti riferisca direttamente al Governo le presunte ragioni di un così pesante piano di esuberi". Al Governo chiedono "non solo un intervento concreto per il mantenimento dell'occupazione in Sirti, ma anche un confronto permanente sulle condizioni di lavoro e sulle prospettive del settore, dilaniato da gare assegnate con il massimo ribasso e oggetto di una progressiva rivoluzione tecnologica".

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