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Esondazione Reno, Regione chiederà lo stato d'emergenza

Cronaca
(Fotogramma)

L’annuncio del governatore Bonaccini dopo un vertice. La richiesta riguarda anche il Piacentino, il Reggiano e il Modenese. Prefetto Bologna: “Emergenza sta cessando. Fuori casa poche persone”. Allarme Coldiretti per danni, Confagricoltura protesta

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La Regione Emilia-Romagna chiederà lo stato di emergenza per i danni del maltempo causati non solo dalla piena del Reno che ha colpito la Bassa Bolognese (FOTO DALL'ALTO - VIDEO). Lo ha annunciato il presidente Stefano Bonaccini al termine di un vertice in Prefettura a Bologna. La richiesta riguarderà anche il Piacentino per il gelicidio, il Reggiano per alcune frane e il Modenese per arginature da ripristinare. Per l'esondazione del Reno, oltre agli allagamenti, si sono verificati anche una serie di blackout elettrici. Disagi anche per circa 300 persone che per ore hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni. "L'emergenza, incrocerei le dita, ma potremmo ritenere che stia cessando", ha detto il prefetto di Bologna Patrizia Impresa dopo il vertice del pomeriggio. "Fuori casa - ha spiegato - rimangono ancora pochissime persone. Credo che in questo momento saranno una decina in tutto, a fronte di un circa 350 persone sfollate calcolate nella zona rossa". Quanto alle cause dell'esondazione, ha aggiunto che "saranno i rilievi" a fare chiarezza. "A oggi - ha concluso - possiamo dire che ci sono situazioni di disagio ma non di pericolo. Ora bisognerà provvedere a rimettere a posto le abitazioni. Bisogna fare conta dei danni". La Coldiretti ha lanciato un allarme per gli ingenti danni causati dall'esondazione e valuta la richiesta dello stato di calamità. Protesta anche Confagricoltura. Sono stati dimessi, intanto, i sei carabinieri che ieri erano stati travolti dalla piena del Reno mentre prestavano soccorso nella Bassa Bolognese. Per loro prognosi variabili da uno a tre giorni per principio di ipotermia. In tutto, ieri sono state una decina le persone ricoverate per un principio di ipotermia. 

Piena del Reno "sotto i livelli di allarme"

Dopo il vertice in Prefettura, le autorità hanno fatto sapere che, grazie al miglioramento delle condizioni meteo, "sta scendendo sotto i livelli di allarme, anche se con un deflusso molto lento, la piena del Reno". Tra i comuni più colpiti Castel Maggiore, Argelato, Castello d'Argile e San Giorgio di Piano. "Dal punto di vista degli allagamenti la situazione è in risoluzione", la breccia sul Reno "è stata chiusa, l'acqua sta defluendo lentamente", ha spiegato Maurizio Mainetti, direttore dell'Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile. Ora, ha aggiunto, "deve iniziare il percorso di assistenza ai cittadini che rientrano nelle case man mano che esce l'acqua" (LE PREVISIONI DI DOMENICA 3 FEBBRAIO).

La sindaca di Argelato: "Siamo sott'acqua"

Ad Argelato, comune della Bassa Bolognese, si sono registrati i disagi maggiori. In giornata la sindaca Claudia Muzic aveva lanciato l'allarme in un video su Facebook. "Tante case e tante zone sono ancora sott'acqua per gli allagamenti, abbiamo bisogno di più forze, mezzi e uomini", aveva detto, spiegando di aver bisogno "di molte più forze, di molti più uomini e di molti più mezzi perché la situazione ad Argelato è davvero emergenziale". Più tardi, la sindaca ha rassicurato tutti: "La nostra richiesta di avere più mezzi e più uomini è stata accolta in pieno. È arrivato l'esercito, che sta supportando i vigili del fuoco con mezzi idrovori, e abbiamo istituito in piazza una stazione mobile dei carabinieri, che rimarrà per tutta la notte e fino a cessata emergenza". Riguardo ai blackout, l'Enel ha fatto sapere che tra Castel Maggiore e Argelato "ci sono casi isolati di blackout che stiamo gestendo in coordinamento con i vigili del fuoco ma nessuna criticità per la fornitura di energia elettrica".

Riaperte le provinciali chiuse

Anche la situazione della viabilità nel Bolognese sta tornando alla normalità. La città metropolitana di Bologna ha informato che sono state riaperte tutte le strade provinciali coinvolte dalla piena del Reno, compresa la Trasversale di Pianura. Nel Modenese, la Provincia ha comunicato che è stato riaperto il ponte Motta sul fiume Secchia lungo la strada provinciale 458 tra Carpi, chiuso dalla serata di sabato a scopo precauzionale. Riaperto anche il ponte di Navicello vecchio sulla provinciale 255 tra Modena e Nonantola.

L'allarme di Coldiretti e Confagricoltura

Coldiretti, intanto, ha fatto una prima stima dei danni: "Sono finiti sott'acqua centinaia di ettari di coltivazioni seminati a grano" e "risultano invasi dal fango anche terreni preparati per le bietole e il mais con l'esondazione del fiume Reno in Emilia". Ha detto la presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna, Eugenia Bergamaschi: "Non si può vivere e lavorare perennemente nell'emergenza. Gli enti territoriali responsabili della manutenzione della rete fluviale devono farsi un esame di coscienza: è inaccettabile un cantiere 'aperto' nei pressi dell'argine maestro di un fiume in pieno inverno". Secondo Confagricoltura infatti "pare vi fosse un cantiere in essere, peraltro di rilevanza strategica per la tenuta dell'argine".