Viadotto Puleto chiuso sulla E45, Anas: "Non pregiudicata transitabilità"

Cronaca

La società spiega che "studi e analisi effettuati saranno inviati alla procura per valutare la riapertura" del ponte sequestrato ieri perché ritenuto a rischio cedimento. La viabilità alternativa si basa sui tratti autostradali di A1 e A14 e valichi montani

Il viadotto Puleto sulla E45, sequestrato e chiuso ieri nei pressi di Valsavignone, in provincia di Arezzo, al confine fra Toscana e Romagna, "presenta alcuni ammaloramenti nel sistema di appoggio, nei giunti e nei cordoli laterali e un degrado superficiale sulle pile e le spalle, che tuttavia non ne pregiudicano la transitabilità". Lo scrive l’Anas in una nota che fa il punto della situazione sul ponte ritenuto a rischio collasso dalla commissione di tecnici incaricata dal procuratore di Arezzo Roberto Rossi. Ieri i tecnici Anas hanno lavorato fin dal mattino per limitare i disagi, visto che un intero comprensorio è rimasto senza una viabilità alternativa idonea.  

Anas: “Studi e analisi a procura per valutarne riapertura”

“Allo scopo di ripristinare gli elementi strutturali ammalorati”, aggiunge Anas, nei mesi scorsi è stato “progettato e appaltato un intervento di manutenzione straordinaria per l'adeguamento sismico e strutturale del valore di circa 2,5 milioni di euro”. La società spiega che "i lavori sono stati consegnati a dicembre e le attività di cantierizzazione per l'avvio dei lavori sono già in corso". Anas aggiunge che il viadotto è "sotto monitoraggio da tempo" e le indagini e gli studi effettuati "saranno forniti alla procura di Arezzo, al fine di valutare una possibile riapertura dell'opera, eventualmente con limitazioni al traffico".

Aperto un fascicolo contro ignoti

Alla procura di Arezzo c'è un fascicolo, contro ignoti, per omissione di lavori in costruzioni che minacciano rovina. L'inchiesta è partita dalla segnalazione di un ex poliziotto sulle condizioni di un pilone, fatta subito dopo il cedimento di una piazzola della E45 dell'11 febbraio 2018. Foto documentano gravi crepe e materiale ferroso che usciva dal pilone.

Le modifiche alla viabilità

Operai e dirigenti Anas hanno lavorato in forze per trovare una viabilità alternativa che, per le pessime condizioni della vecchia Tiberina 3bis, dovrà per forza basarsi su tragitti autostradali (A1 e A14) o valichi montani. La chiusura del viadotto ha provocato reazioni. Dal Ministero delle Infrastrutture e trasporti (Mit) dicono che "il ministro Toninelli sta seguendo con attenzione la gestione della chiusura della statale 3bis Tiberina (E45)", e che anche "al ministero risulta che il viadotto fosse sotto monitoraggio da parte di Anas, non a caso i lavori di manutenzione sono stati avviati a dicembre".

Le preoccupazioni degli amministratori locali

Gli amministratori locali hanno espresso preoccupazione per le conseguenze della chiusura del viadotto. L'assessore regionale alla viabilità Vincenzo Ceccarelli denuncia il rischio isolamento della Valtiberina. Amarezza per il sindaco di Pieve S. Stefano Albano Bragagni: "Di esposti e segnalazioni in procura ce ne sono valanghe, dobbiamo ringraziare le amministrazioni provinciali e regionali se siamo arrivati a tanto. Se non c'è viabilità alternativa, non è un caso, c'è stata una volontà di fare questo". Per il sindaco di Bagno di Romagna (Forlì Cesena) Marco Baccini "la sicurezza è la prima cosa, ma per il nostro territorio i disagi sono enormi. Basti pensare che ogni giorno 200 ragazzi di Bagno e di S.Piero devono raggiungere Pieve, Sansepolcro e Città di Castello".

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