Il ragazzo era stato ricoverato ieri in codice rosso all’ospedale Santissima Annunziata. Aveva contratto una forma rara della malattia causata dal batterio Neisseria meningitidis. Dopo il decesso, è stata avviata la profilassi sui medici e le persone vicine al giovane
Un ragazzo di 20 anni è morto nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Santissima Annunziata di Sassari a causa di una meningite (COS'È) da meningococco Y. Il giovane, hanno fatto sapere i medici, era stato ricoverato ieri dopo essere arrivato in ospedale in codice rosso con un quadro altamente compromesso. Dopo il decesso, è stata avviata la profilassi antibiotica sugli operatori entrati in contatto con il paziente ed è stata fatta denuncia alle autorità competenti per l'avvio delle azioni di profilassi sulle persone entrate in contatto con il 20enne, che è la prima vittima della meningite in Sardegna nel 2019.
La causa è un batterio che colpisce neonati, adolescenti e giovani adulti
Dopo l’arrivo in ospedale del ragazzo, originario della provincia di Sassari, le sue condizioni non sono migliorate e oggi pomeriggio è iniziato l'accertamento di morte, che si è concluso in serata. La diagnosi di meningite infettiva da meningococco è arrivata subito dalla struttura complessa di Microbiologia e Virologia ed è stata poi confermata dalla struttura di Igiene e controllo delle infezioni ospedaliere, che ha identificato il sierogruppo Y. A causare questo tipo di malattia è un batterio, la Neisseria meningitidis, che colpisce in particolare i neonati, gli adolescenti e i giovani adulti e il contagio avviene per via aerea, attraverso gocce di saliva infette. Le stagioni più a rischio sono quelle invernali e primaverili.
Negli ultimi due anni altri due casi
"In questi casi è importante fare subito la diagnosi con l'identificazione del sierogruppo e avviare la sorveglianza - spiega il professor Andrea Piana della struttura di Igiene ospedaliera dell'AOU sassarese - Questo consente sia di confermare il sospetto clinico che si tratti di meningococco quindi effettuare la profilassi antibiotica dei contatti, sia di sapere quale sierogruppo è stato responsabile dell'infezione". "L'informazione è stata inoltre trasmessa al Tavolo regionale per il controllo di questa infezione - afferma il professore Paolo Castiglia, responsabile della struttura di Igiene - attivato presso l'assessorato della Sanità e che si interfaccia con l'Istituto superiore di sanità e il Ministero per sorvegliare se alcuni genotipi stiano aumentando o riducendo la loro frequenza. In questo caso, si tratta del sierogruppo Y, più raro rispetto agli altri, che negli ultimi due anni è stato responsabile di altri due casi".