Terremoto, Amatrice il borgo tradito

Cronaca

Roberto Inciocchi

Un reportage a due anni e mezzo dal sisma che ha praticamente raso al suolo il paese

Quando scavarono a mani nude tra le macerie, i soccorritori scambiarono le teste dei morti per sassi: i volti erano diventati pietra. E solo gettando acqua sugli occhi di quei corpi la gente riconobbe figli, mariti, fratelli, mogli, amici. Amatrice non c’era più. 

Arrivai in quel che restava del paese subito dopo il sisma, e quella che fin da ragazzino era stata la meta domenicale della gita in montagna, era diventata un inferno. 

Certo, i monti splendidi, la natura, erano sempre lì con tutte le sfumature del verde, quasi a scusarsi di quel respiro assassino.

Ma ciò che vidi nella valle fu così crudele che feci fatica a prendere fiato. Soccorritori esausti, forze dell’ordine, esercito, volontari, mezzi di ogni tipo su e giù per l’unica via aperta, a correre tra i lamenti delle persone, in mezzo ai pianti delle madri, guardando facce stravolte dentro una storia improvvisamente perduta.

Sono tornato spesso in questi due anni e mezzo, ho visto tanta gente andare via, altra è rimasta, con coraggio. Ma sopravvive. Sopravvive in casette anguste, sopravvive nel paese che non c’è, lì dove l’economia rantola e il senso di sfiducia comincia ad essere plastico: si tocca non si immagina. 

Ma ora che 700mila tonnellate di macerie sono state rimosse, ora che buona parte della zona rossa è un campo libero e sconfinato, ora si può pensare alla ricostruzione. Ma quale, come… 

Il sindaco mi ha detto che si fatica ad immaginare un futuro, che un segnale forte che la ricostruzione sia volontà e priorità nazionale non è mai arrivato, che spesso i soldi si trasformano in carta.

Amatrice aveva mille anni. Un tessuto sociale e culturale stratificato nei secoli, comprensibile che si fatichi a pensare ad una ricostruzione, magari in vent’anni. Ma è un obbligo farlo e farlo presto. Il rischio ulteriore è che un giorno il nuovo borgo sarà in piedi, ma senza più gente. Senza più vita. Senza più storia. Il borgo tradito. 

 

 Sky TG24 INSIDE - Amatrice Il Borgo Tradito

A oltre due anni di distanza, cosa ne è di quel paese? A che punto è la ricostruzione? Lo racconta lo speciale Sky TG24 INSIDE “Amatrice Il Borgo Tradito”, in onda (e in streaming sul sito). Nell’approfondimento, condotto da Alessio Viola, Sky TG24 torna sui luoghi del disastro, per raccontare quanto è stato fatto e quanto resta ancora da fare per riportare alla vita un territorio che è ancora profondamente ferito.

All’ interno dello speciale, un reportage di Roberto Inciocchi. Con il sindaco di Amatrice Filippo Palombini e il Commissario straordinario per il terremoto Piero Farabollini si parlerà delle scelte degli amministratori, degli impegni per la ricostruzione, della fatica di una comunità, e del piano organico e a lungo termine che sembra mancare. Dalle testimonianze emergono inquietudine e senso di abbandono. In molti sono andati via. Chi è rimasto vive quotidianamente nella sfiducia per un futuro incerto e nel dolore per un passato perduto. La rinascita di Amatrice, simbolo di quel tragico terremoto, è a rischio.

 

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