Liste d’attesa troppo lunghe negli ospedali pubblici, cure mediche costose nel settore privato e aumento delle autodiagnosi via web. E' dedicata alla Sanità italiana l'undicesima puntata di Hashtag24
Sanità: una parola cruciale nel quotidiano degli italiani e sei lettere che allo stesso tempo scatenano sentimenti contrastanti come fiducia, preoccupazione e speranza. Ci sono numeri che sottolineano gli aspetti negativi, come ad esempio le ultime stime Istat secondo cui 2 milioni di persone rinunciano alle cure per le liste d’attesa troppo lunghe. Per non parlare degli oltre 4 milioni di connazionali che non si possono curare per motivi economici. Ma ci sono anche la classifica di Bloomberg che piazza la nostra sanità a un prestigioso 4° posto mondiale e gli infiniti attestati di stima che i pazienti rivolgono a chi in strutture pubbliche ha salvato loro la vita. Difficile, se non impossibile, fare una sintesi tra l’emisfero dell’ottimismo e quello del pessimismo sanitario. Resta il fatto che ai tagli di spesa, al caro ticket, ai macchinari a volte obsoleti e alla scarsa disponibilità ricettiva degli ospedali pubblici, presidiati da una popolazione sempre più anziana, si somma il peso della spesa che le famiglie devono affrontare anno dopo anno, pari nel 2016 a 2.466 euro pro capite.
Discrepanze tra Nord e Sud
Senza parlare delle disuguaglianze che separano ancora Nord e Sud. Vedi il caso delle cure oncologiche, per le quali il 100% dei cittadini in Settentrione accede entro un mese alla radio o chemioterapia, mentre nel Meridione la percentuale cala all’86% Discorsi che si complicano ulteriormente confrontando la sanità pubblica, comunque ricca di eccellenze, e quella privata, forte della possibilità di accedere alle proprie prestazioni in tempi stretti. Se in Campania si attendono oltre 100 giorni per una visita oculistica pubblica, ce ne vogliono soltanto 5 se effettuata intramoenia, mentre in Lombardia occorrono 98 giorni per un ecodoppler venoso nel pubblico e appena 4 svolto intramoenia.