Il governatore fa un bilancio della situazione nella Regione, ancora interessata dall’allerta rossa: chiede "finanziamenti rapidi” per tornare alla normalità e l'attivazione di un numero di solidarietà. Nel Bellunese terra e fango hanno ostruito la strada regionale 203
"Siamo in ginocchio”. Sono le parole del presidente della Regione Veneto Luca Zaia che, intervistato da Radio Anch'io dopo l’ondata di maltempo che da giorni sta colpendo tutta la penisola, fa un bilancio della situazione nella zona (LE FRANE) (LE FOTO) (IL METEO). Zaia ha poi chiesto formalmente l'attivazione di "un apposito numero solidale per l'invio di sms da telefonia mobile e per le telefonate dalla rete fissa", con una lettera inviata al capo del Dipartimento della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli. Nella regione vige ancora l’allerta rossa e una frana di terra e fango ha completamente ostruito la strada regionale 203 che collega Cencenighe con Agordo, nel Bellunese. Al momento risultano isolati i comuni a Nord dello smottamento, causato dalle piogge che continuano a cadere incessanti.
I paesi isolati
Ad essere al momento isolati sono, tra gli altri, gli abitati di Rocca Pietore, Colle Santa Lucia e Selva di Cadore. Nell'area stanno operando 200 vigili del fuoco provenienti da tutta la regione. Il comandante dei pompieri di Belluno Mimmo Bentivoglio sottolinea che da lunedì sono 1.250 gli interventi già conclusi dalle squadre ma ne restano da compiere ancora 250, legati soprattutto allo scoperchiamento di tetti.
Zaia: "Prevista la chiusura di tutte le scuole"
Intanto, Zaia a Radio Anch'io annuncia di aver “già previsto la chiusura di tutte le scuole” e parla delle mosse attuate negli ultimi giorni: “Ho chiesto già domenica scorsa l'intervento della protezione civile nazionale quando ancora c'era una situazione di calma totale. Ho chiesto agli istituti di credito dei finanziamenti speciali e di sospendere le rate dei mutui. Ho chiesto al governo di procrastinare tutto il procrastinabile".
"Come dopo un terremoto"
Anche dalle colonne del Corriere il governatore descrive una situazione drammatica: "Come dopo un terremoto: migliaia di ettari di bosco rasi al suolo, come se fosse passata una gigantesca motosega. Ci sono 160 mila utenze senza energia elettrica. Peggio dell'alluvione del 1966”. Nell'intervista Zaia spinge sul tasto dell’autonomia alle Regioni, “per procedere più liberamente nei lavori preventivi” e “avere più risorse da impiegare subito nelle emergenze”. Ma ora, dice Zaia, il problema non sarà solo “ripristinare lo status quo: se non interveniamo velocemente con finanziamenti rapidi le nostre valli si spopoleranno perché non hanno più servizi".