Caso nomine a Roma, interrogata Raggi: "Marra eseguì mia direttiva"
CronacaLa sindaca ha risposto alle domande del giudice nel processo che la vede imputata per falso in relazione alla nomina di Renato Marra alla direzione del dipartimento Turismo del Comune di Roma. “Il fratello Raffaele non ha avuto alcun potere decisionale”, ha dichiarato
"Nella nomina di Renato Marra, il fratello Raffaele non ha avuto alcun potere decisionale. Si è limitato ad eseguire una mia direttiva nell'ambito della procedura di interpello per i nuovi dirigenti. Il suo fu un ruolo compilativo". Lo ha dichiarato la sindaca di Roma Virginia Raggi nel corso dell'interrogatorio nel processo che la vede imputata per falso in relazione alla nomina (poi revocata) di Renato Marra - fratello del suo ex braccio destro Raffaele - alla direzione del dipartimento Turismo del Comune di Roma. La sentenza è attesa per il 10 novembre.
Raggi: "Nessuna anomalia"
"Raffaele Marra (all’epoca capo del personale, ndr) non aveva potere decisionale - ha detto Raggi davanti al giudice monocratico - Lui si limitava solo a firmare un atto e dunque secondo me non era necessario si astenesse". Una ricostruzione, quella della sindaca, collegata a quanto scrisse nella lettera alla responsabile Anticorruzione del Campidoglio che aveva recepito una segnalazione dell'Anac. "In quella nomina non c'erano anomalie - ha aggiunto Raggi - Marra ha pedissequamente ratificato le mie decisioni". La prima cittadina ha aggiunto che "anche oggi riscriverebbe la stessa cosa all'Anticorruzione" anche se ha ammesso "di avere saputo solo dopo, quando sono stata interrogata in procura, della riunione fra l'ex assessore Adriano Meloni, il responsabile del personale Antonio De Santis e Raffaele Marra in cui quest'ultimo fece il nome del fratello Renato". "Devo dire però che Meloni si prese subito la paternità della scelta di Renato Marra e la difese anche dopo che il caso finì all'attenzione della stampa", ha aggiunto Raggi.
Le tappe della vicenda
Renato Marra venne promosso, con un interpello avvenuto ad ottobre 2016, dal ruolo di comandante del Gssu della Polizia Locale a capo della Direzione Turismo del Campidoglio, con relativo aumento di stipendio di 20 mila euro annui. Secondo la procura, a gestire il rinnovo della macrostruttura dei dirigenti capitolini fu il fratello Raffaele, allora a capo del Dipartimento Personale di Palazzo Senatorio. Secondo il pm Francesco Dall'Olio, alcune chat telefoniche acquisite agli atti dell'inchiesta dimostrerebbero un ruolo attivo di Marra sia nella procedura per compilare la nuova macrostruttura dei dirigenti comunali sia nella nomina del fratello Renato.