L'offerta dell'ex fotografo all'associazione che si occupa di donne vittime di violenza, consisteva in abbonamenti a una palestra del valore di 2mila euro. "Mai stato proposto denaro" - aggiunge la presidente - "ma non avremmo accettato". Il manager: "C'è pregiudizio"
Fabrizio Corona annuncia una donazione di 2mila euro al Telefono Rosa ma l'associazione la rifiuta. Il fotografo aveva organizzato un'iniziativa benefica a Piacenza con una palestra della città, annunciando la donazione all'Associazione La Città delle Donne - Telefono Rosa, che si occupa di attività di ascolto, accoglienza, sostegno e ospitalità protetta per donne vittime di violenza.
"Mai stata proposta un'offerta di denaro"
La presidente Donatella Scardi ha detto di no, spiegando: "Tale iniziativa - ha detto - è nata come un'offerta di abbonamenti a una palestra, da parte di Corona, da destinare in beneficenza. La palestra ha individuato il Centro antiviolenza come destinatario di tale regalo, accolto dall'Associazione al fine di portare benessere a donne che vivono un momento di difficoltà". Secondo Scardi, invece "non è mai stata proposta un'offerta in denaro" che comunque "mai il Centro antiviolenza avrebbe accettato. A questo punto l'Associazione si dissocia e declina l'offerta proposta".
Il manager: "C'è pregiudizio"
Pierpaolo Barbieri, manager di Fabrizio Corona, ha commentato la vicenda dicendo che "uno dei messaggi era anche dare una seconda opportunità a chi ha sbagliato. Il fatto che un'associazione rifiuti conferma che c’è in qualche modo un pregiudizio. C’è rammarico”.
La versione del manager
Barbieri ha spiegato che “si era pensato a servizi di qualsiasi natura con una donazione a una palestra della città, da usufruire a completa discrezione dell'associazione: le donne che avevano subito violenza avrebbero potuto scegliere se fare nuoto, ginnastica rieducativa, danza”. La presidente dell’associazione, spiega il manager di Corona, “era ben conscia, aveva dato anche l'avallo al comunicato stampa diffuso ieri. Essendo stati attaccati sui social con insulti di tutti i tipi, presumo si siano spaventati. Ma prima che scoppiasse questa 'bomba' mediatica l'associazione aveva aderito e doveva mandare tre operatrici a ritirare la donazione”.