Strage del bus di Avellino, perito accusa Autostrade: barriere usurate
CronacaIl mezzo era precipitato da un viadotto il 28 luglio del 2013, uccidendo 40 persone. Ora una super-perizia, richiesta dal Tribunale irpino, punta il dito contro la società: “Con una manutenzione adeguata il guardrail avrebbe potuto reggere il colpo”
Autostrade per l’Italia rischia di essere al centro di una nuova bufera. Dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, la società è stata infatti chiamata in causa per l’incidente avvenuto il 28 luglio del 2013 sul viadotto autostradale Acqualonga, sulla A16 in direzione di Canosa, quando un bus che trasportava un gruppo di pellegrini era precipitato uccidendo 40 persone. Secondo un perito chiamato dal Tribunale di Avellino, il bus sarebbe caduto a causa della mancata manutenzione della barriera del viadotto che non avrebbe retto il peso del mezzo.
Il perito: “Con la manutenzione le barriere avrebbero retto”
Felice Giuliani, il perito del Tribunale irpino, ha riferito che secondo le sue valutazioni l'impatto del bus (senza freni e senza revisione) sulle barriere laterali del viadotto Acqualonga fu di striscio e a una velocità più bassa (89 chilometri orari) di quella finora stimata (92 chilometri orari). Le barriere, in sostanza, secondo il perito, avrebbero potuto reggere il colpo se i perni utilizzati per tenerli ancorati a terra - i tirafondi - non fossero stati corrosi dal sale che, in quella zona dell'autostrada, viene utilizzato d'inverno per fronteggiare neve e ghiaccio. In sostanza: il bus non sarebbe caduto se l’infrastruttura fosse stata tenuta sotto adeguata manutenzione.
Accusati di disastro colposo e omicidio plurimo
Nel processo - che conta 15 imputati e dura dal novembre 2015 - i vertici di Autostrade per l'Italia e il proprietario del bus sono accusati di disastro colposo e omicidio plurimo e buona parte delle famiglie delle vittime, quasi tutte di Pozzuoli (Napoli), sono già state risarcite. La presunta mancata manutenzione sarà ora oggetto di un contraddittorio a cui saranno presenti i periti di Autostrade per l'Italia tra cui figurano anche ingegneri ed esperti del Politecnico di Milano. La perizia depositata ieri, chiesta dal giudice Luigi Buono, si va ad aggiungere a quelle dei periti della Procura, e di Autostrade per l'Italia che sostiene, tra l'altro, di essere stata sprovvista di sufficiente esperienza circa le reazioni degli ancoraggi all'azione di una determinata tipologia di agenti esterni (in questo caso, il sale).