Livorno come L'Aquila, gli imprenditori: "Brinderemo all'alluvione"

Cronaca
L'alluvione a Livorno nel settembre 2017 (foto Ansa)

La frase nelle intercettazioni dell'inchiesta sugli appalti pilotati che ha portato all'arresto dell'ex capo della Protezione civile della città toscana. "Lo dicevano alcuni imprenditori al telefono, ci siamo allarmati", ha spiegato il capo della squadra mobile

"Brinderemo per l'alluvione", Livorno come L'Aquila nel 2009 per il terremoto. Nella città toscana, dopo l'alluvione del settembre 2017 che provocò 8 vittime, al telefono c'era chi si diceva pronto ad alzare i calici. "Ci siamo allarmati quando da alcune intercettazioni abbiamo sentito dire da alcuni imprenditori 'brinderemo all'alluvione", ha spiegato il capo della squadra mobile di Livorno Salvatore Blasco parlando dell'inchiesta che ha portato all'arresto dell'ex capo della Protezione civile della città toscana, Riccardo Stefanini, con l'accusa di aver pilotato gare d'appalto per favorire due persone, sue complici e anch'esse indagate, gonfiando per migliaia di euro le spese sostenute dal Comune.

Indagine su capo Protezione civile partita dall'alluvione

Le indagini della nuova inchiesta avrebbero preso le mosse proprio dalla tragica alluvione del 10 settembre 2017. Secondo quanto è emerso lo stesso Stefanini, preposto alle gare d'appalto, ne avrebbe pilotato le procedure di due: una "Multiservizi" vinta dalla Tecnospurghi e l'altra per la gara sull'Alert system vinta dalla Comunicaitalia. L'accusa per Stefanini è di turbativa d'asta in concorso con il titolare di Tecnospurghi e in concorso con la rappresentante di Comunicaitalia Srl, società di Roma. Si tratta di appalti sotto soglia, cioè tutti sotto i 41mila euro.

Due gare d'appalto pilotate

Nel primo caso, un appalto da 35mila euro, Stefanini avrebbe favorito l'imprenditore facendo di tutto per scoraggiarne un altro a partecipare alla gara per la fornitura alla Protezione civile di mezzi spargisale. Nel secondo, un appalto da 23mila euro, sempre Stefanini si sarebbe accordato con la rappresentante di Comunicaitalia, attraverso uno scambio di mail, sui criteri di scelta per far vincere il bando prima che venisse emesso. Bando che è stato redatto poi con criteri talmente stringenti che alla gara non si era presentato nessun altro. Sia Stefanini sia il titolare di Tecnospurghi, legati secondo gli investigatori da un consolidato rapporto fatto di regalie varie, pacchi dono e cene offerte dall'imprenditore, sono indagati anche per truffa aggravata ai danni dello Stato.

Aumentati artificiosamente i prezzi

In occasione dell'allerta meteo per neve e ghiaccio del 25-26 febbraio e 1 marzo 2018, "sono state accertate gravi irregolarità compiute da Stefanini", spiegano gli inquirenti, "nel calcolare i costi degli interventi della ditta di spurghi". In sostanza il dirigente del Comune avrebbe artificiosamente aumentato orari e mezzi impiegati dalla ditta gonfiando per migliaia di euro le spese sostenute dall'amministrazione comunale. Così i lavori di spargimento sale che erano stati effettuati spontaneamente da un mezzo di un privato per spirito di solidarietà sono stati attribuiti invece a Tecnospurghi che avrebbe intascato dal Comune 4.500 euro per un servizio mai svolto. Inoltre sempre nel corso delle indagini sono emerse anomalie nei prezzi fissati da Stefanini a favore del privato anche sui sacchi di sale da disgelo: il Comune di Livorno ha pagato ogni sacco da 20 kg, 15 euro Iva esclusa, mentre nel 2013 il Comune di Pisa aveva pagato lo stesso prodotto da 25 kg 3.35 euro Iva compresa.

Cronaca: i più letti