Arrestato in Italia architetto russo, Milano nega l'estradizione

Cronaca
"In Russia sono un uomo morto", ha detto ai giudici l'architetto, tornato libero (Archivio Fotogramma)

Secondo i giudici della Corte d'Appello, nel mandato d'arresto spiccato da Mosca non ci sono prove. L'uomo, un 48enne, sostiene di aver denunciato un caso di corruzione che "coinvolge anche un potente membro della Duma". E aggiunge: "In Russia mi vogliono morto"

Non deve essere estradato un architetto russo, arrestato in Italia nei mesi scorsi su mandato dell'autorità giudiziaria russa e che ha sostenuto di essere "perseguitato" per aver denunciato un caso di corruzione che coinvolgerebbe anche "un potente membro della Duma". Lo ha deciso la Corte d'Appello di Milano che ha accolto la richiesta degli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini. "In Russia sono un uomo morto", ha detto ai giudici l'uomo, tornato libero. Secondo la Corte nel mandato d'arresto della Russia non ci sono prove.

Minacce e pressioni su amici e familiari

"Sono costantemente minacciato, chiamano i miei genitori e amici con l'obiettivo di farli testimoniare contro di me, li minacciano e gli dicono che la mia lotta non ha senso e che loro riusciranno ad ottenere la mia estradizione e mi uccideranno", ha spiegato l'uomo - 48 anni, che nel frattempo ha presentato anche domanda di asilo politico in Italia - in una memoria ai giudici della quinta sezione penale d'appello (Nova-Sola-Curami).

La denuncia in Russia

"Sono un architetto della città di Samara", ha scritto raccontando di aver "scoperto che i subappaltatori" di un appalto per la costruzione "di una stazione dei pompieri" erano "costretti a pagare delle tangenti all'appaltatore generale". Appaltatore che, secondo il suo racconto, era la "società Volga", uno "schermo attraverso il quale opera un potente membro del Parlamento centrale". Accuse queste che, a suo dire, in Russia gli sono costate il mandato d'arresto per appropriazione indebita, emesso nel 2015.

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