Conte: "L'Europa ha perso un'occasione, ci saranno conseguenze". Di Maio: "Pronti a tagliare i finanziamenti all'Europa. Non ci facciamo mettere i piedi in testa". Per qualche ora i 150 migranti fanno lo sciopero della fame. Salvini: "Anche gli italiani non mangiano"
Fumata nera sulla Diciotti. I 12 sherpa che si sono riuniti a Bruxelles (Italia, Francia, Germania, Austria, Spagna, Portogallo, Lussemburgo, Olanda, Belgio, Malta, Grecia, e Irlanda) hanno rifiutato la richiesta di aiuto dell'Italia. Il perché? Il flusso di migranti pro-capite è molto al di sotto di quello in altri Stati membri, quindi, non ci sarebbe la necessità di condividere le responsabilità. Immediata la replica di Conte che, attraverso un un post su Facebook, parla di "Ue ipocrita" e avverte:"Ne trarremo le conseguenze".
Viminale: non sbarca nessuno
Ancora più duro il Viminale, secondo cui il nulla di fatto di oggi è la riprova che "la Ue non esiste" e ribadisce che nessuno sbarcherà dalla nave Diciotti: "Visto che l'Italia, negli ultimi anni, ha accolto 700mila cittadini stranieri, la linea del Viminale non cambia". L'opposizione intanto attraverso il segretario Pd Martina chiede che il premier riferisca immediatamente in Parlamento.
Ue a Italia: con le minacce non si va da nessuna parte
Il braccio di ferro tra la Ue e l'Italia continua anche sul piano economico. Di Maio, sempre sui social, insiste: "Non ci facciamo più mettere i piedi in testa. Agli italiani non chiederemo un centesimo di più. Lo dico da capo politico del M5s, visto che la Ue non rispetta i patti e non adempie ai suoi doveri, noi come forza politica non siamo più disposti a dargli i 20 miliardi all'anno che pretendono". Con le "minacce non si va da nessuna parte" risponde l'Unione europea che ricorda che "versare i contributi è obbligo di legge". #cooperazione-non-minacce è l'hashtag lanciato dal Commissario europeo al bilancio, Guenther Oettinger. Dello stesso parere è il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, che si è schierato contro il vicepresidente e ministro del Lavoro: "Pagare i contributi all'Unione europea è un dovere legale".
Sciopero della fame
Una cosa è certa: i 150 migranti a bordo della nave - soccorsi dalla Guardia costiera al largo di Lampedusa a Ferragosto - sono bloccati al porto di Catania ormai dal 20 agosto. A bordo ci sono 5 casi di scabbia conclamati e 69 presunti. Le condizioni igienico-sanitarie sono carenti ed è impossibile garantire una pulizia adeguata degli indumenti e delle coperte. (LE STORIE DEI MINORI SBARCATI). Inoltre, come denunciato in un tweet dal senatore del Pd Davide Faraone, un gruppo di persone ha portato avanti per qualche ora uno sciopero della fame. Immediata la replica di Salvini: "In Italia vivono 5 milioni di persone in povertà assoluta che lo sciopero della fame lo fanno tutti i giorni".
Le tre inchieste
Sulla vicenda sono tre le Procure siciliane che indagano: Palermo, Agrigento e Catania. La Dda di Palermo ha aperto un fascicolo in cui si ipotizza l'associazione a delinquere finalizzata al traffico di migranti e l'associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. I pm di Catania hanno aperto un fascicolo di "atti relativi": si tratta di accertamenti preliminari per vedere se siano ipotizzabili reati e che potrebbero poi portare alla apertura di un'inchiesta vera e propria. La Procura dei minori della città etnea ha poi attivato le tutele civili, che consistono nelle nomine dei tutori legali, per i ragazzi fatti sbarcare. L'indagine del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, che inizialmente ipotizzava i reati di sequestro di persona e arresto illegale, è finalizzata ad accertare se sia legittima o meno la privazione della libertà personale dei profughi in assenza di provvedimenti della magistratura. Nel caso in cui, come ipotizza la Procura, sia stato commesso un reato, i magistrati, che procedono al momento a carico di ignoti, dovranno individuare i responsabili della violazione risalendo nella catena di comando a chi ha impedito lo sbarco. Da qui l'esigenza di sentire il 25 agosto a Roma i funzionari del ministero dell'Interno che si sono occupati del caso. Qualificazione giuridica e competenza a indagare sono le questioni più spinose al centro del lavoro dei magistrati.
Istigazione all'odio
Nei confronti del titolare del Viminale, Matteo Salvini, è scattata anche una denuncia in cui si ipotizza il reato di istigazione all'odio razziale (legge Mancino), aggravata dalla posizione di responsabile di una pubblica funzione. A presentarla sono stati alcuni cittadini alla Procura della Repubblica di Treviso. Per i firmatari il reato si sarebbe consumato attraverso una serie di affermazioni pubbliche rese dal ministro - tra giugno e luglio - tra le quali citano: "Per gli immigrati clandestini è finita la pacchia, preparatevi a fare le valigie, in maniera educata e tranquilla, ma se ne devono andare".
Miccichè contro Salvini
Sul caso Diciotti non mancano le polemiche politiche. Fra gli ultimi a intervenire, con un post su Facebook, il presidente dell'Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè. "Io non ti auguro un'indagine per sequestro di persona. Ti auguro di riuscire a provare vergogna", ha sbottato contro Salvini. E ancora: "Non ti stai comportando da Ministro di una democrazia occidentale, civile. Non agisci così perché intollerante o razzista. Perché nel lasciare 150 persone per tre giorni in balìa di malattie e stenti su una nave non c'entra niente la razza o la diversità, c'entra l'essere disumani, sadici". E ha concluso: "Salvini, fattene una ragione, non sei razzista: sei solo st....o".