Il bimbo, nato prematuro, è morto il 7 agosto agli Spedali civili a causa del serratia marcescens. Era stato ricoverato con il gemellino, che ha contratto a sua volta il batterio. La procura apre un'inchiesta
Un neonato è morto agli Spedali civili di Brescia a causa di un’infezione provocata dal batterio serratia marcescens (CHE COS'E'). Il batterio nei bambini attacca, nella maggior parte dei casi, l’apparato gastrointestinale. Il piccolo, figlio di una coppia bresciana e nato prematuro, era ricoverato nel reparto di terapia patologia neonatale, così come il gemellino che è sopravvissuto ed è ora in cura. Anche lui ha contratto il batterio, così come altri 8 bambini nati prematuramente e tenuti sotto osservazione nello stesso reparto, che è stato ora bonificato.
Dieci casi di infezione in totale
Il batterio serratia marcescens era stato individuato lo scorso 20 luglio. L'infezione si sviluppa in ambito ospedaliero e non risponde alle normali cure antibiotiche. Tre inizialmente i neonati infetti: "I primi due casi diagnosticati sono andati progressivamente migliorando ed attualmente sono in via di risoluzione - spiega il Civile - purtroppo il terzo paziente ha sviluppato segni clinici da shock settico ed un quadro clinico che è progressivamente peggiorato e, nonostante la terapia antibiotica a largo spettro e tutte le cure intensive prestate, ha cessato di vivere". Si tratta del primo caso di decesso al Civile di Brescia per serratia marcescens. "Attualmente - scrive il Civile - dei dieci neonati positivi per serratia, sei sono ancora degenti. E dei restanti 27 degenti risultati negativi allo screening, dieci sono stati dimessi e 17 sono ancora ricoverati".
Accertamento dei Nas. La Procura apre un'inchiesta
Dopo la morte del neonato, avvenuta martedì scorso, 7 agosto, i carabinieri del Nas hanno acquisito documentazione e fatto i primi accertamenti sul personale entrato in contatto con il bambino, per capire se il batterio è stato portato da esterni. La Procura di Brescia ha aperto un'inchiesta contro ignoti per fare piena luce sulla vicenda. La Regione Lombardia ha dato mandato all'Ats di Brescia di avviare "una commissione d'inchiesta per verificare se dal punto di vista amministrativo e sanitario sono state seguite tutte le misure di sorveglianza e contenimento del batterio".
L'ospedale: "Subito messe in atto misure di contenimento e bonifica"
L'ospedale precisa che, accertati i primi due casi, "il 20 luglio è stato immediatamente allertato il Comitato infezioni ospedaliere pediatrico e sono state subito poste in essere le prime misure di sorveglianza e contenimento". Quattro giorni dopo, prosegue la nota del Civile, "è stata messa in opera la bonifica ambientale di una stanza di degenza, e sono state programmate le bonifiche successive. È stata poi disposta la chiusura dell'accettazione di nuovi pazienti in terapia intensiva neonatale". Nelle prossime settimane la situazione continuerà a essere mantenuta "sotto stretta osservazione e l'accettazione del reparto continuerà a rimanere chiusa, così da poter progressivamente liberare gli ambienti di degenza e procedere ad una loro ulteriore radicale bonifica".