Val Ferret, ecco perché è considerata a rischio frane

Cronaca
Il massiccio del Monte Bianco (Agenzia Fotogramma)
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La frana che il 6 agosto ha provocato la morte di due persone non poteva essere prevista. Ma la zona è messa sempre più a rischio dal veloce ritiro dei ghiacciai, che lasciano cumuli di detriti di montagna in balia dei fenomeni atmosferici

Due morti e 123 sfollati. Questa la situazione in Val Ferret dopo la frana che il 6 agosto ha coinvolto Courmayeur, uno dei luoghi turistici più frequentati della Valle d'Aosta.

L'arretramento dei ghiacci

Situata ai piedi della catena del Monte Bianco, sul lato occidentale, la Val Ferret è stata da sempre considerata un territorio a rischio frane. A rendere la valle soggetta a smottamenti sarebbe proprio la sua prossimità con il massiccio del Monte bianco, "particolare perché caratterizzato da fenomeni glaciologici e geologici ancora molto attivi essendo un versante molto esteso dove ci sono ancora ghiacciai presenti". Lo ha spiegato a Sky TG24 Elena Motta, tecnico specializzato in ghiacciai e cambiamenti climatici della Fondazione Montagne Sicure. Secondo l'esperta, la catena rocciosa che sovrasta la Val Ferret è caratterizzata da una forte dinamicità geomorfologica che renderebbe la zona particolarmente soggetta a cambiamenti fisici. "La conformazione del Monte Bianco la rende simile a un muro che fa circolare forti correnti d'aria tra la Francia e l'Italia e quindi le precipitazioni in questa zona sono particolarmente intense". A ciò bisogna aggiungere che il cambiamento climatico ha un impatto sul territorio che porta a conseguenze specifiche. "Una di queste riguarda i ghiacciai, che arretrando lasciano libero il territorio morenico non vegetato, dal momento che la vegetazione non ha ancora avuto modo di colonizzarlo. Uno stato che rende questi ammassi di terriccio e roccia facilmente mobili in presenza di eventi atmosferici molto intensi", aggiunge Elena Motta.

Frane impossibili da prevedere

La specialista ha inoltre spiegato come sia impossibile prevedere la frana di questi depositi "molto estesi e sui quali non è possibile intervenire in alcun modo". La Val Ferret è stata considerata già in passato territorio a rischio. "Ci sono dei canali della valle nei quali questi fenomeni sono più frequenti. Si tratta di canali che sono già monitorati e, per quanto possibile, gestiti nel migliore dei modi". Per altre zone, come quella in cui sono morti un uomo e una donna non è possibile fare alcuna previsione. "L'evento che ieri ha interessato la strada è stato un avvenimento nuovo, dal momento che in quel canale specifico non era mai successo nulla di simile. Sono episodi inediti perché sono nuovi i territori dai quali si originano". La novità alla quale fa riferimento l'esperta consiste nella mutazione fisica dei territori, che vengono progressivamente trasformati dal ritrarsi dei ghiacciai. "Il ghiacciaio esplica la sua funzione di agente erosivo nei confronti delle montagne asportando rocce e detriti formati da materiale morenico". Materiale che a sua volta, col ritrarsi dei ghiacci, rimane libero sul versante o spinto verso valle dove assume forma di morena.

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