Rischio idrogeologico, 91% dei Comuni ad alta vulnerabilità

Cronaca
Foto d'archivio

Secondo l'ultimo rapporto dell'Ispra, oltre 7 milioni di persone in Italia vivono in zone a rischio. Il 16,6% del territorio è mappato nelle classi a maggiore pericolosità

Italia sempre più a rischio di dissesto idrogeologico: il 91% dei Comuni e oltre 3 milioni di famiglie si trovano in zone "ad alta vulnerabilità". È la fotografia scattata dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) nella seconda edizione del rapporto 'Dissesto idrogeologico in Italia', presentato alla Camera dei Deputati: complessivamente sono oltre 7 milioni le persone che “risiedono nei territori vulnerabili" e in nove Regioni (Valle D'Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria) ci sono il 100% dei Comuni a rischio idrogeologico (LO SPECIALE DISSESTO DOLOSO).

Aumenta la superficie potenzialmente soggetta a frane

Si aggiorna dunque lo scenario del dissesto idrogeologico in Italia: nel 2017 sono a rischio più di 9 Comuni italiani su 10 (erano l’88% nel 2015) ed oltre 3 milioni di nuclei familiari risiedono in queste aree ad alta vulnerabilità. Aumenta la superficie potenzialmente soggetta a frane (+2,9% rispetto al 2015) e quella potenzialmente allagabile nello scenario medio, ovvero alluvionabile per eventi che si verificano in media ogni 100-200 anni (+4%); tali incrementi sono legati a un miglioramento del quadro conoscitivo effettuato dalle Autorità di bacino distrettuali con studi di maggior dettaglio e mappatura di nuovi fenomeni franosi o di eventi alluvionali recenti. Complessivamente, il 16,6% del territorio nazionale è mappato nelle classi a maggiore pericolosità per frane e alluvioni (si tratta di 50 mila km2). Quasi il 4% degli edifici italiani (oltre 550mila) si trova in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata e più del 9% (oltre 1 milione) in zone alluvionabili nello scenario medio.

Oltre 7 milioni le persone residenti in territori vulnerabili

Complessivamente, si legge nel rapporto Ispra, sono oltre 7 milioni le persone che risiedono nei territori vulnerabili: oltre un milione vive in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata e più di 6 in zone a pericolosità idraulica nello scenario medio. I valori più elevati di popolazione a rischio si trovano in Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Lombardia, Veneto e Liguria. Le industrie e i servizi posizionati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono quasi 83mila, con oltre 217mila addetti esposti a rischio. Il numero maggiore di edifici a rischio si trova in Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Lazio. Al pericolo inondazione, sempre nello scenario medio, si trovano invece esposte ben 600mila unità locali di impresa (12,4% del totale) con oltre 2 milioni di addetti ai lavori.

Minacciato anche il patrimonio culturale

Il rischio idrogeologico minaccia anche il patrimonio culturale. I dati dell'Ispra individuano nelle aree franabili quasi 38mila beni culturali, dei quali oltre 11mila ubicati in zone a pericolosità da frana elevata e molto elevata, mentre sfiorano i 40mila i monumenti a rischio inondazione nello scenario a scarsa probabilità di accadimento o relativo a eventi estremi; di questi più di 31mila si trovano in zone potenzialmente allagabili anche nello scenario a media probabilità. Per la salvaguardia dei Beni culturali, è comunque importante stimare il rischio anche per lo scenario meno probabile, tenuto conto che, in caso di evento, i danni prodotti al patrimonio culturale sarebbero inestimabili e irreversibili.

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