Il Tribunale di Pordenone ha accolto la richiesta di due donne di sollevare davanti alla Corte costituzionale la questione di legittimità delle norme che vietano in Italia l'accesso alla procreazione medicalmente assistita anche alle coppie omosessuali
Il Tribunale di Pordenone ha accolto la richiesta di una coppia di donne omosessuali di sollevare la questione di legittimità costituzionale delle norme che attualmente vietano in Italia l'accesso alla Procreazione Medicalmente Assistita anche alle coppie omosessuali. Sul procedimento si pronuncerà la Corte costituzionale e sarà la prima volta che accade sul tema.
Accesso alle tecniche negato alla coppia
Secondo quanto riportato dal legale della coppia, alle due donne era stato rifiutato l'accesso alle tecniche di fecondazione artificiale, previste dalla legge 40, del Servizio per i Trattamenti di Procreazione Medicalmente Assistita presente nell'Azienda Sanitaria 5 di Pordenone. Di fronte al diniego della struttura pubblica, la coppia ha così chiesto al giudice di inoltrare la questione alla Corte costituzionale al fine di dichiarare formalmente l'incostituzionalità di tale divieto. Il giudice ha ritenuto rilevante e non manifestamente infondata la richiesta posta dall'avvocato, poiché il divieto risulterebbe in contrasto con gli articoli 2, 3, 31 comma 2 e 32 comma 1 della Costituzione ma anche con l'articolo 117 comma 1 della Costituzione in relazione agli articoli 8 e 14 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali (Cedu). "Sarà ora la Consulta - ha commentato il legale - a pronunciarsi su tale discriminazione basata esclusivamente sull'orientamento sessuale delle persone, ormai intollerabile anche nel nostro Paese dati i precedenti sia legislativi sia giurisprudenziali intervenuti in tale ambito".
L’avvocato della coppia: discriminazione inaccettabile
"Grazie alla decisione del Tribunale di Pordenone, la Consulta affronterà per la prima volta la questione della fecondazione assistita alle coppie omosessuali". Lo conferma all'Ansa l’avvocato delle due donne, che poi aggiunge: "La Corte costituzionale è già intervenuta due volte in passato su questa legge, sdoganando l'eterologa. Siamo fiduciosi sull'accoglimento della nostra istanza e sul riconoscimento dell'orientamento secondo il quale negare questa procedura alle coppie omosessuali è una discriminazione inaccettabile". Sulla questione è intervenuto anche il presidente del tribunale di Pordenone, Lanfranco Tenaglia: "Quella assunta è una decisione molto importante. Viene investita la Consulta sulla presenza di un'eventuale lesione dei principi costituzionali, in presenza di una legge che consente solo alle copie eterosessuali di accedere alla procreazione assistita. Il Tribunale ha fatto un lavoro egregio - ha aggiunto - molto approfondito e in pochissimo tempo. Adesso il giudizio è sospeso in attesa della decisione della Corte costituzionale, che prevedo si esprimerà nel giro di dodici-diciotto mesi".