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Furti d'identità online, migliaia di vittime. Perquisizioni e arresti

Cronaca
Sono oltre 40 gli arresti disposti dal Tribunale di Catania nell'ambito dell'operazione "Sim Swap" (archivio Ansa)

L'operazione “Sim Swap” è stata coordinata dalla Procura di Catania. Tra le accuse anche sostituzioni di persona e riciclaggio

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Smantellata a Catania un'associazione a delinquere dedita al cyber crime finanziario. Il 2 luglio, un'operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura distrettuale di Catania, ha portato all'arresto e alle perquisizioni ai danni di oltre 40 persone accusate di reati vari.

Le accuse

L'operazione “Sim Swap” nasce al termine di un'indagine condotta dagli agenti della Polizia Postale. Il 2 luglio il gip del Tribunale ha disposto le misure cautelari nei confronti dei membri della presunta associazione. Per loro le accuse sono quelle di frodi informatiche, accessi abusivi a sistemi informatici, sostituzioni di persona, truffe e riciclaggio. Secondo quanto reso noto dagli inquirenti, gli arrestati avrebbero fatto parte di “un gruppo organizzato e stabile”, attivo nella zona jonica comprendente i comuni di Giarre, Riposto, Fiumefreddo di Sicilia e altre zone limitrofe. La banda, che avrebbe provocato migliaia di vittime su tutto il territorio nazionale, era caratterizzata da una notevole capacità criminale nonché da peculiari conoscenze tecniche informatiche. Il profilo, tracciato dalle autorità, precisa anche che l'associazione sarebbe stata solita agire con professionalità e spregiudicatezza alla pianificazione continua di frodi informatiche e telematiche e truffe online su noti portali.

L'indagine durata tre anni

Gli oltre quaranta arresti sono maturati al termine di un'indagine avviata dalla Polizia Postale alla fine del 2015 a seguito di una frode informatica ai danni di una banca online ai cui clienti, residenti in varie parti d´Italia, erano stati sottratti 300mila euro. Le investigazioni hanno portato gli agenti a scoprire che il gruppo era specializzato nella realizzazione di frodi informatiche del tipo “Sim Swap”, da cui prende il nome l'intera operazione. Questo tipo di frode informatica, di livello avanzato, si articola in vari passaggi. All'individuazione della vittima seguono l'acquisizione dei suoi dati personali, delle credenziali di home banking tramite tecniche di pirateria informatica e, in un secondo momento, grazie a documenti falsificati, la sostituzione della sim card della vittima. Un escamotage, questo, che avrebbe permesso ai presunti truffatori di impossessarsi di centinaia di migliaia di euro appartenenti a ignari correntisti.

Il sistema di truffa

Il sistema fraudolento si basava sulla clonazione del numero telefonico delle vittime e sul furto delle loro credenziali per operare sui conti correnti on-line. Nel caso specifico, ha precisato la Polizia, il gruppo sarebbe riuscito a carpire i dati anagrafici e i numeri di telefono delle vittime, nonché i dati dei conti correnti e le relative credenziali di accesso. Poi, utilizzando un falso documento di identità intestato alla vittima, gli indagati si sarebbero recati presso un dealer al fine di chiedere la sostituzione della carta sim in uso alla persona offesa. Carta che veniva dunque disabilitata in quanto sostituita da quella attivata fraudolentemente. La vittima rilevava il mancato funzionamento della sua sim ma, generalmente, non associava immediatamente l´evento ad una frode in corso. Tutto ciò permetteva, però, ai presunti autori del reato di penetrare nel sistema informatico della banca e a reimpostare le credenziali dei clienti attraverso una semplice telefonata al servizio di assistenza clienti. Una volta dentro i vari conto correnti, gli indagati avrebbero operato in maniera indisturbata eseguendo bonifici e ricariche a favore di altri conti e carte nelle loro disponibilità o in quelle di prestanome. Il sistema sarebbe stato concepito con competenze tecniche così accurate che le diverse vittime si sarebbero accorte degli ammanchi dai loro conti solo al momento della lettura dell'estratto conto.

Truffe anche sui siti di vendita

Inoltre, alcuni dei componenti del gruppo sarebbero stati attivi anche nella commissione delle più comuni truffe online con annunci fraudolenti su famosi siti di compravendita. Anche in questo caso le vittime sarebbero state decine, attirate da falsi annunci di vendita di beni su portali internet dedicati. Durante il periodo delle indagini i guadagni illeciti del sodalizio criminale sarebbero ammontati a oltre 600mila euro. L'intervento degli operatori della Polizia Postale ha permesso di bloccare numerose frodi, alcune delle quali per importi pari a decine di migliaia di euro. L'operazione odierna si è avvalsa dell'ausilio degli specialisti nel contrasto al fenomeno del Financial Cyber Crime dei Compartimenti Polizia Postale di Messina, Palermo e Reggio Calabria. Nel corso delle perquisizioni è stato sequestrato materiale informatico che sarà sottoposto ad analisi da parte del personale specializzato della Polizia Postale.