L'indagine coinvolge in tutto 27 persone. Ai domiciliari anche il comandante e un commissario della Polizia Penitenziaria. Sono accusati anche di peculato, falso ideologico e truffa ai danni dello Stato
L'ex direttore del carcere di Bergamo è stato arrestato assieme ad altre cinque persone. Le accuse vanno dalla corruzione al peculato, dal falso ideologico alla truffa ai danni dello Stato. Sono coinvolti e si trovano ai domiciliari anche il comandante e un commissario della Polizia Penitenziaria di Bergamo, il dirigente sanitario del carcere del capoluogo orobico e due imprenditori di Urgnano (sempre nel bergamasco).
Trattamenti di favore ai detenuti
Sono 27 le persone complessivamente coinvolte nelle indagini, che hanno avuto una svolta con l'esecuzione, da parte dei militari dei Comandi Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Bergamo, dei sei provvedimenti di arresto nei confronti dei principali indagati. I Carabinieri e i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bergamo hanno inoltre eseguito numerose perquisizioni. Le indagini nascono per far luce sul trattamento carcerario di favore garantito ad un imprenditore arrestato, nell'aprile 2017 dalla Guardia di Finanza di Vibo Valentia, nell'ambito di indagini collegate alla realizzazione dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria. L'uomo aveva infatti goduto di un lungo ricovero nell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, grazie a certificazioni mediche che attestavano un grave shock emotivo, a quanto pare falso.
Agenti al lavoro in casa del direttore
Le indagini, oltre a far emergere il presunto coinvolgimento nella vicenda, tra gli altri, dell'attuale Comandante della Polizia Penitenziaria di Bergamo, hanno consentito di fare luce anche su numerose altri reati. L'accusa riguarda false attestazioni sanitarie finalizzate a far ottenere benefici economici (pagamento licenza non fruita all'atto del pensionamento, trattamenti privilegiati di quiescenza, riposo medico per patologie inesistenti e concordate) all'ex direttore del carcere, da pochi giorni in pensione. Sarebbero emerse anche altre false attestazioni relative ad altri detenuti e corruzione per il contratto di fornitura, in esclusiva, di distributori automatici di alimenti, bevande e tabacchi all'interno della casa circondariale di Monza. L'ex direttore del carcere avrebbe utilizzato personale in servizio della Polizia Penitenziaria e materiali di proprietà dell'Amministrazione per lavori di ristrutturazione del proprio appartamento. E ci sarebbero state anche assunzioni clientelari nella casa circondariale di Bergamo.