Caporalato, lavoro gratis e violenza: 5 fermi nel Ragusano

Cronaca
Un fermo immagine tratto da un video della polizia di Ragusa mostra un momento dell'operazione, 6 giugno 2018

Le vittime, di nazionalità romena, venivano attirate in Italia dalla falsa promessa di un lavoro e di una casa, ma una volta arrivate si trovavano a lavorare in condizioni inumane. Nei campi, secondo la polizia, gli aguzzini utilizzavano "una violenza inaudita"

Caporalato, associazione a delinquere, traffico di esseri umani e sfruttamento pluriaggravato della prostituzione, anche minorile. Sono queste le accuse alle quali dovranno rispondere cinque cittadini romeni fermati dalla Polizia di Ragusa per aver organizzato in Sicilia la tratta e lo sfruttamento di diversi connazionali (I NUMERI DEL CAPORALATO).

Attirati in Italia con l'inganno

Le indagini, coordinate dalla Procura distrettuale di Catania, sono state avviate dalla Squadra mobile dopo la denuncia di un altro cittadino romeno. L'uomo, prostrato da una situazione di grave sfruttamento lavorativo, si è recato presso la Questura di Ragusa raccontando come sia stato attirato in Italia dalla falsa promessa di un lavoro e di una casa dignitosa. Una volta nel nostro Paese, però, si è trovato, come altri, in condizioni di semi schiavitù.

"Violenza inaudita"

Secondo quanto è emerso dalle indagini, all'arrivo in Italia tutte le vittime venivano costrette ad abitare in immobili privi di riscaldamento, a vestirsi con indumenti prelevati dai rifiuti, e a mangiare alimenti scaduti o di pessima qualità, gli unici messi a disposizione dai loro aguzzini. Per la Polizia gli uomini fatti arrivare dalla Romania venivano sfruttati in vari terreni, dove venivano controllati al fine di mantenerne alta la produttività, garantita attraverso l’utilizzo di "una violenza inaudita". Inoltre alcune giovani, anche minorenni, venivano obbligate a prostituirsi. Al momento le vittime sono ospiti di un'associazione anti-tratta.

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