Operazione internazionale anti phishing, oltre 100 vittime italiane

Cronaca
Foto d'archivio

L’organizzazione si dedicava ad attacchi e frodi informatiche su larga scala: 14 le persone destinatarie dell'ordinanza di custodia cautelare. Secondo le indagini, coordinate tra Italia e Romania, la banda aveva creato siti "esca" per rubare i dati delle vittime

Smantellata un’organizzazione criminale transnazionale che, secondo le accuse, si dedicava ad attacchi e frodi informatiche su larga scala. L’operazione anti phishing è stata condotta dalla polizia postale e delle comunicazioni. Quattordici le persone destinatarie dell'ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip di Milano. Per gli indagati sono scattate perquisizioni personali e informatiche. Le vittime italiane accertate dagli investigatori sono oltre cento.

I falsi siti "esca"

La banda era riuscita a creare siti "esca" che riproducevano fedelmente quelli di Poste Italiane e diverse banche, istituti di credito e società emittenti carte di credito: in questo modo riuscivano ad acquisire le credenziali di accesso ai sistemi di home banking dei clienti o al sistema di gestione per i titolari di carte di credito.

Le indagini

La Procura di Milano ha coordinato l'inchiesta, cooperando con Eurojust e mettendo insieme una squadra investigativa con poliziotti italiani e rumeni. L'indagine è partita nel settembre 2016, quando agenti della polizia postale di Milano hanno ricevuto dai colleghi rumeni una segnalazione su due pregiudicati calabresi sospettati di essere i capi di un'organizzazione criminale dedita al phishing, al riciclaggio di denaro e al traffico di armi clandestine (che sarebbero state acquistate con i proventi del riciclaggio da criminali moldavi). Gli approfondimenti hanno permesso di scoprire che i presunti organizzatori di questa rete erano un 42enne nato a Reggio Calabria ma residente da tempo in Romania con un altro nome, e un 41enne di Reggio che vive a Sesto San Giovanni (Milano). Altri membri di spicco erano cittadini rumeni, considerati "abili esperti informatici" che dalla Romania avrebbero curato le operazioni tecniche per realizzare le truffe telematiche.

L’intercettazione: “Da 5 anni faccio questo mestiere”

"Sono 5 anni che faccio questo mestiere”, ha detto uno dei capi della banda nel corso di una intercettazione che dimostra come il gruppo fosse attivo da “tempo”. Nelle perquisizioni è stata trovata una cassaforte con 100mila euro in contanti e 35 Rolex, in un appartamento a Reggio Calabria. "In otto mesi di indagine abbiamo stimato un guadagno per l'organizzazione di un milione e 200mila euro - hanno spiegato gli investigatori - Le vittime accertate finora sono 109 ma la lista potrebbe essere più lunga".

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